**Diario di Luca Bianchi**
“Davvero abbiamo costruito una grande casa senza motivo?” brontolò mia suocera. “Allora ridateci metà del suo valore!”
“Devo parlare seriamente con te,” disse la donna dai capelli corti, sedendosi di fronte a Ginevra. “Prima che iniziassi a frequentare mio figlio, ci sono alcune cose che devi sapere.”
Ginevra, una bionda slanciata, la fissò stupita. Quella era solo la terza volta che vedeva la futura parente in vita sua.
“Dunque, se vuoi entrare nella nostra famiglia, devi capire che per Matteo i più importanti siamo noi, i genitori!” esclamò Antonella Romano con orgoglio. “Non vogliamo una nuora che comandi nostro figlio.”
“Ma io lo comando?” lo interruppe Ginevra.
“Aspetta, finiscimi di parlare! Abbi un po di pazienza,” ribatté seccamente la donna.
La ragazza abbassò subito lo sguardo e arrossì. Non voleva offendere la madre di Matteo. Si frequentavano da poco, e Ginevra non voleva rischiare.
“Sì,” continuò Antonella, “la nostra famiglia ha già un piano: quando Matteo si sposerà, ci trasferiremo tutti nella casa che abbiamo quasi finito di costruire. Vivremo insieme come una grande famiglia!”
“Fantastico!” rispose Ginevra, forzando un sorriso.
Antonella, sorpresa da quella reazione, alzò un sopracciglio. Non si aspettava che la futura nuora accettasse così in fretta.
“Che bello che sei daccordo! Sono sicura che diventeremo grandi amiche,” disse con unocchiata furba.
Subito dopo cominciò a lodare Ginevra con Matteo, descrivendola come premurosa e intelligente. Vedendo ciò, Ginevra si sforzò ancora di più per compiacerla, regalandole piccoli doni con e senza motivo.
Un anno dopo, Antonella, temendo che i due potessero non sposarsi, iniziò a spingere il figlio verso il grande passo.
“Quando le farai la proposta?” chiedeva quasi ogni giorno. “Se aspetti troppo, potrebbe lasciarti, e poi te ne pentirai”
Convinto dalle sue parole, Matteo propose a Ginevra, che accettò con gioia. I genitori pagarono per il matrimonio, e Ginevra si convinse di aver scelto luomo perfetto.
I primi tre mesi li passarono in affitto, poi Antonella annunciò trionfante: “La casa è pronta! Prendete le vostre cose, noi faremo lo stesso!”
“Perché? Stiamo bene qui!” sbottò Ginevra, che non aveva intenzione di vivere con la suocera.
“Come, perché? Avevamo un accordo!” esclamò Antonella, scioccata.
“Trasferitevi pure voi, chi ve lo impedisce?” rispose Ginevra con tono altezzoso.
Antonella rimase senza parole. “Aspetta, mi avevi promesso,” disse poi, calma ma fredda.
“Che importa quello che dicevo allora? Ora cambio idea e non voglio vivere con voi!” replicò Ginevra. “E visto che vi siete trasferiti, noi prenderemo il vostro appartamento!”
“Che cosa? Ma sei pazza!” sbottò Antonella. “Ingrata!” E riattaccò furiosa.
Ginevra ascoltò il segnale di linea occupata e posò il telefono con aria sconcertata. Poco dopo, sentì squillare il cellulare di Matteo in cucina. Dopo mezzora, quando riapparve, lo trovò cupo e arrabbiato.
“Che succede?” le chiese brusco.
“Cosa cè di male?” replicò lei incrociando le braccia.
“Mi ha chiamato mia madre. Vuole i soldi”
“Quali soldi? Per cosa?”
“Per la casa. Le avevi promesso qualcosa prima del matrimonio?”
“Nulla,” mentì Ginevra.
“Le avevi detto che avremmo vissuto lì, vero?”
“E allora? Allepoca ero daccordo, ora no.”
“Ma io no! Pensavo fosse una sua fissazione. La casa è rimasta lì per tre anni, poi lha finita dopo il nostro matrimonio. Tutto per te!”
“Be, lha finita e pazienza!”
Matteo non replicò, ma quando Antonella richiamò, le passò il telefono. “Parla tu ora!”
Appena sentì la nuora, Antonella attaccò: “Restituiteci i soldi della casa!”
“Quali soldi? Sei ubriaca?”
“Quindi abbiamo costruito per niente? Allora ridateci metà del valore!”
“Quale metà?”
“Cinquecentomila euro! Me li dovete!” urlò Antonella. “Altrimenti”
“Che mi farete? Non ho firmato nulla!”
“Allora non vi parleremo più!”
“Santo cielo,” rise Ginevra, riattaccando.
Da quel giorno, Antonella pretese da Matteo cinquemila euro al mese. “Così ci metterai dieci anni!” protestò. “O trasferitevi, o aumenti la cifra.”
Matteo accettò, ma Ginevra si rifiutò. Dopo sei mesi, si lasciarono.
**Lezione:** Le promesse fatte in fretta possono costare care. Meglio chiarire tutto prima, o si rischia di perdere più di un legame.