«Non me lo perdonerai mai!» gridò la sorella, quando Ignazio decise di lasciare la famiglia, senza cedere alle manipolazioni per la nipote

“Non me lo perdonerai mai!” gridò la sorella quando Ignazio decise di lasciare la famiglia, senza cedere alle manipolazioni per amore della nipote.
Durante il pranzo domenicale a casa della madre, Ignazio notò che lei e sua sorella si scambiavano sguardi complici e sorrisetti incerti, cosa del tutto insolita per loro.
“Chissà cosa stanno tramando stavolta,” pensò nervosamente. “Speriamo non si siano messe in qualche affare rischioso. Sono così ingenue, cadono sempre nelle mani dei truffatori. E poi, non ammettono mai i loro errori, se non quando è troppo tardi. La mamma è anziana, ma Francesca… perché casca sempre in queste stupidaggini? Non è mica scemà!”
Ignazio spostò lo sguardo dalla madre alla sorella, poi alla nipote, seduta in silenzio, assortí nei suoi pensieri, come se il mondo intorno a lei non esistesse.
Per rompere quel silenzio imbarazzante, Ignazio le chiese:
“Allora, Ginevrina, come va luniversità? Ti piace?”
“Sì, zio, moltissimo! Tutto perfetto. Solo che…” lo guardò con timidezza.
“Che cè?” si stupì Ignazio. “Anchio ho studiato lì, e ne sono soddisfatto. Il diploma è prestigioso, mi hanno assunto subito, mi hanno strappato di mano, si può dire. E poi ho fatto carriera proprio grazie a quegli studi.”
“Esatto, Ginevra,” intervenne la madre, “lo zio Ignazio si è fatto tutto da solo, senza raccomandazioni, ha vinto una borsa di studio, si è laureato con lode. È un esempio per te. Non mi ha mai dato problemi, e ha sempre aiutato tua madre!”
“Sì, Ignazio è un fratello meraviglioso,” sorrise Francesca, “ha sempre fatto di tutto per me. Ha aiutato a crescere Ginevrina dopo il divorzio da Vittorio. E ha sostituito il padre per mamma dopo la sua morte. È un vero uomo, un protettore.”
“Qualcosa non quadra,” pensò Ignazio. “Vogliono qualcosa da me, ecco perché sono così affettuose. Di solito Francesca mi incolpa del suo divorzio, perché non andavo daccordo con quel buono a nulla di Vittorio. Come potevo? Pensava solo a ubriacarsi e non ha mai lavorato seriamente. Io stesso gli ho trovato diversi impieghi, ma non duravano mai più di due settimane. Si lamentava sempre degli stipendi bassi, diceva che gli trovavo lavori umilianti, che lui era unanima artistica in cerca di sé. E ora improvvisamente sono il fratello perfetto? Ma certo!”
Dopo il caffè, si spostarono in salotto davanti alla televisione, ma dallatmosfera tesa, Ignazio capì che il discorso importante doveva ancora arrivare.
“Ascolta, Ignazio,” iniziò la madre, “cè una cosa di cui dobbiamo parlare…”
“Vedi, fratellino,” intervenne Francesca con tono dolce, “Ginevrina è grande ora, non vuole più vivere con me.”
“Logico,” rise brevemente Ignazio. “È adulta, avrà pure un fidanzato, vero, Ginevrina?”
La ragazza abbassò gli occhi, arrossendo.
“È normale alla sua età,” continuò Ignazio. “I giovani devono diventare indipendenti. Se non vuole stare con te, può chiedere un alloggio universitario.”
“Un alloggio?!” esclamò indignata la madre, Irma. “Lo sai comè là dentro!”
“Non è affatto male!” ribatté Ignazio. “È tutto sotto controllo. E non ci vedo nulla di male. È ora che si stacchi dalla gonna della mamma e impari a cavarsela da sola.”
“No, Ignazio, non hai capito,” disse Francesca conciliante. “Ginevrina ha diciannove anni, ha un ragazzo, un bravo giovane, si chiama Alessandro. Potrebbero avere un futuro insieme. Ma bisogna pensarci ora. Lalloggio è temporaneo, e poi?”
