Era una tiepida mattina di primavera. La piccola Giulia, una bimba di quattro anni con gli occhi pieni di curiosità, osservava il “nuovo arrivato” seduto sulla panchina del loro cortile. Era un anziano signore dai capelli argentati, appoggiato a un bastone da passeggio come un saggio mago delle fiabe.
“Nonno, sei un mago?” chiese Giulia con voce speranzosa.
Luomo scosse la testa, e la bambina fece una smorfia di delusione.
“Allora perché hai quel bastone?” insistette lei.
“Mi aiuta a camminare, tesoro,” spiegò il nonno, presentandosi come Adriano Conti.
“Allora sei molto vecchio?” domandò Giulia, senza filtri.
“Per te sì, per me no. Ho solo una gamba che ancora mi fa male dopo una brutta caduta.”
In quel momento arrivò la nonna, Lucia Marchetti, che prese la mano della nipotina per andare al parco. Scambiò un saluto con il nuovo vicino, sorridendo con gentilezza. Ma fu tra Adriano e Giulia che nacque una tenera amicizia. La bambina, sempre in anticipo rispetto alla nonna, correva in cortile per raccontare al suo nuovo amico tutte le novità: il tempo, cosa aveva cucinato la nonna per pranzo, e persino il raffreddore della sua amichetta la settimana prima.
Adriano, commosso dalla sua vivacità, le offriva sempre un cioccolatino. E ogni volta Giulia lo ringraziava, ne mangiava metà e avvolgeva laltra metà nella carta per portarla a casa.
“Non ti piace?” chiese una volta Adriano, stupito.
“È buonissimo! Ma devo condividerlo con la nonna,” rispose lei.
Il vecchio sorrise e, la volta dopo, le diede due cioccolatini. Ma Giulia ne mangiò ancora solo metà.
“E adesso per chi lo tieni?” chiese lui, divertito.
“Per la mamma e il papà! Anche se possono comprarseli, gli piace essere coccolati!”
“Ah, capisco. Hai una famiglia meravigliosa,” sussurrò Adriano, commosso.
“E la nonna è la più buona di tutti!” esclamò Giulia, prima di essere interrotta da Lucia che la chiamava.
“Adriano, grazie per i dolci,” disse la nonna con un sorriso, “ma Giulia ed io dobbiamo evitare gli zuccheri.”
“Allora cosa posso offrirvi?” domandò lui, deluso.
“Niente, davvero. Abbiamo tutto.”
“Ma io voglio essere un buon vicino!” insistette Adriano.
“E allora passiamo alle noci,” propose Lucia. “Ma solo a casa, con le mani pulite!”
Giulia annuì entusiasta, e da quel giorno Adriano le regalava noci e nocciole.
“Sei una piccola scoiattola,” rise Lucia una volta, “ma questo è un lusso, sai? Il nonno ha bisogno di medicine.”
“Non è vecchio!” protestò Giulia. “La sua gamba sta guarendo, e vuole tornare a sciare!”
“Sciare?” esclamò Lucia, incredula.
“Anche io voglio gli sci, nonna! Adriano mi ha promesso di insegnarmi!”
Col tempo, Lucia notò che il vicino camminava sempre più spedito, senza più il bastone.
“Nonno, aspetta!” gridava Giulia, correndogli accanto.
“Aspettate anche me!” li raggiungeva Lucia, ridendo.
Così iniziarono a passeggiare tutti e tre, con Giulia che li incitava: “Uno-due, tre-quattro! Passo deciso, guardate avanti!”
Dopo le camminate, Adriano e Lucia si sedevano sulla panchina, mentre Giulia giocava con le amiche, sempre con una manciata di noci in tasca.
“La stai viziando,” sussurrò Lucia, imbarazzata. “Facciamolo solo per le feste, ti prego.”
Adriano le raccontò allora di essere rimasto vedovo cinque anni prima, e di aver finalmente deciso di trasferirsi in un appartamento più piccolo, lasciando il resto alla famiglia del figlio.
“Qui mi trovo bene. E anche se sono un solitario, un buon vicinato fa sempre piacere.”
Due giorni dopo, Adriano aprì la porta trovando Giulia e Lucia con un vassoio di crostate.
“Oggi siamo noi a offrirti qualcosa!” annunciò Lucia.
“Hai la teiera?” chiese Giulia.
“Certo, che bella sorpresa!” esclamò Adriano, facendoli entrare.
Davanti a una tazza di tè, chiacchierarono piacevolmente. Giulia esplorò la biblioteca e la collezione di quadri di Adriano, mentre lui le spiegava ogni dipinto con pazienza infinita.
“I miei nipoti sono lontani, già alluniversità,” sospirò. “Mi mancano. Tua nonna è ancora giovane!”
Accarezzò la bambina e le diede un foglio e una matita.
“Mi sono pensionata solo due anni fa,” disse Lucia, indicando Giulia, “e con una nuova nipotina in arrivo, non ho tempo per annoiarmi.”
Passò lestate tra chiacchiere e risate, e quando arrivò linverno, Lucia comprò gli sci a Giulia come promesso. I tre iniziarono ad allenarsi nel parco, dove la neve era perfetta per le loro passeggiate.
Adriano e Lucia divennero inseparabili, e Giulia, che non andava allasilo, era sempre con loro. Ma un giorno Adriano partì per Roma, per visitare i parenti.
Giulia lo rimpiangeva ogni giorno. “Quando torna, nonna?”
“Ha detto che resterà un mese. Ma intanto badiamo alla sua casa, da buoni amici.”
Eppure, dopo solo una settimana, anche Lucia si accorse che le mancava la sua compagnia. Uscivano e guardavano la panchina vuota, dove lui li aspettava sempre.
Allottavo giorno, mentre Lucia usciva di fretta, vide Adriano seduto lì, come se non fosse mai partito.
“Sei tornato così presto?” esclamò.
“Roma è rumorosa,” disse lui, scrollando le spalle. “Tutti lavorano, e io mi annoiavo. Mi siete mancati, come una famiglia.”
“Nonno, hai portato dolci ai tuoi nipoti?” chiese Giulia.
Gli adulti risero.
“No, piccola. A loro ho dato soldi. Sono grandi ormai,” rispose Adriano.
“Sono felice che tu sia qui,” sussurrò Lucia. “Tutti a casa, come deve essere.”
Giulia lo abbracciò forte, e Adriano si commosse.
“Oggi abbiamo i crostoli. Vieni a prendere un tè e raccontaci di Roma,” lo invitò Lucia.
“Roma è sempre bella, ma vi ho portato dei regali!” annunciò Adriano, prendendoli entrambi per mano mentre iniziava a piovigginare.
“Perché fa così caldo oggi?” chiese Adriano, guardando Lucia.
“Perché arriva la primavera!” gridò Giulia. “Presto è l8 marzo, e la nonna farà una festa! E tu ci sarai, nonno!”
“Quanto vi voglio bene, care vicine mie,” sospirò Adriano, salendo le scale.
Dopo i crostoli, aprirono i regali: una matrioska colorata per Giulia e una spilla dargento per Lucia. Uscirono di nuovo, camminando lungo il loro solito percorso nel parco. La neve si era sciolta, e Giulia saltellava tra le lastre asciutte, gridando:
“Nonna, nonno, raggiungetemi! Uno-due, tre-quattro! Passo deciso, guardate avanti!”