27 Luglio 2023
Oggi sono stata a cena da mamma con mia sorella. Un disastro, come sempre. La solita storia.
“Sostieni tua sorella in difficoltà,” ha detto mamma appena sedute a tavola, fissandomi con quegli occhi che già sapevo cosa avrebbero detto dopo. “Non vuoi aiutare tua sorella? Dopo il divorzio è fragile,” ha aggiunto, puntuale come un orologio svizzero.
Io e Beatrice eravamo lì, immobili, a subire il solito sermone.
“Quel Luca tuo marito è un bamboccio viziato!” ha sbottato mamma, senza mezzi termini. “Fa il lavoretto a chiamata, ma cosa porta a casa? Due spicci!”
“Ma tre mila euro al mese non ti sembrano abbastanza?” ha reagito Beatrice, stizzita.
“Non mi interessa. Limportante è che ti mantenga degnamente,” ha replicato mamma, con quella smorfia che le si stampa in faccia quando non le piace qualcosa.
“Lo fa,” ha borbottato mia sorella, ma ormai la frittata era fatta.
“Non mi pare! Ieri ancora mi hai chiesto duecento euro,” ha ribattuto mamma. “Se non è capace di mantenerti, divorzia! Trova uno meglio! E poi, quel modo di parlare sembra abbia la quinta elementare a metà.”
“Mamma, stai esagerando,” ho detto io, cercando di difendere Beatrice.
“Dico solo la verità! È pure rosso di capelli e parla come se avesse la bocca piena di polenta,” ha sogghignato mamma, alzando gli occhi al cielo. “Senti, Bea, meriti di meglio. Prima che sia troppo tardi, lascialo.”
Ma perché Luca è un artigiano bravissimo e poi laspetto non è tutto,” ho provato a dire, vedendo come mamma stesse mettendo sotto pressione mia sorella. “Se contano solo i soldi, lui ha un bilocale, una macchina, e ama Bea. Questo dovrebbe bastare!”
Mamma mi ha guardato con quel suo sguardo di disapprovazione, come se mi stessi intromettendo in affari che non mi riguardavano.
“Tu, che vivi sola e hai quasi quarantanni, piantala con i tuoi consigli,” mi ha risposto, spazientita. “Alla tua età, dovresti accontentarti di quello che passa il convento.”
Beatrice se ne stava zitta, a osservare alternatamente me e mamma con quellaria impassibile che la contraddistingue.
“Ti emozioni per un monolocale in un palazzo vecchio e una Panda scassata niente che possa fare colpo!” ha continuato mamma, sprezzante.
“Bea, tu cosa ne pensi?” le ho chiesto. “Hai qualcosa da dire?”
“Non so forse mamma ha ragione,” ha sussurrato, passando dalla difesa di Luca allaccettazione delle parole di mamma. “Ultimamente mi ha pure detto che dovrei cercarmi un lavoro”
“Visto!” ha esclamato mamma, incrociando le braccia. “Ecco dove siamo arrivati. È raccapricciante pensare a cosa verrà dopo.”
“E perché Bea non dovrebbe lavorare? Pochi possono permettersi di starsene con le mani in mano. Anzi, mi stupisce che Luca non glielabbia detto prima,” ho detto io.
“Ma perché lo difendi a tutti i costi?” mi ha chiesto mamma, sgranando gli occhi.
“Perché ho paura che, con questa pressione, rovinerai la vita di Bea,” ho risposto, cercando di mantenere la calma.
“Non sono affari tuoi!” ha sbottato mamma. “Dai pure i tuoi consigli, ma Bea merita di più. Se Luca la amasse davvero, farebbe di tutto per renderla felice. Invece, oltre a non avere un bellaspetto, non ha neanche i soldi”
Beatrice, a bocca aperta, sembrava ipnotizzata dalle parole di mamma.
E così, i rimproveri hanno fatto effetto. Presto, Bea ha iniziato a criticare Luca.
“Sei contento del tuo stipendio?” gli ha chiesto una sera.
“Non male, perché?”
“Io no,” ha risposto scuotendo la testa. “Dovresti cercare altro.”
“Altro? Sto bene dove sono.”
“Io no!” ha tagliato corto. “Quel monolocale, quella macchina che sembra un rottame niente di cui vantarsi con le amiche!”
“Strano prima ti andava bene,” ha commentato Luca, perplesso. “Cosè cambiato?”
“Nulla, ho solo aperto gli occhi. Prima lamore mi accecava, ora vedo chiaro.”
“Capisco,” ha risposto lui, indifferentemente, sperando finisse lì.
Ma sotto linfluenza di mamma, Bea ha continuato.
“Questo tuo scontento mi sta stancando,” ha sbuffato Luca. “Ho capito, ma non posso farci niente.”
“Voglio un marito che migliora, non uno che ristagna.”
“Scusa se non sono allaltezza!” ha ribattuto lui, andandosene. “Fai le valigie.”
“Dove devo andare?”
“Dove troverai un attico e una Mercedes,” ha detto secco. “Non mi perdonerei mai se restassi con un incapace come me. Troverai uno che ti coprirà doro e diamanti. Io non posso.”
Mamma è stata la prima a sapere che Luca aveva cacciato Bea.
“Che cafone! Chi lavrebbe detto? Non avresti dovuto sposarlo!” ha strillato, imprecando contro di lui.
“Io gli chiedevo solo di migliorarsi,” piagnucolava Bea.
“Di un rozzo non ci si può aspettare niente di buono. Troverai meglio, e Luca si pentirà,” lha consolata mamma.
Senza casa né marito, Bea si è trasferita nella sua vecchia camera da mamma.
“Cosa farai ora?” le ho chiesto un giorno.
“Nulla,” ha risposto fissando il telefono.
“E lavorare? Ci hai pensato?”
“No. Tanto troverò uno più ricco.”
“Smettila di tormentarla!” è intervenuta mamma. “Ha bisogno di riposo.”
Per quasi due mesi, lha mantenuta mentre Bea marciva sul divano.
Poi, realizzando di non farcela, mamma mi ha chiamata.
“Non vuoi aiutare tua sorella?” mi ha chiesto seccamente.
“Con cosa?”
“Economicamente. È dura per noi.”
“Chi ti ha fatto mettere in testa a Bea di lasciare Luca?” ho ribattuto. “Senza di te, sarebbero ancora insieme.”
“Ah!” ha esclamato mamma, portandosi una mano al cuore. “Come ti permetti? Luca è un cretino! Non ha retto una donna così e ha mollato. Vattene, non ti voglio più qui!”
Bea è apparsa alle sue spalle, fissandomi.
“Difendi chi mi ha tradita e cacciata?”
“La colpa è tua! Smettila di ascoltare mamma”
“Vuoi darmi lezioni tu, che sei zitella?” ha sbottato.
Ho scrollato le spalle e sono uscita.
Non avevo più voglia di parlare con loro. E loro, chiaramente, non cercavano più me.