La signora più povera del quartiere trovò 300mila euro; quando li restituì, il proprietario disse che ‘mancavano’ oltre 100mila e, sconvolta, dovette chiedere un prestito in banca per completare la somma.

Nella bruma grigia di un mattino autunnale, la più povera del quartiere, la signora Pia De Luca, trovò trecentomila euro in un portafoglio di cuoio abbandonato lungo il Naviglio. Le dita le tremavano come foglie al vento mentre contava le banconote. Mai in vita sua aveva tenuto così tanto denaro tra le mani. Ma con il cuore gonfio di onestà, corse subito dal signor Vittorio Mancini, il ricco proprietario della segheria più grande della provincia.

“Trecentomila?” sbottò lui, contando i soldi con aria sospettosa. “Qui ce ne dovrebbero essere almeno quattrocentomila! Dov’è il resto?”

Pia, pallida come un lenzuolo, si ritrovò a chiedere un prestito alla banca per coprire la “mancanza”. Tra i vicoli di Milano, i pettegolezzi fiorivano: chi la difendeva, chi sussurrava dubbi.

Poi, tre giorni dopo, un rombo di motori squarciò l’alba. Davanti alla sua umile casa si parcheggiarono dieci Ferrari scintillanti, zeppe di regali, elettrodomestici e buste piene di contanti. Da una di esse scese un uomo in abito grigio, gli occhi lucidi.

“Mamma,” disse, la voce rotta dall’emozione. “Sono io, il bambino che hai cresciuto quando tutti mi avevano abbandonato.”

Alle sue spalle, Vittorio Mancini impallidì. L’uomo girò lentamente il capo verso di lui.

“Mi riconosci?” chiese, ogni parola pesante come un macigno. “Tu, che anni fa le rubasti la terra di famiglia, costringendola a vivere in una baracca.”

Il silenzio scese sul quartiere. Poi l’uomo sorrise a Pia.

“Ora ho successo. Tutto questo è per te.” Indicò le macchine, le buste. “E la sua casa nuova è già pronta.”

Voltandosi di nuovo a Vittorio, estrasse un documento.

“La sua truffa l’ho comprata dalla banca. Ora il debitore sei tu.”

Vittorio tremò come un ramo al vento.

“Non voglio i tuoi soldi,” aggiunse l’uomo. “Voglio che tu vada di porta in porta, a chiedere scusa a mia madre.”

Pia, con dolcezza ferma, sussurrò:

“Il denaro si può sempre guadagnare. Ma la dignità, una volta persa, non ha prezzo.”

Da quel giorno, il cortile della signora Pia risuonò di risate e profumo di lasagne, mentre le Ferrari parcheggiate ricordavano a tutti che la bontà, prima o poi, torna indietro.

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La signora più povera del quartiere trovò 300mila euro; quando li restituì, il proprietario disse che ‘mancavano’ oltre 100mila e, sconvolta, dovette chiedere un prestito in banca per completare la somma.