«Non cucinerò più per la tua famiglia!» — urlò Marina, gettando il grembiule sul tavolo, stufa delle continue pressioni della suocera

«Non cucinerò più per la tua famiglia!» esplose Marina, gettando il grembiule sul tavolo, incapace di sopportare oltre le pressioni della suocera. Le mani le tremavano dalla rabbia repressa.
Davide si bloccò in mezzo alla cucina con una busta della spesa in mano. Era appena tornato dal supermercato con la lista della madre: tre chili di carne, verdure per linsalata, una dozzina di uova per i dolci. Lennesima cena di famiglia per il compleanno della zia.
«Marì, ma perché reagisci così?» iniziò lui, posando la busta con cautela. «È solo una serata»
«Una serata?» Marina si voltò verso di lui, gli occhi lucidi. «Quattro anni, Davide! Quattro anni in cui ogni weekend, ogni festa, passo otto ore ai fornelli! E tua madre si prende i complimenti per “le sue” ricette speciali!»
Davide abbassò lo sguardo. Sapeva che aveva ragione. Lo aveva sempre saputo, ma per anni aveva taciuto, perché era più facile. Non contraddire la madre, evitare conflitti, non schierarsi.
«Aiuta, no?» borbottò incerto.
«Aiuta?» Marina rise amaramente. «Tua madre se ne sta in salotto con gli ospiti a raccontare di come “ha passato la notte in bianco per fare quella torta”! Intanto io sono in cucina a tagliare lennesima insalata!»
Il telefono di Davide vibrò. Senza nemmeno guardare lo schermo, sapeva chi fosse.
«Non rispondere!» lo supplicò Marina. «Per favore, parliamo prima noi!»
Ma Davide aveva già premuto il tasto verde.
«Sì, mamma Sì, ho preso tutto Marina? Sì, è qui, sta preparando»
Marina si voltò verso la finestra, stringendo i pugni. Di nuovo la stessa storia. Di nuovo aveva già perso prima ancora di iniziare.
«Mamma chiede se hai già messo la carne a marinare» disse Davide coprendo il microfono. «Gli ospiti arrivano alle sei, dobbiamo sbrigarci»
«La marini lei!» tagliò corto Marina. «Se è una così brava cuoca!»
Davide la guardò smarrito, poi tornò al telefono.
«Mamma, noi iniziamo adesso. Sì, certo. A dopo.»
Riagganciò e si strofinò il volto, esausto.
«Marì, ma che discorsi sono? La gente è invitata, non possiamo cancellare»
«E a me fa comodo fare la cuoca gratis?» Marina si lasciò cadere su una sedia, sentendo il peso della stanchezza. «Sai quanto costa un catering per venti persone? Almeno trecento euro! E io lo faccio gratis! Senza nemmeno un grazie!»
«Io ti ringrazio»
«Tu?» Marina lo guardò con amarezza. «Tu scompa

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