“Laura, e questi tuoi chili di troppo?”
La madre di Davide non demordeva. “Non è forse un problema? Secondo me, non ne ho affatto, tanto più che il mio futuro marito li apprezza. Mica tutte dobbiamo essere mingherline e bacchettine.” Laura lanciò unocchiata sarcastica a Elena e alla madre di Davide. Laudacia di quelle parole fece infuriare Elena.
“Mamma! Hai comprato il tè dimagrante? I semi di chia? Perché hai messo così tanto burro nella mia polenta, sono chili inutili! Davide, hai comprato di nuovo il pane lievitato? Fa male! E lacqua, tre bicchieri al mattino, altrimenti il peso non scende Dovè la mia acqua?!” Frasi simili Davide le ascoltava fin dallinfanzia.
Sua madre e sua sorella maggiore erano ossessionate dalla loro figura. Ora la sorella aveva trentotto anni, non si era mai sposata, e assomigliava a un cavallo magro e affamato. La madre, invece, sembrava un ferro da maglia, dritto e rigido.
Davide ne aveva avuto abbastanza. Si sentiva attratto da persone allegre, con un buon appetito. Sognava una moglie diversa da sua madre e sua sorella. E laveva trovata.
Si chiamava Lucia. Laura persino il suo nome era dolce, come un profumato pasticcino. No, Laura non era grassa. Ma con unaltezza di un metro e settantatre, pesava ottantacinque chili.
E quei chili irradiavano salute e felicità. Seno prosperoso, vita sottile, forme sinuose e fossette sulle guance, che sembravano fatte per essere pizzicate. Davide ne fu conquistato al primo sguardo.
Una sera, accompagnò la sorella in banca per una commissione. Lei prese il numero e si sedette. Lui, invece, passeggiava aspettando.
Allimprovviso, udì una risata argentata, come un campanellino. Era lieve, ma così contagiosa che Davide sorrise senza volerlo. Sentì il bisogno di vedere chi ridesse così e seguì il suono.
Era una ragazza allo sportello, che serviva un cliente anziano. Luomo aveva detto qualcosa di divertente, e lei rise di nuovo. Davide non riusciva a distogliere lo sguardo
Dai capelli mossi alle labbra a forma di cuore. E poi, era chiaramente una donna formosa, non cera bisogno di occhi esperti per vederlo
In macchina con la sorella, ascoltava il suo monologo noioso, ma la sua mente era ancora in banca, con quella ragazza.
“Davide, mi stai ascoltando?” chiese Elena, seccata.
“Certo, Elena, ti ascolto.” Cercava disperatamente di ricordare di cosa stesse parlando.
“Allora, gli ho detto che non mangio carne fritta, solo petto di pollo bollito,” si lamentava la sorella del suo ultimo corteggiatore. Davide annuì con compassione, pensando tra sé: “Che maleducato”
Il giorno dopo, verso sera, corse in banca. La ragazza dei suoi sogni era lì, e Davide tirò un sospiro di sollievo. Aspettò la chiusura, prese un mazzo di rose dallauto e si avvicinò a lei.
“Signorina Non le serve un marito? O un genero per sua madre?” Le porse le rose con un sorriso imbarazzato.
Forse la sua espressione era così buffa che lei rise di nuovo, ma accettò i fiori.
“Mio Dio Che bellezza! Che profumo!” Immerse il viso tra i petali, e lui la guardava incantato
Da quel momento, furono inseparabili. A volte nella vita incontri qualcuno e capisci: è lui, non devi cercare altro. Così fu per Davide con Laura. Le propose dopo un mese, e lei accettò con gioia. Restava solo da presentarla ai genitori.
I genitori di Laura lo accolsero con una tavola imbandita, torte, risate e chiacchiere. La madre, una donna maestosa e bella, lo baciò su entrambe le guance, mettendolo a disagio. Il padre gli diede una pacca sulla spalla, come a un vecchio amico, e lo portò in cucina.
“Lontano dalle donne, altrimenti ti divorano. Ma non preoccuparti, Natalia è una donna pacifica! Per questo lamo da trentanni. E Laura è un diamante. Abbi cura di lei, figliolo.”
Passarono ore a tavola, mangiando, ridendo e raccontando storie divertenti. Poi il padre di Laura suonò la chitarra, e tutti cantarono. Davide si sentì a casa come non mai.
Tre giorni dopo, andarono dai genitori di Davide. Fermandosi in pasticceria, Laura comprò éclair artigianali per le donne. Arrivarono alle cinque.
La madre di Davide, Giulia, aprì la porta.
“Oh Ciao, tesori” Fissò Laura a bocca aperta, bloccata sulla soglia.
“Mamma, ti voglio bene. Possiamo entrare?” Davide spinse delicatamente la madre, e finalmente varcarono la porta.
“Certo, figlio Prego, prego Tu devi essere Laura, vero?” Si riprese e scrutò Laura dalla testa ai piedi.
“Sì, sono Laura! Felice di conoscervi.” Laura strinse la mano a Giulia ed entrò. La madre di Davide rimase a fissarla, sbalordita.
“Papà, Elena, mamma, questa è Laura, la mia fidanzata. Abbiamo fatto domanda e presto ci sposeremo. Laura, questa è la mia famiglia: mia sorella Elena, mia madre Giulia e mio padre Nicola.”
La notizia del matrimonio lasciò tutti senza parole. Il silenzio fu rotto solo dal tintinnio delle posate.
“Bene! Laura, siamo felici di averti in famiglia. Coshai lì? Ah, perfetto! E questi dolci? Ma sono per voi ragazze,” disse il padre di Davide, cercando di stemperare la tensione.
“No, no, noi non mangiamo dolci, soprattutto di sera. Laura, davvero” Giulia allontanò la scatola con disgusto.
“Voi no, ma noi sì! Vediamo cosa cè qui dentro. Sono sicuro che Laura non ci porterebbe nulla di male. Vero, Laura?”
Finalmente si sistemarono, e latmosfera si calmò un po. Sulla tavola cerano cioccolatini, stuzzichini e una bottiglia di spumante. Stapparono la bottiglia, brindarono, bevvero, e il silenzio tornò imbarazzante.
“Mamma, ho conosciuto i genitori di Laura. Sono persone meravigliose. Ti piaceranno,” disse Davide per rompere il ghiaccio. Laura osservava il bicchiere, Elena non la smetteva di fissarla. Il padre iniziò a raccontare una barzelletta, tutti risero, e la tensione si allentò.
“Laura, non preoccuparti, conosco unottima specialista. Ti presenterò a lei, ti aiuterà con il tuo problema,” disse improvvisamente la madre.
“Problema? Io non ho problemi.”
“Come no? Laura, e questi chili di troppo? Non è forse un problema?”
“Secondo me, non ne ho affatto. E poi, a mio futuro marito piacciono. Mica tutte dobbiamo essere fili derba.” Laura guardò Elena e Giulia con sarcasmo. Elena scoppiò.
“Laura, hai venti chili di troppo! Fa male alla salute. E quando avrai figli, non oso immaginare”
“Quando avrò figli, sarò ancora più bella, con mio marito e mio bambino. Tu sei sposata, Elena? Immagino che una donna magra come te abbia un belluomo e almeno un paio di figli” Laura addentò un éclair con soddisfazione.
Elena ingoiò un insulto, ma prima che potesse replicare, Nicola intervenne. Riempì i bicchieri e brindò:
“Alle donne





