“I LUPI CHE ULAVANO ALLA LUNA”

Nei boschi innevati del Trentino-Alto Adige, dove il vento sibila tra gli abeti e la notte può durare giorni interi, viveva un branco di lupi guidato da Marco e Giulia, una coppia unita non solo dal sangue, ma da una storia che gli anziani della valle ricordano ancora.

Marco era un lupo solitario quando la incontrò. Aveva perso il suo branco dopo una valanga e da allora vagava senza meta, evitando uomini, cacciatori e altri lupi. Il suo cuore era un groviglio di ferite mai rimarginate.

Giulia apparve una notte di luna nuova, magra, zoppicante, con un orecchio mozzato e gli occhi pieni di rabbia… ma non di paura. Era una lupa forte, esiliata da un altro branco per aver sfidato il maschio dominante per proteggere i suoi cuccioli. Li aveva persi, ma non la sua dignità.

Marco non la attaccò. Non fuggì. Si limitarono a guardarsi. E in quel silenzio gelido si riconobbero: due cuori spezzati con il coraggio di continuare a battere.

Da quel giorno, cacciarono insieme. Dormirono schiena contro schiena. Impararono a fidarsi, poco a poco, a modo loro. Non ci furono “ti amo” né rituali. Solo compagnia, rispetto e una lealtà che non chiedeva prove.

Con gli anni, formarono il loro branco. Ebbero cuccioli. Insegnarono ai giovani a non temere la neve né loscurità. Gli ululati di Marco erano lunghi e profondi, come tamburi nel cuore della foresta. Quelli di Giulia, brevi e acuti, come frecce di ghiaccio nellaria.

Ma quando ululavano insieme… il cielo ascoltava.

I biologi dicono che i lupi ululano per marcare il territorio o radunare il gruppo. Ma i vecchi della valle sanno unaltra verità: alcuni lupi ululano per amore.

Un inverno particolarmente duro, Marco non tornò da una caccia. Giulia lo cercò per giorni. Ululò ogni notte dalla roccia più alta. Ma lui non tornò. Trovò solo impronte nella neve che sparivano in una gola.

Giulia non mangiò. Non cacciò. Saliva solo sulla roccia al tramonto e lanciava il suo ululato. Breve. Acuto. Ostinato.

Finché una notte, sotto laurora boreale, qualcuno rispose.

Un ululato grave. Lontano. Riconoscibile.

Gli scienziati dissero che era un altro maschio. Che forse voleva sfidarla o conquistare il suo posto.

Ma Giulia non rispose con rabbia. Si sedette sulla roccia, chiuse gli occhi e ululò come la prima volta.

E in quel momento, i venti della valle tacquero. La neve smise di cadere. E un ululato doppio, perfetto, avvolse la montagna come un canto sacro.

Allalba, nessuno la vide più.

I pastori trovarono la roccia vuota. Solo due impronte, una accanto allaltra, si allontanavano verso la cima. Come se due lupi uno invisibile avessero camminato insieme per fondersi con lorizzonte.

Da allora, ogni inverno, quando cade la prima nevicata, i figli di Marco e Giulia ululano al cielo. Non per paura. Non per richiamo.

Ma perché lamore selvaggio lascia tracce… anche se il vento le cancella.

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