La vita è breve per esitare

Oggi ho deciso di scrivere di come la vita sia fugace e imprevedibile. È complicata, a volte ingiusta, ma a volte ci regala sorprese che le danno un nuovo significato. Ci offre la possibilità di rimediare agli errori del passato, di capire i veri valori e di diventare persone migliori.

Pietro Zanetti aveva perso la moglie otto anni prima e da allora non si era più risposato. Allinizio aveva vissuto con suo figlio Luca in quella grande casa a due piani a Firenze, dove ogni angolo era curato e accogliente, tutto sistemato dalle mani della moglie Elena. Ma lei se nera andata, lasciandolo solo con il figlio. Da allora, Pietro non aveva spostato nemmeno un mobile. Tutto era rimasto come al tempo di Elena. Lui e Luca mantenevano la casa pulita, entrambi erano persone ordinate.

Luca aveva finito il liceo ed era entrato alluniversità. Era un bel ragazzo, le ragazze gli correvano dietro già a scuola, e lui non si tirava certo indietro.

“Luca, non è giusto come ti comporti con le ragazze,” gli diceva il padre. “Un giorno qualcuna ti porterà a casa un figlio prima del tempo. Allora capirai, e dovrai sposarti.”

Alluniversità era la stessa storia. Quando Luca si era trasferito a Bologna per studiare, Pietro era rimasto solo. Ma non aveva fretta di conoscere altre donne, forse perché non riusciva a dimenticare la sua amata Elena. Tra loro cera stato un amore vero, quello che capita di rado nella vita.

Un giorno, gli fece visita il suo vecchio amico e compagno di scuola, Marco. Erano seduti in giardino, facevano una grigliata e chiacchieravano.

“Come sta Luca? E tu come vai avanti?” chiese Marco.

“Tutto bene, il lavoro va a gonfie vele. Luca è la mia mano destra, mi aiuta dopo luniversità, ma ancora non si sposa. In questo non mi assomiglia per niente,” rise Pietro. “Lanno prossimo penso di ampliare lazienda. E tu invece?”

“Anche io non mi lamento. Sai, ho la mia fattoria, ho imparato tanto. E poi mi sono risposato, sai che mi sono lasciato con Anna. Adesso ho una moglie più giovane, quasi ventanni meno di me. Però con mia figlia non riesco più a parlare. Si arrabbia, anche se è sposata pure lei, non le piace che la mia nuova moglie sia così giovane. Ma pazienza, spero che col tempo le cose si sistemino,” raccontò Marco. “Tu invece, Elena è morta tanto tempo fa, e sei ancora solo. Dovresti pensare a risposarti, senza una donna è difficile.”

“No, Marco. Non ci penso per ora. Ci sono tante donne disponibili, e lattenzione femminile non mi manca, lo sai. Persino in ufficio ci sono donne perbene. Ma per ora non voglio rifarmi una famiglia,” spiegò Pietro.

Vicino a lui abitava Margherita, una donna bella e gentile, che aveva perso il marito tre anni prima e viveva sola. Sua figlia era sposata. Pietro parlava spesso con lei, e in fondo lei gli piaceva, ma Margherita si comportava con compostezza, come si addice a una vedova. Niente allusioni, solo qualche torta fatta in casa o mele dal suo giardino. Si erano scambiati i numeri di telefono, su suggerimento di Margherita:

“Pietro, scambiamoci i numeri. Viviamo entrambi soli, non si sa mai. Se non ci vediamo per un po, ci possiamo sentire.”

“Hai ragione, Margherita. La vita è imprevedibile,” concordò Pietro.

Dopo aver salutato Marco e dopo la grigliata e un bicchiere di grappa (anche se entrambi avevano bevuto poco), Pietro andò a dormire. Il giorno dopo, tornando a casa, vide una giovane ragazza davanti al cancello. Scese dalla macchina e le chiese:

“Cerchi Luca? Lui non vive più qui, è trasferito a Bologna.”

