Tua moglie è davvero quella che credi che sia?

**5 Marzo 2004**

Mio Dio, che giornata. Ero seduto in macchina dopo il lavoro quando il mio collega, Matteo, mi ha bloccato con una notizia che mi ha lasciato senza fiato.

“Luca, non volevo dirtelo il giorno del tuo matrimonio ma lo sapevi che tua moglie ha una figlia?” mi ha sussurrato, fissandomi con uno sguardo pieno di pietà.

“Cosa intendi dire?” ho balbettato, rifiutandomi di credere a quelle parole.
“Mia moglie, che ha lavorato allospedale dove è nata la bambina, ha riconosciuto Giulia al vostro matrimonio. Ha detto che tua moglie ha firmato i documenti per abbandonare la piccola appena nata. Si chiama Sofia, cognome Rossettiproprio quello di Giulia. Era cinque anni fa.”

Ero paralizzato. Non potevo credere che Giulia, la donna che amavo, avesse fatto una cosa del genere. Decisi di scoprire la verità da solo.

Trovarono lorfanotrofio non fu difficile. La direttrice mi presentò una bambina con un sorriso luminoso ma con un occhio che strabuzzava leggermente. “Ecco Sofia Rossetti,” disse la donna. “Quanti anni hai, piccola?”

“Quattro,” rispose Sofia, avvicinandosi a me con curiosità. “Sei tu il mio papà?”

Il cuore mi si strinse. “Sì, piccola. Parliamo un po’. Ti piacerebbe avere una mamma e un papà?” domandai, anche se sapevo già la risposta.

“Voglio venire a casa con te!” esclamò, aggrappandosi alla mia mano.

Quando ne parlai con Giulia, la sua reazione fu gelida. “E io dovrei volere quella bambina? Guardala, è pure strabica!” urlò.

“È tua figlia!” ribattei, determinato. Allora non capivo perché non provasse nulla per quella creatura.

Ci vollero mesi prima che Sofia entrasse nella nostra casa a Milano. La sua gioia per ogni piccola cosauna tazza di cioccolata calda, un libro illustratomi spezzava il cuore. Feci curare il suo strabismo, e col tempo assomigliò sempre di più a Giulia. Ma non bastò.

Giulia la ignorava. Sofia cercava affetto, ma trovava solo porte chiuse. Una sera, durante un litigio, Giulia sbottò: “Perché hai portato questa selvaggina in casa mia? Non sarà mai normale!”

Mia madre mi aveva avvertito: “Giulia non è una donna onesta. Un giorno ti tradirà.” Ma lamore è cieco.

Un giorno, un amico mi disse: “Se vuoi smettere di amare una donna, misurala con il metro da sarta. Vedrai solo numeri, non il cuore.” Provai. Ma continuai ad amarla lo stesso.

Poi Sofia si ammalò. Aveva la febbre alta e piangeva, stringendo la sua bambola, Lina. Giulia, esasperata, gliela strappò di mano e la lanciò fuori dalla finestra. “Mamma, la mia Lina!” urlò Sofia, disperata. Corsi giù per otto piani, trovai la bambola coperta di neve e la riportai da lei.

Fu in quel momento che smisi di amare Giulia.

Divorziammo. Sofia rimase con me. Poco dopo, Giulia sposò un ricco imprenditore. Mia madre commentò: “A una donna come lei dovrebbero proibire di avere figli.”

Ora ho una nuova moglie, Anna, che ama Sofia come fosse sua figlia. E finalmente, la mia piccola ha trovato la felicità.

**Lezione imparata:** Lamore vero non è cieco. A volte, sono i figli a mostrarci chi siamo davvero.

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