Tua moglie è davvero come la immagini?

Giorgio, tua moglie è davvero quella che credi?
Non volevo dirtelo il giorno del matrimonio ma sapevi che tua moglie ha una figlia? Il mio collega mi inchiodò al sedile, le parole pesanti come macigni.

Che intendi dire? Mi rifiutavo di crederci.
Mia moglie, vedendo la tua Romina alle nozze, mi sussurrò allorecchio: “Chissà se lo sposo sa che la sua sposa ha lasciato una bambina in orfanotrofio?” Immagina, Giorgio! Mia Diamante è unostetrica, ha visto tutto. Ricorda Romina per un neo sul collo. Disse che la bambina si chiama Lucia Zilli e che è nata cinque anni fa. Il collega attese la mia reazione con occhi curiosi.

Rimasi impietrito al volante. Ecco la verità.
Decisi di scoprire tutto da solo. Non volevo credere a quelle parole, ma Romina non era certo una ragazzina ingenua. Aveva trentadue anni quando ci siamo incontrati, certo aveva una vita prima di me. Ma come si fa ad abbandonare una figlia?

Grazie a qualche conoscenza, trovai presto lorfanotrofio dove viveva Lucia Zilli.
La direttrice mi presentò una bambina con un sorriso luminoso:
Ecco la nostra Lucia Zilli. Quanti anni hai, tesoro?
Non potevo non notare il suo occhio storto. Mi strinse il cuore. Era la figlia della donna che amavo! Mia nonna diceva sempre: “Un figlio storto è pur sempre un miracolo.”
Lucia si avvicinò con coraggio:
Quattro anni. Sei tu il mio papà?

Rimasi senza parole. Cosa si risponde a una bambina che vede un padre in ogni uomo?
Lucia, dimmi: vorresti avere una mamma e un papà? Domanda stupida, ma volevo già abbracciarla e portarla a casa.
Sì! Mi porterai con te? Mi fissava con occhi pieni di speranza.
Ti porterò, ma più tardi. Aspetterai, piccolina? Mi moriva il cuore.
Aspetterò. Non mi mentirai? Diventò seria.
No, piccola. Le baciai la guancia.

A casa, raccontai tutto a Romina.
Non mi importa del passato, ma dobbiamo prendere Lucia. La adotterò.
E a me hai chiesto se la voglio? Quella bambina ha pure un occhio storto! Romina alzò la voce.
È tua figlia! Faremo operare quellocchio, sistemeremo tutto. È una meraviglia, la amerai! Non capivo la sua freddezza.
Alla fine, quasi a forza, la convinsi.

Passò un anno prima che potessimo portare Lucia a casa. Io la visitavo spesso allorfanotrofio, eravamo diventati amici. Romina invece cercò perfino di fermare ladozione. Ma insistetti.
Finalmente, Lucia varcò la soglia di casa nostra. Ogni cosa la stupiva, la riempiva di gioia. Dopo un anno e mezzo di cure, il suo occhio guarì senza chirurgia. Assomigliava sempre di più a Romina. Ero felice: avevo due bellezze in casa.

Ma Lucia non si saziava mai. Dormiva con un pacchetto di biscotti, incapace di lasciarli. Romina si irritava, io mi stupivo.
Cercai di tenere unita la famiglia, ma Romina non riuscì mai ad amare sua figlia. Amava solo se stessa. Le nostre litigate diventarono sempre più aspre.
Perché hai portato questa selvaggina in casa? Non diventerà mai una persona normale! gridava Romina.

Amavo Romina, non immaginavo la vita senza di lei. Mia madre una volta mi avvertì:
Figlio mio, ho visto Romina con un altro uomo. Con lei non sarai mai felice. È falsa, calcolatrice. Ti tradirà.
Ma quando ami, non vedi. Romina era il mio ideale. Fu Lucia ad aprirmi gli occhi.

Un giorno, Lucia si ammalò. Aveva la febbre, piangeva, seguiva Romina ovunque con la sua bambola, Lella. Finalmente aveva abbandonato i biscotti! Ma Romina le strappò la bambola dalle mani e la lanciò dalla finestra.
Mamma, è la mia Lella! Si ghiaccerà! Lucia singhiozzò.

Corsi a recuperare la bambola. Era appesa a un ramo, capovolta, la neve che le scioglieva sul viso come lacrime. Tornando su, pensai che stavo per esplodere.
Lucia dormiva, tremante. Appoggiai Lella accanto a lei. Romina leggeva un giornale, indifferente. In quel momento, il mio amore per lei morì. Capii che era solo un involucro vuoto.

Divorziammo. Lucia restò con me, Romina non oppose resistenza.
Più tardi, la incontrai. Sorridendo, mi disse:
Tu sei stato solo un trampolino, Giorgio.
Avevi gli occhi di ghiaccio, Romina, e lanima nera. Finalmente potevo dirlo.

Romina sposò un ricco imprenditore.
Quelluomo mi fa pena. Una donna così non dovrebbe essere madre, sentenziò mia madre.

Allinizio, Lucia soffrì per la mancanza di Romina. Ma la mia nuova moglie, Sara, le sciolse il cuore con pazienza e amore. Era come se la vera madre lavesse abbandonata due volte. Incomprensibile.
Ora Sara si prende cura di Lucia e di nostro figlio Marco con infinito amore.

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