– Non dimenticare che vivi nel mio appartamento e ci hai vissuto tutta la vita. – Ricominci. Ora me lo rinfaccerai per sempre.

**Diario di un uomo**

«Non dimenticare che vivi nel mio appartamento e ci hai vissuto tutta la vita.»
«Eccoti di nuovo. Adesso me lo rinfaccerai per sempre.»

Tiziana e Amedeo erano sposati da dieci anni.

Tiziana aveva una madre e un patrigno, Rodolfo, che laveva cresciuta dalletà di tre anni. Il fratello minore di Tiziana, Luca, non era figlio suo, mentre la sorellina Francesca sì. Ma lui non aveva mai fatto differenze tra loro.

Quando Tiziana si sposò e si trasferì dal marito, Francesca aveva otto anni.

Amedeo e Rodolfo andarono daccordo fin da subito. Del resto, Rodolfo era un uomo che sapeva parlare con tutti, dai bambini del vicinato agli adulti. A lui non importava se davanti aveva un ragazzino o un uomo fatto: parlava alla pari, trovando sempre argomenti in comune.

Anche della suocera, Amedeo non aveva nulla di male da dire, ma con Rodolfo nacque subito un legame speciale, tanto da chiamarlo “papà”. Il suo vero padre era scomparso anni prima.

La madre di Amedeo, invece, si era trasferita dalla nonna perché malata, e non era più tornata. La casa laveva lasciata a lui.

Tiziana e Amedeo la ristrutturarono completamente, con laiuto di Rodolfo. La madre di Tiziana brontolava: come poteva sua figlia lasciare la città per un paesino?

«Mamma, è un borgo, e ha palazzi di cinque piani in centro!»
«Ma tu vivi in una casa in campagna. Se è in periferia, è un paesino»

Passarono dieci anni. La famiglia era cresciuta: ora cerano un figlio e una figlia. Luca, dopo gli studi, decise di restare in città, lontano da casa. Francesca si sposò, ma non avendo una casa, iniziò a vivere in affitto, pagato dai genitori.

«Potrebbero vivere con noi» propose Rodolfo alla moglie.
«Non ho nulla in contrario, ma dobbiamo parlare.»
«Di cosa?»
«Perché hai cambiato lavoro?»
«Ne abbiamo già discusso. I ragazzi lavorano, e io non ce la faccio più con due lavori, soprattutto dopo che mi sono ammalato. Le spese sono diminuite.»
«Francesca ha bisogno di un appartamento.»
«Ha un marito.»
«Non dimenticare che vivi nel mio appartamento e ci hai vissuto tutta la vita.»
«Eccoti di nuovo. Adesso me lo rinfaccerai per sempre.»
«Scegli! Devi lavorare per comprare una casa a nostra figlia!»
«Quale scelta? Lavorare o cosa?»
«O te ne vai.»
«Non posso continuare così, lo sai.»
«Allora chiedo il divorzio. Vattene. Hai una casa.»
«Una casa? Lhai vista? Sai in che stato è dopo tutti questi anni?»
«Non mi interessa. Non hai voluto venderla.»

Rodolfo, in silenzio, prese lo stretto necessario.
«Portati tutto, altrimenti butto il resto.»
«Abbiamo vissuto una vita insieme, tra un anno vai in pensione. Io ne ho già sessantatré.»
«Avresti dovuto trovarti una più giovane. Ho sbagliato a sposarti. Non avevo scelta, chi mi avrebbe voluta con due figli? Erano un peso.»
«Stai parlando dei bambini? Me ne vado. Il resto lo prendo questa settimana. Abbi pazienza»

