La suocera non ha dormito. All’alba è irromputa nella nostra camera da letto urlando.

La nonna di mio marito, Nonna Elisabetta Rossi, aveva passato la notte da noi. Allalba, irruppe nella camera da letto urlando: «Alzati, Fiammetta! Hai visto cosa succede in cucina?!» Mi svegliai di soprassalto, ancora in pigiama, il cuore che batteva come un tamburo impazzito. Corsi lungo il corridoio, infilandomi un vecchio accappatoio, annusando lariaforse qualcosa bruciava? O il gas era rimasto aperto? Nella mente già vedevo un film catastrofico: mattoni in fiamme, pentole che esplodevano, chissà quale disastro. Entrai in cucina e cerano scarafaggi. Un intero esercito di bestioline marroni correva sul tavolo, sui piatti, sui resti della cena che non avevo avuto voglia di sistemare la sera prima. Nonna Elisabetta era lì, mani sui fianchi, e mi trapassava con lo sguardo, come se avessi allevato quegli insetti apposta per tormentarla.

«Fiammetta, qui è sempre così?» cominciò lei, la voce tremante di rabbia, «Come si può vivere in questo modo? Hai figli, un marito, e in cucina ci sono scarafaggi come in una stalla!» Rimasi immobile, fulminata, senza sapere cosa dire. Ecco, sì, non avevo pulito la sera prima, perché dopo il lavoro a malapena riuscivo a trascinare i piedi. I bambini piangevano, mio marito, Luca, borbottava qualcosa sul calcio, e io sognavo solo di crollare a letto. Chi poteva immaginare che proprio quella notte gli scarafaggi avrebbero deciso di fare una parata? E, soprattutto, da dove erano arrivati? Non viviamo mica in una baracca, abbiamo un appartamento, tutto in ordine. Beh, quasi in ordine.

Nonna Elisabetta, ovviamente, non smise. «Ai miei tempi,» disse, «una cosa del genere non sarebbe mai successa! Dopo cena pulivo tutto, spazzavo, non lasciavo neanche una briciola. E tu cosa fai? I giovani oggi sono pigri, sanno solo stare attaccati al telefono!» Annuisco, ingoio un sospiro, perché cosa posso risponderle? Lei non è solo una suoceraè un generale in gonnella, per lei lordine in cucina è una questione donore. E io, a quanto pare, lho delusa. Mi misi a pulire freneticamente: afferrai lo straccio, spazzai via gli scarafaggi, lavai il tavolo, i piatti, tutto ciò che mi capitava sotto mano. Nonna Elisabetta stava alle mie spalle, commentando: «Qui non hai passato bene! E questa macchia cosè? Non lavi mai il pavimento?» A stento trattenni un gemito. Pensai: «Dai, Nonna Elisabetta, neanche voi siete una santa, anche a voi ogni tanto restavano le briciole sul tavolo!» Ma tacqui, perché so che discutere con lei è inutile.

Mentre combattevo contro gli scarafaggi, Luca, mio marito, finalmente si alzò. Entrò in cucina, vide quel circo, e invece di aiutarmi si mise a ridere: «Fiammetta, hai aperto uno zoo?» Gli lanciai unocchiata così fulminante che subito tacque e andò a farsi il caffè. E Nonna Elisabetta, nella sua mente, scuoteva la testa: «Vedi, anche tuo marito è uno scherzo. Se non mi preoccupassi io di mio figlio, sarebbe completamente viziato!» Ecco, pensai, ora inizierà la predica sulleducazione degli uomini. E infattisi sedette al tavolo, ormai lucido come uno specchio, e iniziò: «Ai miei tempi gli uomini si tenevano stretti. Voi giovani gli date troppa libertà, ed ecco il risultatoscarafaggi in cucina e loro ridono!»

Io ascoltavo, ma in testa avevo un solo pensiero: come sopravvivere fino a sera, quando Nonna Elisabetta sarebbe tornata a casa sua? Non che non mi piacesse, è una brava donna, ma quei suoi attacchi Non erano solo scarafaggi, per lei erano la prova che ero una pessima padrona di casa, una pessima moglie, forse anche una pessima madre. E così lavavo, strofinavo, pulivo, ma lei trovava sempre qualcosa da criticare. La forchetta nel posto sbagliato, il coltivo mal lavato. E io non sono di ferro! Ho due figli, un lavoro, corro tutto il giorno come uno scoiattolo in gabbia, e adesso pure gli scarafaggi hanno deciso di fare festa. E poi, da dove erano arrivati? Forse dai vicini? Ledificio è vecchio, le tubature pure, forse si erano infiltrati da lì.

Alla fine finii di pulire, e la cucina luccicava come in una pubblicità di detersivi. Nonna Elisabetta sembrò calmarsi un po, ma comunque aggiunse: «Devi tenere tutto in ordine, Fiammetta. Questa è la tua casa, la tua famiglia. Se non ci pensi tu, chi lo farà?» Annuisco, sorrido a denti stretti, ma dentro urlo: «Lasciami in pace!» Luca, vedendomi al limite, finalmente intervenne, portando sua madre a fare una passeggiata, così potevo respirare. Io mi sedetti al tavolo, guardando quella cucina perfettamente pulita, e pensai: sono davvero così incapace? Forse Nonna Elisabetta ha ragione, e sto sbagliando tutto? Ma poi ricordai che una famiglia non è una cucina immacolata, e lamore non è fatto solo di piatti che brillano.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

two × 2 =

La suocera non ha dormito. All’alba è irromputa nella nostra camera da letto urlando.