Voglio fare il test – se davvero Daria è mia figlia, la porterò via con me.

Oggi ho deciso di scrivere nel mio diario una storia che mi ha toccato il cuore. È successo tutto così inaspettatamente…
“Voglio fare un testse Dasha è davvero mia figlia, la porterò via con me.”
“Prendila pure ora, è solo un fastidio sotto i piedidevo sfamarla, vestirla, rinuncio a tutto pur di darle da mangiare. Che vita… Dammi dei soldi, Michele, eh?”
Margherita si preparava per il lavoro. In fretta preparò dei panini per suo marito, li avvolse nella stagnola e li lasciò sul tavolo.
Michele lavorava in unofficina meccanica, non facevano pausa pranzo, perciò doveva sempre portarsi qualcosa da casa.
Margherita, invece, lavorava come cuoca in una trattoria. Il suo posto di lavoro era un po più lontano, per cui doveva alzarsi unora prima del marito.
Fuori cadeva una pioggerellina sottile, e Margherita prese lombrello che era nellingresso. Le sfuggì di mano e cadde rumorosamente a terra. Si fermò di colpo, poi sbirciò in camera da lettoMichele non si era svegliato.
Margherita sorrise tra sé.
“Che distratta che sono!” E scivolò fuori dalla porta con cautela.
Lautobus arrivò sorprendentemente in fretta. Seduta vicino al finestrino, Margherita fissò la città che scorreva via, riflettendo sulla sua vita.
Non era più una ragazzinasi avvicinava ai trentanni, era felicemente sposata… Anche se non vivevano nel lusso, le sembrava che andasse tutto bene.
Ma una cosa la tormentava: non riuscivano ad avere figli. Eppure lei desiderava disperatamente un bambino, non importava se maschio o femmina.
Da tre anni, da quando si erano sposati, Margherita si sottoponeva a esami, ma i medici alzavano sempre le spalle, dicendo che era tutto a posto.
Lautobus si fermò, Margherita pagò il biglietto e scese. Doveva attraversare il parco per raggiungere la trattoria.
Dopo pochi passi, si fermò di colposu una panchina bagnata sedeva una bambina che piangeva. Indossava solo un giubbino leggero e rabbrividiva dal freddo, le lacrime che si mescolavano alla pioggia sul viso.
Margherita si avvicinò e le chiese dolcemente:
“Ciao! Perché sei qui da sola?”
“La mamma mi ha cacciata…” singhiozzò la bambina.
“Cosa? Ti ha cacciata?” Margherita non poteva credercichi avrebbe mai cacciato una bambina sotto la pioggia?
“Dormiva, e io avevo fame. Lho svegliata e… si è arrabbiata tanto. E adesso sono qui.”
“Come ti chiami?”
“Daria.”
“E ora cosa faccio con te, Daria?” Margherita rifletté, poi guardò lorologio. “Dai, vieni. Dove abiti? È lontano?”
“No, è vicino,” e la bambina indicò una direzione.
Camminarono verso lindirizzo che Daria aveva indicato, e in cinque minuti furono davanti allappartamento. Margherita suonò il campanello, ma nessuno rispondeva.
Finalmente la porta si aprì, e una donna dallaspetto trasandato, con un accappatoio sporco e i capelli arruffati, la fissò con occhi assonnati. Guardò Margherita, poi Daria, e senza dire una parola fece strada.
“Entra.”
Margherita oltrepassò la soglia in silenzio. Un odore nauseabondo lassalì.
Per terra cerano stracci sporchi, e la polvere sul mobile del salotto dimostrava che lì non si puliva da tempo. Mentre si guardava intorno, Margherita notò una foto sulla mensola.
I suoi occhi si spalancarono per lo stupore…
Laveva già vista nellalbum di Michele, solo che nella loro copia la foto era tagliata, e rimaneva solo lui.
In questa foto, invece, cera anche Michele, accanto a una donna giovane e bellala stessa che ora aveva davanti, anche se irriconoscibile. Margherita si voltò e la osservò con incredulità.
“E allora?” sbottò la donna.
“Che vuol dire e allora?” Margherita si riprese. “Tua figlia era seduta nel parco a piangere! E a te non importa nulla? Che razza di madre sei?”
“Non venirmi a fare la predica! Pensa ai tuoi figli, se ne hai! E lascia stare la mia!” Si girò verso Daria. “Dove ti sei cacciata?”
La bambina scappò in unaltra stanza e chiuse la porta. Margherita capì che non cera altro da fare, si voltò e se ne andò.
Per tutto il giorno non fece che pensare a Daria, a quella foto, e a quella donna che evidentemente aveva un legame con suo marito.
Quella sera, Margherita mostrò la foto a Michele.
“Amore, chi è questa persona accanto a te?”
“Te ne ho già parlato… Elena. Stavamo insieme a lungo, volevamo persino sposarci. Ma poi incontrò un altro e mi lasciò.”
“E perché hai tagliato la foto?”
“Non riuscivo a perdonarle che non avesse tenuto nostro figlio. Quando ci lasciammo, era incinta, ma disse che non lo avrebbe tenuto. Io me ne andai dalla città, ti conobbi, e poi tornammo qui insieme. Non ho mai nascosto nulla, ma… perché me lo chiedi?”
“Oggi mi è successa una cosa strana.” E gli raccontò di Daria e di sua madre.
Michele lascoltò attentamente, poi chiese quanti anni avesse la bambina. Margherita glielo disse.
Lui rimase in silenzio… Sì, poteva essere sua figlia.
“Dove abitano?”
Margherita glielo disse e andò a lettoera stremata. Si addormentò a fatica, ma quando si svegliò verso luna e mezza, notò che in cucina cera luce.
Silenziosamente, si avvicinò e sbirciò dalla porta socchiusa. Michele era seduto al tavolo, assorto nei suoi pensieri.
Il giorno dopo, bussò alla porta della sua ex. Ad aprirgli fu Daria, che lo fissò con occhi curiosi.
“Ciao! Sei Daria? Dovè tua mamma?” La bambina corse dentro.
“Mamma! Cè qualcuno per te!”
“Chi?” Una donna malconcia si affacciò dalla stanza.
Michele la guardò senza riconoscerlaElena, la donna che aveva amato tanto.
“Tu?” alzò le sopracciglia. “Cosa vuoi?”
Michele entrò senza aspettare un invito, respirando a fatica laria pesante dellappartamento.
“Elena, devo sapere la verità. Daria, dalletà che ha, potrebbe essere mia figlia. È così?”
La donna si lasciò cadere su una sedia e lo fissò.
“Prestami dei soldi, eh? Non mi hai mai dato un soldo di mantenimento. E io lho cresciuta senza chiederti niente. Dammi almeno cento euro.”
“Perché mi hai mentito? Avevi detto che non lavresti tenuta.”
“Volevo tenerla, ma Valentino disse che sarebbe stato suo padre… Poi mi lasciò quando Daria aveva tre mesi, dicendo che non aveva intenzione di crescere figli non suoi. Volevo tornare da te, ma eri già partito.”
“Farò un test. Se Daria è davvero mia figlia, me la porterò via.”
“Prendila pure ora, è solo un peso. Devi darle da mangiare, vestirla… Io non posso nemmeno prendermi un momento di pace. Dammi dei soldi, Michele, su.”

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