**Diario di Luca**
“Mamma, lo zio Marco non mi vuole bene.”
“Che dici, piccola mia?” sabbassò Laura accanto alla figlia. “Lo zio Marco ti adora. Guarda che bambola ti ha comprato! Pensi che lavrebbe fatto se non ti volesse bene?”
La bambina aggrottò le sopracciglia. Le parole della mamma avevano senso, ma lei aveva sentito tutto con le sue orecchie!
“Lha detto proprio così, mamma! Ha detto che rovino tutto! E che vi do fastidio!”
Laura cercò di mantenere la calma, consapevole che per sua figlia non era facile accettare il suo nuovo compagno. Decise che forse stava solo immaginando cose.
“Non è vero. Lo zio Marco ti vuole molto bene. Non inventare storie.”
La bambina sbuffò e poi scappò dalla stanza, lasciando la madre con il cuore in pezzi.
Con il padre di Sofia, Laura aveva divorziato un paio danni prima. Non era il peggior padre, ma come marito era stato un disastro. Aveva resistito per anni, cercando di salvare il matrimonioper Sofia, che adorava suo padre. Ma quando lui laveva tradita, non ce laveva più fatta. E sospettava che non fosse stata la prima volta.
Gli aveva preparato le valigie e, quando luomo era tornato dal lavoro, gliele aveva messe in mano.
“Che succede?” aveva chiesto lui, confuso.
“È finita. Divorziamo. Prendi le tue cose e vattene,” aveva sibilato lei. Quel giorno aveva mandato Sofia dalla nonna, per evitare che assistesse alla discussione.
Poi aveva spiegato alla bambina che il papà non avrebbe più vissuto con loro, ma che comunque lavrebbe vista. Sofia aveva appena compiuto cinque anni e sembrava non capire davvero cosa stesse succedendo.
Allinizio, il padre laveva davvero frequentata. La portava a passeggio, le regalava cose. Laura non aveva mai ostacolato il loro rapporto, anzi, ne era felice.
Ma presto linteresse del suo ex era scemato, e ora vedeva Sofia una volta al mese, se andava bene. A volte anche meno. Soprattutto dopo che si era messo con unaltra donna, e la figlia non era più una priorità.
Laura, invece, era rimasta sola a lungo. Era arrabbiata con tutto il genere maschile, non permettendosi di fidarsi di nessun uomo.
Poi aveva conosciuto Marco.
Marco le era sembrato affidabile. Sorridente, gentile. Non si era spaventato quando aveva scoperto che Laura aveva una figlia.
Con Sofia era sempre stato premuroso. Le portava regali, le comprava dolci. E Laura ne era felice. Non è facile trovare un uomo che si prenda cura di te, ma è ancora più raro trovarne uno che accetti il tuo bambino.
Sofia, però, era diffidente verso Marco. Non lo invitava a giocare, evitava di parlargli. E quando quel giorno aveva detto che lo zio Marco non la amava, Laura non si era sorpresa più di tanto.
Sette anniletà in cui i bambini iniziano a crescere. Sicuramente Sofia era gelosa, aveva paura che il papà sparisse per sempre dalla sua vita con larrivo di un altro uomo.
Laura sapeva che doveva parlarle, rassicurarla. Ma ora che Sofia era arrabbiata, era meglio lasciarla sfogare.
Quella sera, la bambina chiese di andare dalla nonna. E Laura acconsentì, sapendo che lì si sentiva a casa. Inoltre, non le dispiaceva passare un po di tempo sola con Marco.
La nonna notò subito che qualcosa non andava. Di solito Sofia era vivace, sempre a inventare giochi. Quel giorno, invece, era cupa e silenziosa.
“Nipote mia, cosa è successo?” le chiese.
“La mamma non mi crede,” borbottò Sofia. “E crede a quello che dice lo zio Marco!”
