L’importante è sposarsi bene.

Limportante è sposarsi bene. Un uomo benestante è sinonimo di una vita felice.

Francesca era lunica figlia dei suoi genitori. Il padre la proteggeva, la madre la viziava e non faceva che ripeterle la stessa cosa:

Limportante è sposarsi bene. Un uomo benestante è una garanzia di felicità e Francesca annuiva, convinta.

Ma dove trovarlo, questuomo benestante? Alluniversità cerano bravi ragazzi, certo. E anche un fidanzato di buona famiglia lo aveva avuto.

Peccato che il padre tenesse docchio la figlia con severità: niente uscite notturne, niente serate tra studenti, niente gite fuori porta. Tutto sotto controllo.

Presto, il suo fidanzato ambìto trovò unaltra ragazza, più libera e interessante di Francesca.

Ma poi arrivò la discussione della tesi, e non ci fu più tempo per le storie damore.

Poi un lavoro trovato con laiuto di papà e la sistemazione della vita privata con lintervento di mamma.

Mamma sapeva quello che faceva. Lunica figlia doveva sposarsi bene, e finalmente spuntò un pretendente: il nipote di una sua cara amica.

Francesca, devi dare unocchiata più seria a questuomo. È più grande di te, ma capirai che è un vantaggio, non uno svantaggio. Che te ne fai di un ragazzino? Pensa un po. E Luca Marchetti è un uomo serio. Ha la sua azienda. Non dovrai neanche lavorare.

Ma è già stato sposato, mamma! E ha una figlia, quindi deve pagare gli alimenti.

Non farti problemi per questo. La moglie era una sciocca, e tra laltro vive in unaltra città con la bambina. Non è un problema.

E così avvenne lincontro. Il padre di Francesca tacque, ambiguo. Non si immischiava più nelle faccende femminili da quando la figlia si era laureata.

Che decidessero loro.

Ma, sorprendentemente, a Francesca Luca Marchetti piacque.

I dieci anni di differenza non la turbavano. Con quel suo aspetto, tra altri dieci anni sarebbe stato ancora un belluomo.

Elegante, di buone maniere, vestito impeccabile.

Anche Francesca fece colpo su di lui, e si sposarono.

La madre di Francesca tirò un sospiro di sollievo, avendo compiuto il suo dovere materno, e si dedicò completamente a se stessa. Centri benessere, shopping, viaggi con il marito in posti esotici senza più la figlia al seguito.

E Francesca, avendo un buon esempio sotto gli occhi, non fu da meno.

Il marito assecondava ogni suo capriccio e desiderio. Così, Francesca viveva per il proprio piacere.

E i suoi doveri domestici si limitavano a dare ordini alla domestica, che del resto se la cavava benissimo anche senza.

Il fulmine a ciel sereno arrivò così allimprovviso che Francesca non fece in tempo a riprendersi.

A Luca Marchetti era morta lex moglie. Per quali ragioni, Francesca non si curò di chiedere.

E lui si ritrovò costretto a prendere con sé la figlia!

Era scandaloso. Ecco la “non-problema”! E ora che fare? Aveva rimandato sine die lidea di avere un figlio, e adesso in casa sua sarebbe comparsa una ragazzina alla quale lei, Francesca, avrebbe dovuto fare da “seconda mamma”, come la chiamava Luca.

Ma non cera scelta.

Il marito non si preoccupò troppo della sua opinione, le mise semplicemente davanti al fatto compiuto e le chiese di essere comprensiva.

La bambina non centrava niente, no?

Poco dopo, andò a prenderla di persona e la portò a casa con una valigia malconcia e uno zaino da scuola.

Maria frequentava già la terza elementare, era alta, tranquilla, quasi silenziosa, notò Francesca.

Non parlava mai più del necessario, tutto in silenzio, tutto senza farsi notare.

Ma almeno una cosa la rassicurava: assomigliava al padre. Senza dubbio era figlia sua, e non di qualche avventura di quella sciocca della ex

Vivere in quella grande casa con il padre, la matrigna e la domestica pesava a Mariuccia.

Non era abituata a quel genere di vita!

Dopo cena, la bambina correva a lavare i piatti, chiedeva dove fosse la scopa per spazzare, cercava di stirare da sola i suoi vestiti e Francesca si irritava.

Il padre, sempre immerso nel lavoro e negli affari, tornava a casa tardi e non aveva tempo per coccole e attenzioni.

Con la moglie non lesinava, ma a Maria, nella migliore delle ipotesi, toccava una carezza sulla testa e una domanda:

Come va a scuola?

Eppure, Francesca si sentiva limitata: non poteva più uscire quando voleva, andare nei suoi posti preferiti, dedicarsi alla sua bellezza.

Mica poteva correre in palestra la mattina presto!

Dormire, passare del tempo al computer, scrollare i social

E poi arrivava Maria, e non potevi sfuggirle: il marito le chiedeva di controllare i compiti e aiutarla con le lezioni.

Così Francesca pensò: e se proponesse al marito di mandare la ragazzina in un buon collegio?

Non osò, ma suggerì almeno il doposcuola:

Vedi, per me è difficile seguirla e aiutarla con i compiti. Non sono uninsegnante. E guarda, ha già preso qualche sei. A scuola, invece, studia come si deve. È per il suo bene.

Ma Luca si infuriò così tanto che Francesca si pentì della proposta.

E così andò avanti: relazioni senza anima, insoddisfazione, irritazione

Due anni dopo, Francesca partorì un maschietto. Si pose il problema della tata, ma Maria ormai aveva quasi dodici anni e si offrì di aiutare con il fratellino.

E infatti, non si poteva trovare di meglio!

Maria faceva tutto: i compiti, giocare con Daniele, stirare i suoi vestiti e quelli del fratello.

Poi si aggiunse anche la biancheria, visto che la domestica Nina aveva passato i sessanta e cominciava a stancarsi.

Francesca si adattò, abituandosi al fatto che Maria aiutava Nina, mentre lei continuava a dedicarsi abbastanza tempo per non perdere il fascino necessario a una donna elegante.

Daniele cresceva, adorava la sorella maggiore, proprio come lei

Quando Maria finì il liceo, Daniele stava per iniziare la prima elementare. E ancora una volta, tutto il peso della sua educazione ricadde sulla sorella, cresciuta troppo in fretta.

Lei si iscrisse alluniversità, studiava inglese e insegnava al fratello.

Tesoro, non ti sembra di aver lasciato tutto il peso della casa e di nostro figlio a Maria? chiese una volta Luca alla moglie, che ormai raramente si faceva vedere a casa dopo pranzo, a volte nemmeno la sera.

Aveva trovato un giro di amici, interessi mondani, appuntamenti, caffè.

E cosa non ti soddisfa, caro? Tua figlia se la cava benissimo. Nina fa finta di lavorare. Cucina, e finiscono lì i suoi doveri.

È proprio questo il punto. Tutto il resto ricade su Maria, no?

Francesca non rispose.

Sì, su Maria! Ma la ragazza si lamentava? E Daniele ogni tanto lo portava con sé. La scorsa settimana laveva portato a una mostra. Al museo, a un concerto per bambini. Non era abbastanza?

Quando Maria si laureò, il padre la assunse nella sua azienda.

Il business ormai superava i confini nazionali, e una traduttrice serviva.

Lì, la ragazza conobbe Giovanni, un tipo sveglio

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