“Lo so, Pietro. Sono venuta per lei,” rispose la ragazza con una voce dolce. “Mi chiamo Veronica.”

“Per me? Interessante,” disse lui, mentre lei gli tendeva una foto di una bambina. “Questa è mia figlia, Chiara, ha quattro anni.”

“Aspetti, Veronica. Non mi prenda in giro. Risolva con Luca, se cè qualcosa da dire.” Chiuse il cancello ed entrò in casa.

Sei mesi prima era venuta unaltra ragazza con un bambino, ma dopo il test del DNA era risultato tutto falso. Per questo non si fidava più. Entrando in casa, borbottò:

“Eh, Luca, quante altre ragazze verranno a cercarmi? Domani glielo dirò chiaramente: è ora che si sposa.”

Più tardi, uscito in giardino per dare da mangiare a Bruno, il suo fedele cane, vide una cartellina infilata nel cancello. Dentro cerano la foto della bambina e altri documenti. La prese e la mise su una mensola in casa:

“Va bene, la guarderò più tardi. Cosa potrei mai trovarci di interessante?”

Tra il lavoro e gli impegni, si dimenticò di Veronica e di quella cartellina. Con Luca ne parlò, ma lui, come al solito, rise e cambiò discorso.

Passò quasi un anno. Un giorno, mentre era in ufficio, il telefono squillò. Rispose:

“Pronto. Cosa? Non è possibile! Quando?” Premette un tasto, entrò la segretaria e, vedendolo pallido, gli porse un bicchiere dacqua.

Un dolore immenso lo travolse. Il suo unico figlio, Luca, era morto in un incidente stradale. Pioveva forte, stava tornando da una trasferta a Milano e aveva perso il controllo dellauto.

I funerali furono un vuoto per Pietro. Ricordava solo che Marco si era occupato di tutto e che Margherita gli aveva dato acqua e medicine. Dopo la cerimonia, finì in ospedale. Aveva avuto un micro-infarto.

Marco lo andava a trovare spesso, e Margherita era sempre lì.

“Ho dato da mangiare a Bruno, mi conosce e accetta il cibo da me. Ma si vede che gli manchi,” raccontava Margherita. “Tengo docchio la casa, e anche Marco passa spesso. Non ti preoccupare per queste cose.”

Sapeva che perdere un figlio era un dolore insostenibile.

Una volta Pietro scoppiò a piangere. Margherita non se laspettava, ma lui le disse:

“Rita, non ho più nessuno. Sono solo. Sarei dovuto morire anchio, sarei stato con i miei cari.”

“Pietro, non dire così! Se Dio ti ha lasciato qui, un motivo cè.”

“Grazie, Rita. E chiamami pure tu, mi fa sentire più vicino. Non lasciarmi solo, sennò impazzisco. Ti ripagherò per tutto.”

“Ma che dici? Siamo vicini di casa, che pagamenti. Ho preso ferie dal lavoro, non preoccuparti,” rispose Margherita.

Un giorno le chiese:

“Senti, Rita, vai a casa mia e sulla mensola cè una cartellina con dei documenti. Me li porti? Per qualche ragione me ne ero dimenticato.”

Il giorno dopo Margherita gli portò la cartellina lasciata da Veronica. Pietro studiò a lungo quei fogli e trovò un test che dimostrava che Chiara era la figlia di Luca. Cerano copie dei documenti che provavano che era sua nipote. E altri che attestavano che Veronica era gravemente malata. Si girò verso Margherita:

“Posso chiederti un altro favore? Potresti andare a questo indirizzo e chiamare questa donna?”

Margherita accettò, anche se qualcosa le strinse il cuore. Lei si prendeva cura di lui, e lui mandava a chiamare unaltra. Ma dopo due ore tornò.

“Dovè Veronica? Si è offesa e non

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