Mio marito mi ha preparato un caffè all’aroma di mandorle amare. Ho scambiato le tazze con mia suocera. E dopo 20 minuti…

La mattina iniziò come sempre. Fuori dalla finestra non era ancora giorno, ma si sentiva già il sommesso rumore della città che si svegliava dal sonno. Aprii gli occhi, mi stirai, guardai mio marito che dormiva accanto a meAlessio. Era sdraiato sulla schiena, un braccio penzolante dal letto, il volto rilassato come quello di un bambino. In quei momenti cercavo di non pensare alle recenti litigate, al suo strano distacco, a come fosse tornato tardi dal lavoro dicendo che «tutto bene, solo molto da fare». Volevo credergli. Volevo che tutto fosse perfetto.

«Buongiorno», sussurrai, toccandogli la spalla.

Si scosse, aprì gli occhi.

«Già?» borbottò, sbadigliando. «Ti sei svegliata presto.»

«Voglio un caffè», sorrisi. «E magari fare colazione insieme?»

«Certo», annuì lui, alzandosi. «Lo preparo io.»

Sorrisi. Era un gesto raro da parte sua. Ultimamente, partecipava poco alle faccende domestiche, e avevo iniziato a pensare che fosse solo stanco. Ma oggi sembrava diverso. Troppo attento. Troppo premuroso.

Andai a farmi la doccia, e quando tornai, in cucina già si sentiva laroma del caffè appena fatto. Alessio era in piedi vicino al tavolo, versando il liquido scuro nelle tazze. In unala mia preferita, di porcellana con fiori blumise il caffè, mentre laltra, quella con la crepa sul manico (quella che usava sempre mia suocera), la lasciò vuota.

«Lho preparato in modo speciale», disse, porgendomi la tazza. «Come piace a te: con un goccio di latte e cannella.»

«Grazie», sorrisi, ma in quel momento il mio naso colse un odore strano. Non di caffè. Qualcosa di pungente, chimico con un retrogusto di mandorla amara.

Aggrottai le sopracciglia.

«Che odore è? Viene dal caffè?»

Alessio lanciò unocchiata rapida alla tazza.

«Non lo so. Forse il macinato nuovo? O il latte è andato a male?»

Annusai di nuovo. Mandorla amara. Quellodore lo conoscevo. Da piccola, la nonna mi aveva raccontato: se sa di mandorla amara, è cianuro. Allora non ci avevo creduto, ma poi lavevo letto sul libro di chimica. Il cianuro ha quellodore inconfondibile. Ed è letale.

Il cuore mi batteva forte.

«Alessio, sei sicuro di non aver sbagliato qualcosa?» chiesi, il più tranquilla possibile. «Sono allergica a certi additivi. Magari prendo unaltra tazza.»

Lui rimase immobile per un attimo. Poi sorrise.

«Ma dai, è solo caffè. Bevi, prima che si freddi.»

Annuii, ma in quel momento si sentirono passi nel corridoio. Da

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Mio marito mi ha preparato un caffè all’aroma di mandorle amare. Ho scambiato le tazze con mia suocera. E dopo 20 minuti…