Quando la nonna scoprì che sua figlia aveva un nuovo compagno, si era persino rallegrata. Laura era ancora giovane, non doveva rinunciare allamore per un errore del passato. Ma si preoccupava per Sofianon sapeva come avrebbe reagito a un estraneo. E, soprattutto, come lui avrebbe reagito a lei.
Quando Laura si era trasferita con Marco qualche mese prima, la nonna chiedeva sempre a Sofia se tutto andasse bene. E la bambina annuiva, senza aggiungere altro. Era normaleci voleva tempo per abituarsi. Ma quella sera, ascoltando la nipotena, il cuore della nonna si strinse. Aveva ragione a preoccuparsi.
“Lo zio era a casa, la mamma era uscita e io ero in cortile. Quando sono tornata, non mi ha sentita perché stava al telefono. Ma io ho sentito tutto. Ha detto a qualcuno che con la mamma va tutto bene, se non fosse per meche lo infastidisco. Poi ha aggiunto che spera che io passi più tempo da te, invece che a casa.”
“Lhai detto alla mamma?” chiese la nonna, accarezzandole i capelli.
“Ci ho provato! Ma lei ha subito detto che mi sbagliavo. Che lo zio Marco mi regala cose, quindi mi vuole bene!”
“Mio Dio,” sospirò la nonna. “Non preoccuparti, troveremo una soluzione!”
“E se venissi a vivere con te?” chiese Sofia a bassa voce. “Se gli do così fastidio…”
“Ne parleremo,” sorrise la nonna. “E credimi, alla mamma non dai fastidio.”
Quando Sofia si addormentò, la nonna uscì in cucina e chiamò Laura. Rispose al terzo squillolei e Marco stavano cenando, immersi nella loro compagnia.
“Che cè, mamma?” chiese Laura, preoccupata. “Tutto bene con Sofia?”
Era tardi, e quel tipo di chiamate la spaventavano.
“Sei sola o con lui?”
“Stiamo cenando,” rispose Laura, guardando Marco.
“Vai in unaltra stanza, dobbiamo parlare.”
Laura si chiuse in balcone, respirò a fondo e ripeté: “Cosa succede?”
“Tua figlia mi ha raccontato cosa ha sentito dire Marco su di lei.”
Laura alzò gli occhi al cielo. Sua madre drammatizzava sempre tutto.
“Mamma, sta solo facendo i capricci. Le parlerò, non preoccuparti.”
“Ma hai almeno provato a capire cosa è successo?” chiese severa la nonna.
Laura ammise di non averla ascoltata fino in fondo. Appena Sofia aveva iniziato a parlare, laveva subito smentita.
La nonna le ripeté tutto. Laura sentì un nodo nello stomaco, ma ancora non voleva crederci. Marco era sempre stato gentile con Sofia. Ma accettarla davvero? Lamore era unaltra cosanon era sua figlia. Ma se volevano costruire un futuro insieme, doveva capire che Laura e Sofia erano un pacchetto unico.
“Mamma, scoprirò la verità,” sussurrò.
Rimase ancora un po in balcone, riflettendo. Alla fine, decise di chiedere direttamente a Marco. Se non aveva detto nulla, lavrebbe capito.
Tornò in cucina.
“Tutto bene?” chiese lui. “Sofia sta bene?”
Sembrava preoccupato, ma non per leitemeva solo che dovessero riprenderla, e non avrebbero più avuto tempo per loro due.
La pazienza con quella bambina gli stava già finendo. Non potevano nemmeno guardare la TV in pace.
“Ha sentito quello che hai detto,” rispose Laura, fredda. “Che la infastidisci e che vorresti che vivesse con la nonna.”
Sperava di vedere sincerità nei suoi occhi, ma vide solo paura e la voglia di mentire.
“Ma che sciocchezze!” esclamò, stringendo nervosamente il bicchiere. “Non è vero niente.”
Era terribilmente delusa. Aveva creduto di aver trov





