Oggi ho deciso di scrivere una storia che mi ha colpito profondamente.
Lui si è rifiutato di sposare la fidanzata incinta. La madre lo ha sostenuto, ma il padre ha difeso il futuro nipote.
“Papà, ho una notizia. La vicina, Giulia è incinta. È colpa mia,” disse Luca appena entrato in casa.
Marco, il padre, si fermò un attimo, poi rispose con calma:
“Allora sposala.”
“Stai scherzando? Sono ancora giovane. Non è il momento per una famiglia, poi non siamo nemmeno stati insieme seriamente”
“Seriamente?” Il padre ridacchiò ironico. “Allora per inseguire una ragazza eri uomo, ma per assumerti le responsabilità sei un bambino. Bene così.” Senza aggiungere altro, chiamò la moglie: “Sofia! Vieni qui!”
Sofia entrò in cucina, asciugandosi le mani sul grembiule:
“Cosa succede?”
“Guarda. Nostro figlio ha messo incinta Giulia, la figlia dei vicini, e ora non vuole sposarla.” E lui si allontanò.
Sofia non si stupì neanche. Il suo volto divenne serio:
“Ha ragione. Perché portarsi in casa la prima che capita? Le ragazze di oggi sono furbetrovano qualcuno con più soldi, restano incinte e poi è ‘sposami’. Poi si scopre che il figlio non è nemmeno suo. Che faccia il test del DNA. E comunque, non possiamo costringere Luca, è ancora giovane. È un uomo, non è facile resistere. Ma noi non dobbiamo mantenere i figli degli altri.”
Marco sospirò profondamente e parlò a bassa voce:
“E se fosse davvero suo figlio?”
“E se lo fosse? Siamo obbligati a prenderci questa responsabilità? Digli di fare il test, poi si vedrà.”
Si girò e tornò in cucina, lasciando Marco solo con il figlio.
“Sai, anchio sono stato giovane,” iniziò lui. “Mi piaceva una, ho sposato unaltra. Non per amore, ma per responsabilità. Perché essere uomo non è solo passione, sono scelte e conseguenze. Tua madre era incinta. Non sapevo se sarei riuscito a stare con lei, ma sapevo una cosail bambino non aveva colpa. Il mio sangue, la mia coscienza. E sai, Luca, nonostante tutto, non mi sono mai pentito di essere rimasto.”
Passarono tre mesi. Il test del DNA diede una risposta chiara: con il 99,9% di probabilità, Luca era il padre del bambino di Giulia.
“E allora?” sbuffò Sofia quando Marco le mise il foglio sotto gli occhi. “Sì, è suo figlio. Ma questo non significa che Giulia debba venire a vivere qui. Non metterà piede in questa casa. Lho detto!”
Luca rimase seduto, senza guardare il padre. Sul suo volto si leggeva la scelta: stava dalla parte della madre. In silenzio, strinse i pugni, ma non disse una parola.
Marco si alzò lentamente dal tavolo:
“Dal momento che avete preso la vostra decisione, ora ascoltate la mia.”
Parlò con voce bassa ma ferma:
“Finché vivo, mio nipote non avrà bisogno di nulla. Comprerò un terreno, costruirò una casa, e luimio nipoteavrà tutto quello che ho conquistato. E voi due potete dimenticarvi del mio aiuto. Mi rifiuto di partecipare a questa vergogna. Luca, da oggi non sei più mio figlio. Tutto quello che è mio andrà al bambino. Non riceverete un centesimo da me.”
Sofia esplose:
“Sei pazzo? Diserederai tuo figlio?!”
Marco non rispose. Si girò e uscì, ignorando le urla e le imprecazioni. Luca rimase immobile nel silenzio, incredulo per le parole del padre. Ma una cosa la sapeva: se Marco lo aveva detto, lo avrebbe fatto.
**Lezione imparata oggi:** Le scelte definiscono chi siamo, e le responsabilità non si scelgonosi accettano. Meglio un rimpianto onorevole che una convenienza vergognosa.