Che succede? ha gridato la suocera, facendo eco in tutta la cucina. Stringeva fra le mani una tazza di porcellana incrinata, parte del servizio che le aveva regalato il defunto marito. Lhai rotta tu?
Giulia si è fermata, senza sapere cosa rispondere. Certo, non era stata lei. Probabilmente è stata la piccola Margherita, la nipotina di cinque anni che giocava stamattina in cucina. Ma dire la verità avrebbe messo la bambina contro la rabbia della nonna.
Non lo so, Antonietta, ha mormorato Giulia. Forse lho toccata per caso mentre lavavo i piatti.
La suocera ha stretto le labbra, e nei suoi occhi è comparso un lampo di trionfo.
Sempre la stessa storia! Venti anni vivi nella mia casa e non hai rispetto per nulla. Sai quanto per me contava quel servizio!
Posso incollare, ha proposto Giulia. Sarà quasi invisibile.
Non ci provare! Lo peggiori solo di più.
È entrato in cucina Vittorio, il marito di Giulia. Si è accarezzato la fronte, probabilmente di nuovo con la testa che pulsava dopo il turno. Vittorio è capo della sicurezza in un centro commerciale, il rumore continuo gli dà sempre emicranie.
Che è successo? ha chiesto, guardando la madre e la moglie.
La tua cara suocera ha rotto il mio servizio da tè, ha avvolto con cura la tazza incrinata in un panno. Quello che il papà mi aveva regalato.
Giulia si aspettava che Vittorio la difendesse o almeno le dicesse che era solo una tazza. Invece ha sospirato:
Giulia, basta! Quante volte ti ha chiesto di stare attenta alle sue cose?
Ma io nemmeno ha iniziato Giulia, ma si è fermata. Litigare non serviva a nulla.
Vittorio ha preso una bottiglia di kefir dal frigo e si è diretto verso la camera. Giulia è rimasta sola con la suocera, che si è asciugata una lacrima con teatralità.
E perché devo subire tutto questo? si lamentava Antonietta. Ho dedicato la vita alla famiglia, ho tenuto la casa, cresciuto il figlio. E ora questo
Giulia ha asciugato le mani sul panno. Le veniva voglia di piangere, ma sapeva che le lacrime avrebbero solo alimentato la suocera. Dopo venti anni sotto lo stesso tetto ha imparato a trattenere le emozioni. Qui, nella casa di Antonietta, le sue lacrime non avrebbero toccato nessuno.
Vado a stendere il bucato, ha detto Giulia, uscendo di corsa verso il giardino.
Di sera, quando la figlia Ludovica è tornata dal college, Giulia era sulla veranda a mescolare i fagioli. Ludovica ha scaricato la borsa sul divano e si è seduta accanto a lei.
Mamma, perché sei così triste?
Tutto bene, sono solo stanca, ha risposto Giulia, forzando un sorriso.
Ludovica è una ragazzina perspicace: a diciotto anni capisce già le tensioni della famiglia.
Di nuovo la nonna? ha chiesto subito.
Giulia è rimasta in silenzio, ma era più che sufficiente.
Mamma, quante volte possiamo sopportare? Perché non ti difendi? Sai che è stata Margherita a rompere il servizio, lho vista io stamattina.
Calmati, ha sussurrato Giulia, spaventata. Non dobbiamo alimentare il conflitto. Margherita è piccola, non ha bisogno delle tue lamentele.
E tu, allora, vuoi sentire le lamentele? ha ribattuto Ludovica, scrollandosi via una ciocca di capelli castani. A volte mi sembra che tu sia una straniera in questa casa, come una cameriera.
Giulia ha sentito un brivido. Quelle parole erano esattamente ciò che pensava da anni: era estranea, non più sua, nonostante i venti anni di matrimonio.
Non dire sciocchezze, ha risposto con tono severo. Siamo una famiglia. È solo che viviamo nella casa di Antonietta, che è anziana e ha bisogno di attenzioni.
E tu non le vuoi? ha replicato Ludovica, alzandosi. Vado a cambiarmi.
Quando la figlia è uscita, Giulia ha posato il mestolo e ha osservato le sue mani ruvide, screpolate dal lavoro domestico. Un tempo era infermiera in un ospedale di zona e sognava una carriera in medicina. Poi ha incontrato Vittorio, si è innamorata, è rimasta incinta E dopo il parto la suocera le ha imposto di stare a casa, dicendo: Il figlio ha un lavoro stabile, non ti serve più lospedale. Qui ci sono mille faccende e il bambino ha bisogno di una madre presente. Vittorio ha accettato. Poi è nato Alessandro, e la questione del lavoro è svanita da sola.
A cena quella sera cera silenzio. Solo Margherita, la nipotina di Antonietta, chiacchierava senza sosta. Il fratello di Vittorio, Marco, e sua moglie Ilaria vivevano altrove, ma spesso lasciavano Margherita da nonna.
Oggi Ilaria mi ha comprato un vestito nuovo, si vantava la bambina. Rosa, con pizzi! Mi sento una principessa!
Certo, tesoro, ha sorriso Antonietta. Sei la principessa più bella.
Nonna, perché la zia Giulia non indossa mai vestiti belli? È sempre la stessa cosa.
Giulia è rimasta immobile, con il cucchiaio in bocca, il cuore stretto.
Margherita, ha rimproverato la suocera. Non è educato parlare così.
Ma la voce della nonna non era davvero severa, era più una nota di divertimento.
La zia Giulia ha altre preoccupazioni, ha detto Antonietta. Non ha tempo per gli abiti.
Mamma, domani dopo le lezioni andiamo a fare shopping, ti compro un vestito nuovo, ho ricevuto la borsa di studio, ha proposto improvvisamente Ludovica.
Giulia ha scosso la testa.
Non è necessario spendere soldi, ho già qualcosa da indossare.
Meglio usarli per i libri, ha brontolato Vittorio. La sessione è vicina, pensi ancora a vestiti.
Ludovica ha lanciato unocchiata furiosa a suo padre:
Ho tutti i libri, ma perché la mamma non compra mai niente per sé? È sempre a preoccuparsi degli altri.
Per favore, non cominciare, ha detto Giulia. Mangiamo tutti insieme.
No, voglio sapere! ha spinto la figlia, spostando il piatto. Perché la nonna ha una TV nuova, il papà un cellulare nuovo, Margherita ha una montagna di giocattoli, e la mamma non ha nemmeno un vestito decente?
Attenta al linguaggio, ha sgridato Vittorio.