“E poi troverà lavoro e affitterà una casa. O magari potrà accedere a un mutuo. Oppure usufruire dei programmi per giovani laureati che danno incentivi per trasferirsi in provincia.”
“No, zio, non voglio andare in provincia,” fece la bocca storta Ginevrina. “Vorrei andare a Milano. Ma lì gli affitti sono troppo cari.”
“Ecco perché bisogna darle una spinta,” disse la nonna. “Ignazio, tu puoi aiutarla.”
“In che modo?”
“Potresti accedere a un mutuo agevolato. Io e Francesca abbiamo messo da parte qualcosa per il suo futuro, ma tu dovresti farti carico del mutuo. Hai amici nel settore informatico, quel tuo compagno di scuola, Sergio Rossi, ci ha parlato di questa opportunità. Sarebbe disposto ad assumerti formalmente. Ti prego, fallo per tua nipote.”
“Mamma, quante volte devo dirtelo? Non mi metto in affari loschi. Non ho diritto a nessun mutuo agevolato.”
“Lo so, ma Sergio ci ha spiegato che si può sistemare…”
“Non voglio sapere cosa ha detto Sergio. È una truffa! Non rovinerò la mia reputazione per un appartamento regalato. Io mi sono fatto tutto da solo, senza chiedere favori. E Ginevrina farà lo stesso. Finirà luniversità, troverà lavoro, e voi nel frattempo potrete risparmiare. Contribuirò anchio, ma senza sotterfugi.”
“Zio, sono adulta, voglio essere indipendente. Potrei lavorare per contribuire alle rate…” iniziò Ginevrina.
Francesca le lanciò unocchiata severa, ma la ragazza continuò:
“Non dovresti pagare tutto tu. Mamma e nonna hanno detto che coprirebbero metà delle rate. Tu dovresti solo aiutarci un po. Limportante è il mutuo agevolato, gli interessi sono bassissimi.”
“Ah, quindi avete già deciso che devo pagare io? Splendido! Dividete i miei soldi senza neanche consultarmi. A quanto pare, non vi basta la truffa, volete anche che mi accolli il mutuo. Perché non dirmelo subito? ‘Ignazio, compra un appartamento a Ginevrina, perché è grande e vuole essere indipendente… ma a spese tue!’ Un adulto vero si mantiene da solo.”
“Ignazio, perché sei così testardo?” disse Francesca con le lacrime agli occhi. “Guarda come piange! Non ti stiamo chiedendo soldi. Lei credeva di poter contare su di te, e tu la deludi. Non ha un padre, sei stato tu a sostituirlo, e ora…”
Anche Ginevrina singhiozzava:
“Zio, questa opportunità potrebbe non ripresentarsi mai più. Hai visto i tassi dinteresse? Abbiamo pensato a tutto. Mamma ha già parlato con zio Sergio, non dovresti fare quasi nulla… Basterebbe firmare qualche documento…”
“Basta così!” tagliò corto Ignazio. “Non mi metto in niente di illegale. E visto che conosco Sergio, gli farò una telefonata per avvertirlo che denuncerò le sue truffe. Francesca, gli hai già dato dei soldi?”
La sorella impallidì. “Non gli ho dato niente! Non osare chiamarlo! Lui voleva solo aiutarci, e tu…”
“Ignazio, non ti riconosco!” intervenne Irma. “Sei un fratello, uno zio, devi aiutare la tua famiglia. Chi altro lo farà, se non tu?”
“Ecco, mamma, vedi che razza di parente è? Appena si parla di soldi, scappa. Non tira fuori un centesimo. Ti aiuta pure a malincuore, nonostante la tua pensione misera.”
Ignazio rimase senza parole.
“Vuoi dire che non vi ho mai aiutate?” riuscì a dire.
“Appena si tratta di una cifra seria, ti tiri indietro. Lei dovrà lavorare tutta la vita per pagare un mutuo trentennale

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

seven + thirteen =

«Non me lo perdonerai mai!» gridò la sorella, quando Ignazio decise di lasciare la famiglia, senza cedere alle manipolazioni per la nipote