«Mamma, dovè papà?»
«Sai che non è tuo padre.»
«E cosa cambia? È il mio papà, non ne ho un altro.»
«Ci siamo lasciati. Francesca e suo marito si trasferiscono qui.»
«Cosa? E papà dove andrà?»
«Nel suo paesino.»
«E Francesca ha accettato di mandare via un padre malato? E tu, come hai potuto?»
«Perché ti agiti così?»
«Non è umano. E Luca lo sa?»
«Perché dovrebbe? È lontano. E voi perché siete venuti?»
«Volevamo farvi una visita. Domani partiamo per le vacanze, poi passeremo da Luca.»
«E cosa volete da me? Mi servono soldi per i lavori. Tua sorella è incinta e presto si trasferirà. Non posso darvi nulla. Avete portato i bambini? Non ho tempo per badare a loro.»
«Non vogliamo nulla. Abbiamo i nostri soldi, i bambini vengono con noi. Non siamo qui per questo. Quando avresti voluto dirci del divorzio?»
«Perché dovrebbe interessarvi? Lui è padre solo di Francesca.»
«Quando ci amava e ci manteneva, eravamo tutti suoi figli, e ora siamo estranei? Non è giusto, mamma»
«Non spetta a te giudicarmi! Ho fatto tutto per voi!»

Amedeo rientrò in casa. Era uscito allinizio della discussione, quando aveva capito che Rodolfo non cera più. Lo aveva chiamato, anche se Rodolfo non portava mai il telefono con sé. Per fortuna, rispose.

«Certo, non spetta a me. Lui ha fatto tutto per noi. Il tempo ci darà ragione.»

«Tiziana, andiamo» la prese per mano. «Ho scoperto tutto. Bambini, in macchina. Andiamo da nonno.»
«Hai scoperto? Andiamo.»
«Sì. Ho fatto fatica a farlo parlare. Non voleva dirmelo.»
«Sei bravo. Io non ho mai saputo lindirizzo. Non ce lhanno mai detto, e non ci siamo mai andati.»

Rodolfo li aspettava davanti alla vecchia casa.
«Nonno, la nonna cattiva vive qui con te?» chiesero i nipoti ridendo.
«No. È rimasta in città.»

Tiziana e Amedeo risero. La battuta era riuscita, anche se Rodolfo era triste. Era felice di vederli, ma non riusciva a nascondere tutto.

«Perché mi avete trovato?»
«Come puoi vivere qui?! Siamo venuti a vedere e sistemare le cose. Perché non me lhai detto subito?»
«Perché darvi fastidio? Tua madre mi ha detto tutto quello che voleva, e ho capito.»
«Anchio lho capita. Come pensi di vivere qui? Destate va bene, ma dinverno? Hai portato tutte le tue cose?»
«Sì. Qui non cè niente, solo vecchie stoviglie. Ma va bene così. Se è andata così, vivrò qui.»
«Certo che no. Prendi le tue cose, papà. Vieni a vivere con noi.»
«Sì, papà, preparati. Possiamo prendere il resto dopo. Porta lessenziale e basta.»
«Non posso. Non sono solo.»
«Vediamo che non sei solo. E noi non abbiamo mai avuto un cane. I bambini lo chiedono da tempo.»
«Lhanno abbandonato qui, è ancora cucciolo»
«Portiamolo in macchina. Proteggerà casa nostra.»

Rodolfo non piangeva, ma le lacrime gli scendevano dagli occhi.
«Papà, domani partiamo per dieci giorni. Tu resta qui a badare alla casa. Questa è la tua stanza. Cè cibo, il negozio è vicino, ti abbiamo lasciato dei soldi. Passeremo da Luca. Resta sempre raggiungibile»

«Papà, siamo tornati!» gridò Tiziana entrando in casa. Amedeo e i bambini la seguirono.

Ma nessuno rispose.

Invece di Rodolfo, davanti a loro apparve la madre di Tiziana!

«Mamma, cosa ci fai qui?! Dovè papà?!»
«Sono venuta a controllare la casa, visto che eravate via» rispose, come se niente fosse. «E trovo uno sconosciuto! Con un cagnolino»
«Dovè papà?!» chiese Amedeo.
«Francesca e suo marito sono nel mio appartamento.

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