Ecco come è finito che è cresciuto dalla nonna, anche se la mamma era viva.

E così andò che Luca fu cresciuto dalla sua nonna, anche se sua madre era ancora viva. Devi sapere che sua mamma era una donna splendida, bellissima e di buon cuore. Però lavorava come cantante lirica al Teatro alla Scala, e per questo era quasi sempre in tournée. Con tutte quelle partenze, alla fine si lasciò pure con suo marito, il padre di Luca. Così, di fatto, il ragazzo crebbe solo con la nonna.

Fin da piccolo, Luca ricordava che, tornando a casa nel loro palazzo a Milano, alzava sempre lo sguardo verso il quarto piano e vedeva la sagoma della sua adorata nonna affacciata alla finestra della cucina, che lo aspettava impaziente. E ogni volta che lei lo salutava da lassù, lui rispondeva con un gesto della mano.

Ma quando Luca compì venticinque anni, la nonna se ne andò. Ora, tornando a casa e non vedendo più quella cara figura alla finestra, si sentiva un vuoto terribile. Anche quando sua madre cera, Luca si sentiva solo. Ormai tra loro non cera più dialogo, nessun interesse in comune. Non parlavano neanche delle cose di casa, come se fossero estranei.

Passarono un paio di mesi dalla morte della nonna, e allimprovviso Luca decise di trasferirsi a Roma. Del resto, faceva linformatico, una professione ricercata ovunque. Online trovò unazienda che gli offriva un buon stipendio e pure laffitto pagato per i primi tempi. Sua madre ne fu contenta. Tanto ormai sei grande, gli disse, devi farti la tua vita lontano da me.

Dalla casa portò via solo una cosa: la tazza preferita della nonna, come ricordo, e pochi vestiti. Con la borsa da viaggio in spalla, Luca lanciò un ultimo sguardo alla finestra della cucina, ma non vide nessuno. Sua madre non si era nemmeno affacciata per salutarlo. Un taxi lo portò velocemente alla stazione, e poco dopo era già sdraiato sulla cuccetta del treno notturno.

Lindomani, il treno arrivò puntuale. Luca trovò lufficio dove aveva firmato il contratto, si registrò e poi andò a cercare un appartamento tra quelli che aveva visto online. Mentre girava per la città con il navigatore del telefono, notò allimprovviso un palazzo. Sembrava identico al suo a Milano. Certo, tutti quei condomini degli anni 60 si somigliano, ma a Luca parve che quel posto avesse qualcosa di speciale. Forse perché i telai delle finestre erano dipinti dello stesso strano color turchese.

Senza pensarci, deviò dal percorso e si avvicinò lentamente. Voleva solo fermarsi un attimo, ricordare la nonna. Avvicinandosi, alzò automaticamente lo sguardo verso la finestra che avrebbe dovuto essere quella della cucina, e allimprovviso si bloccò. Quasi gli venne un giramento di testa. Al quarto piano, dietro il vetro, cera la sagoma della nonna. La riconobbe subito, e il cuore gli balzò in gola.

Luca era una persona razionale e sapeva che era impossibile. Chiuse gli occhi, si voltò e fece per andarsene. La ragione gli diceva che dietro quella finestra cera unaltra anziana, ma il cuore gli urlava: Fermati! È lei! E lui obbedì al cuore. Si girò di nuovo e alzò lo sguardo.

La nonna era ancora lì. Luca non resistette. Con la borsa in spalla, corse verso il palazzo, salì di corsa al quarto piano e, trovando la serratura della porta rotta come nel suo vecchio appartamento, suonò il campanello. La porta si aprì e una ragazza in vestaglia, con aria assonnata, lo fissò confusa.

Cosa vuoi?

Io? Vorrei la nonna.

La nonna? ripeté lei, sorpresa. Poi sorrise e gridò dentro casa: Mamma! Cè uno che cerca la nonna!

Mentre aspettava, la ragazza lo osservava con curiosità. A Luca girava già la testa, e sentiva il cuore fermarsi.

Chi mi chiama? apparve una donna sulla cinquantina, ugualmente in vestaglia.

Mamma, non crederai mai, rise la ragazza. Questo ti ha chiamata nonna.

Aspetti, sussurrò Luca. Non chiamavo lei Io Là, nella vostra finestra in cucina cera la nonna la mia lho vista davvero.

Ma sei fuori? sbottò la ragazza. Qui non cè nessuna nonna! Viviamo solo io e mamma! Capito?

Sì, scusi mi sono confuso A Luca tutto cominciava a sfocare. Fece un passo indietro, appoggiò la borsa a terra e si sostenne al muro per non cadere. Scusate Aspetto un attimo qui e poi vado.

La ragazza stava per chiudere la porta, ma la madre la fermò.

Ehi, ragazzo, disse premurosa, come ti senti?

Bene mentì lui piano. Non si preoccupi.

A me sembra che la tua pressione sia a 200. Sei rosso come un peperone! Su, vieni. Lo prese per il braccio e lo guidò dentro, ordinando alla figlia: Sofia, prendi la sua borsa! E portami lo sfigmomanometro! Subito!

La figlia, con gli occhi sgranati, eseguì.

La donna fece sedere Luca sul divano dellingresso e, senza parlare, gli misurò la pressione. Poi tornò a dare ordini.

Prendi la mia borsa. Ho delle fiale Poi chiamiamo lambulanza.

No, niente ambulanza! si spaventò lui. Sono appena sceso dal treno Non ho ancora nemmeno trovato casa

Ascolta mia madre! intervenne Sofia. Lei è un medico, capisci?

Non sei di qui? chiese la donna.

Luca annuì senza parlare, poi ripeté:

Vi prego, non chiamate nessuno Domani ho il primo giorno di lavoro

Zitto! La donna gli fece già liniezione. Hai mai avuto crisi così?

No.

Quanti anni hai?

Venticinque.

Problemi al cuore?

No, sto benissimo.

Benissimo? Con una pressione da 180? Non è normale.

Sarà lemozione.

Quale emozione?

Ho visto mia nonna alla vostra finestra. Morta da mesi.

La nonna?

Sì. Ma non cè nessuna nonna qui, vero?

Che tipo strano rise Sofia. Te lho detto, siamo solo io e mamma. Ma se ti tranquillizza, vado in cucina a controllare.

Sofia entrò in cucina e dopo un attimo urlò:

Mamma! Ma cosè questo?! Tornò subito dopo, con una tazza in mano. Da dove viene? Non labbiamo mai avuta!

Luca sorrise senza senso.

È la tazza della nonna Lavevo presa con me Dovrebbe essere nella mia borsa.

Dovè la tua borsa?

Eccola, indicò il borsone vicino alla porta. La tazza dovrebbe esserci dentro.

I tre svuotarono tutto, ma della seconda tazza nessuna traccia.

Quel mistero, ancora oggi, non ha spiegazione. Soprattutto per la madre di Sofia, che due mesi dopo divenne la suocera di Luca. Davvero una storia strana.

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