Si chiamava Aléna, era la sua ex collega. Poche ore prima della cena di gala, il marito chiamò e disse: ‘Dobbiamo parlare’.

Si chiamava Isabella, era una sua vecchia collega. Poche ore prima della cena di festa, il marito chiamò e disse: “Dobbiamo parlare.”

Era stata una collega di lavoro, anni prima. La donna si chiamava Chiara. Quel giorno, mentre preparava la tavola per celebrare il loro decimo anniversario di matrimonio, il telefono squillò. “Alessia, dobbiamo parlare,” disse lui con una voce che le gelò il sangue. In quel momento, qualcosa dentro di lei si spezzò.

Alessia era nella cucina del suo appartamento a Firenze, sistemando con cura le tovaglie bianche. Aveva acceso le candele, preparato il suo vino preferito, il profumo della cena che cuoceva riempiva la casa. Ma quella chiamata cambiò tutto. “Alessia…” ripeté lui, e il suo cuore cominciò a battere forte. Non sapeva ancora cosa stesse per accadere, ma sentiva che nulla sarebbe stato più come prima.

Luca era stato il suo amore, la sua roccia. Si erano conosciuti alluniversità, sposati giovani, cresciuto la loro figlia, Sofia, insieme. Lei aveva sempre creduto in lui, anche quando tornava tardi dal lavoro o partiva per viaggi di affari. Era orgogliosa del suo successo: Luca era diventato direttore in unimportante azienda, e il suo carisma apriva ogni porta. Ma ora, con il telefono in mano, ripensò ai dettagli che aveva ignorato: i suoi silenzi, le telefonate misteriose. Il nome “Chiara” tornò alla sua mente, come unombra che aveva cercato di scacciare.

Chiara aveva lavorato con lui due anni prima. Alessia laveva incontrata a un seminario: alta, sorridente, lo sguardo fisso su Luca troppo a lungo. Allepoca si era detta che era solo una collega, niente di più. Luca le aveva persino detto che Chiara si era trasferita in campagna. Ma ora, sentendo la sua voce tremare al telefono, capì: Chiara non se nera mai andata davvero. “Non volevo che accadesse così, Alessia…” iniziò lui, ogni parola una pugnalata. Le confessò di averla rivista, che ormai era un anno, che si sentiva “perso”. Alessia rimase in silenzio, sentendo la terra mancarle sotto i piedi.

Non ricordò di aver riattaccato. Né di aver spento il forno, o raccolto le candele che aveva acceso con tanta speranza quella mattina. La sua mente era un vortice: “Come ha potuto? Dieci anni, Sofia, la nostra casatutto per lei?” Seduta sul divano, con la foto del matrimonio tra le mani, cercava di capire quando la sua vita era diventata una menzogna. Ripensò allabbraccio di Luca la settimana prima, alla promessa di portare Sofia in montagna. Intanto, lui era con unaltra. Il tradimento bruciava, ma la cosa peggiore era rendersi conto di non aver visto nulla perché aveva creduto in lui. Laveva amato così tanto da diventare cieca.

Quando Luca tornò, Alessia lo accolse in un silenzio pesante. Gli ospiti non arrivaronoaveva annullato la cena, incapace di fingere. Lui sembrava in colpa, ma non distrutto. “Non volevo farti soffrire, Alessia. Ma con Chiara… è diverso.” Quelle parole la finirono. Non gridò, non pianselo guardò come uno sconosciuto. “Vattene.” La sua voce era più ferma di quanto avesse mai creduto. Luca annuì, prese la sua borsa e se ne andò, lasciandola sola in quellappartamento ancora profumato di una festa che non ci sarebbe mai stata.

Passò un mese. Alessia cercava di andare avanti per Sofia, che non sapeva tutto. Sorrideva alla figlia, preparava la colazione, ma di notte piangeva in silenzio, chiedendosi: “Perché non sono stata abbastanza?” Gli amici la sostenevano, ma le loro parole non curavano nulla. Seppe che Luca e Chiara vivevano insieme, un nuovo dolore. Eppure, in fondo, qualcosa stava crescendo dentro di leiuna forza. Non si era spezzata. Aveva annullato quella cena, ma non la sua vita.

Oggi, Alessia guarda al futuro con una cautela piena di speranza. Si è iscritta a un corso di design, un sogno di gioventù dimenticato, passa più tempo con Sofia, impara ad amarsi di nuovo. Luca chiama a volte, chiede scusa, ma lei non è pronta ad ascoltare. Chiara, il cui nome era solo unombra, non ha più alcun potere su di lei. Alessia sa ora che la sua vita non è lui, né il loro matrimonio. È lei. E quellanniversario, che doveva essere una festa, è diventato linizio di una nuova storia. Una storia in cui non vivrà più per le promesse degli altri.

Ho imparato, attraverso questo, che non si deve mai spegnere la propria luce per chi non sa vederla.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

two × 5 =

Si chiamava Aléna, era la sua ex collega. Poche ore prima della cena di gala, il marito chiamò e disse: ‘Dobbiamo parlare’.