L’inaspettato arrivo di una cognata impertinente

**Rimessa al posto della suocera impertinente**

Rimisi al suo posto la sorella impulsiva di mio marito.

La mamma ha detto che il ristorante è confermato, disse Chiara con tono rilassato, ignorando la tensione nella voce di Elena. A proposito dei soldi. Tu e Marco avete già fatto il bonifico?

Elena esitò un attimo, cercando le parole, ma Chiara continuò:

Non è una grande cifra, sinceramente, ho pensato di aggiungere qualcosa di tasca mia, ma con le mie spese È per la mamma, capisci.

Aspetta, la interruppe Elena, cercando di controllarsi. Non avevamo stabilito niente del genere. Marco non mi ha detto nulla.

Oh, sai comè, lui dimentica sempre, rise Chiara, come se fosse la cosa più normale del mondo. Gli ho detto che vi sarebbero toccati circa quarantamila euro. Ragionevole per unoccasione così, no?

Le sue parole suonavano come se la decisione fosse già presa e ogni obiezione fosse inutile. Elena strinse il telefono, sentendo lirritazione salire.

Quarantamila? ripeté lentamente, quasi sussurrando.

Sì, ho pure ottenuto uno sconto! Abbiamo la torta, il servizio, vedrai tu stessa. La mamma ne sarà felice. Comunque, non preoccuparti, ho già versato un acconto. Marco ha detto che avreste mandato il resto.

Chiara riattaccò senza aspettare una risposta.

Elena rimase seduta, fissando il telefono. Un nodo alla gola, e un solo pensiero: *”Ancora questa storia a senso unico.”*

***

Quella sera in cucina, laria era tesa come una corda di violino. Marco aprì il frigorifero, prese una birra e, senza guardare Elena, borbottò:

Chiara ha detto che sei contraria a dare i soldi per il ristorante.

Elena si irrigidì.

Contraria? È questo che ha detto? Si alzò dalla sedia, trattenendosi. Ho forse rifiutato? Non sapevo nulla finché non mi ha chiamata, presentandomi il fatto compiuto.

Marco si girò, accigliato.

Suvvia, non lo fa per se stessa. La mamma non festeggia ogni anno.

E quanto è normale che lo faccia a nostre spese? Quarantamila, Marco! Elena trattenne un grido. Quarantamila euro! Ti sembra normale?

Marco scrollò le spalle, evitando il suo sguardo.

Beh, è per la mamma. Che vuoi? Chiara ha organizzato tutto.

Elena sbuffò.

Certo, ha fatto un bel lavoro. Ma è facile con i soldi degli altri. E sai, Marco, non capisco perché tu abbia accettato così. Ne abbiamo discusso? No. Lei ha deciso, e tu hai annuito.

Basta, fece Marco alzando una mano, mentre prendeva un bicchiere. Sta solo cercando di fare del suo meglio.

Per chi? Per noi? Per la mamma? O per se stessa? Elena alzò la voce, ma si trattenne per non svegliare il figlio. Marco, ne ho abbastanza. Per lei è sempre: “Date, trasferite, pagate”. Poi sparisce, come se niente fosse.

Lui rimase in silenzio, fissando il bicchiere.

Cosa vuoi che faccia? È fatta così. Parlale, se vuoi.

Lho già fatto, tagliò corto Elena. E sai cosa mi ha detto? Che era nostro dovere.

E cosa ti aspettavi? Gestisce tutto da sola. Forse la sua vita è più complicata della nostra.

Gestisce?! esplose Elena. Marco, sfrutta chiunque le capiti a tiro. E tu la incoraggi!

La discussione si esaurì. Marco scrollò le spalle, borbottò qualcosa di incomprensibile e lasciò la stanza, lasciando Elena sola con i suoi pensieri.

***

Il mattino dopo iniziò con una chiamata inaspettata. Elena rispose senza entusiasmo.

Ciao Elè! Sei impegnata? Chiara sembrava stranamente allegra.

Ti ascolto, rispose Elena, pronta per unaltra richiesta.

Senti, ho bisogno di un favore. Ho avviato un piccolo progetto con una vicina, un negozio online, sai come vanno le cose oggi. Mi serve pagare una cosa, ma al momento sono a secco. Pensavo potessi prestarmi la tua carta. È temporaneo, solo per qualche giorno.

Elena rimase immobile, cercando di assimilare quelle parole.

Chiara, la sua voce si fece ferma, sei seria? La mia carta?

Sì! Perché no? Sai che sono attenta. Starò attenta, ti restituirò tutto, non spenderò niente di più.

No. Non se ne parla nemmeno.

Dallaltra parte del telefono, un silenzio pesante.

Non capisco, la voce di Chiara era meno sicura. È solo una carta. Perché ti opponi?

Chiara, perché la mia tranquillità è importante. E anche la mia carta.

Elè, non ti fidi di me? Chiara sembrava indignata, ma sembrava più una nuova mossa. Siamo famiglia.

Elena resistette alla tentazione di replicare.

Chiara, chiudiamola qui. Ho da fare.

Riattaccò, provando sia sollievo che rabbia. Chiara stava oltrepassando ogni limite.

Quando Marco tornò dal lavoro quella sera, Elena sapeva già che la conversazione sarebbe stata difficile.

Marco, iniziò con calma, tua sorella ha chiamato di nuovo.

Lui si tolse le scarpe senza fretta di guardarla.

E allora?

Ha chiesto la mia carta. Per un suo progetto.

Marco si fermò, sorpreso.

E cosa le hai risposto?

Ovviamente no.

E perché non potevi aiutarla? disse brusco. È Chiara, dopotutto.

Elena sospirò lentamente, cercando di non esplodere.

Marco, nella vostra famiglia non distinguete una richiesta da unaudacia? Non può cavarsela da sola?

Elè, non ha chiesto milioni. Tu complici sempre tutto.

Lo guardò incredula.

Io complico? Eppure è lei che pensa di poter continuare così allinfinito.

Marco tacque, poi borbottò:

Aveva solo bisogno di aiuto, tutto qui.

Sì, e poi sparisce, e tocca a noi gestire le conseguenze.

Fece un gesto vago e si allontanò verso la camera.

Elena rimase seduta al tavolo, sentendo qualcosa spezzarsi dentro di lei definitivamente. Non ne poteva più. Chiara non si limitava a intromettersi nella loro vita: la stava distruggendo.

Per tutta la sera, Elena pensò a come porre fine a tutto. Un piano prese forma nella sua mente: calmo, razionale e, soprattutto, definitivo.

***

La settimana dopo, furono invitati a una cena di famiglia dai parenti di Marco. Cerano quasi tutti: nonni, zie, zii, cugini. Chiara era, come sempre, al centro dellattenzione, vantandosi dei suoi “progetti per il futuro”. Elena osservava la scena con aria tranquilla, quasi impassibile.

Marco era seduto accanto a lei, nervoso, come se presagisse qualcosa di sgradevole.

Allora, continuò Chiara rivolgendosi a tutti, stiamo lanciando un progetto fantastico con la mia vicina. Tutto fatto con i nostri mezzi, sapete comè difficile oggi.

Elena tossì per attirare lattenzione.

Chiara, non dici che nel tuo progetto cerchi di usare i soldi degli altri?

Tutti si irrigidirono. Chiara sembrò non rendersi conto che la domanda era per lei.

Che vuoi dire? la sua voce era tesa.

Mi haiElena incrociò le braccia, guardandola dritto negli occhi, e concluse: *”Una famiglia si sostiene, ma non si sfrutta.”*

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

18 − one =

L’inaspettato arrivo di una cognata impertinente