Mi è venuto in mente proprio ora che noi due, probabilmente, siamo una specie di famiglia sbagliata

Mi è venuto in mente che forse la nostra famiglia è un po strana.
“Che fortuna averti accanto,” disse Alessandro, abbracciando la moglie.

“E io sono felice di stare con te!” rispose Lucia.

“Ma con chi altro dovrei essere?” rise luomo. “Naturalmente solo con te. Sei il mio destino. La migliore donna al mondo.”

Lucia non rispose, gli diede un bacio sulla guancia e si affrettò in cucina per tirare fuori la torta dal forno.

Quel giorno, la coppia dei Marchetti festeggiava il loro venticinquesimo anniversario di matrimonio. Avevano deciso di celebrare in modo semplice, solo con la famiglia stretta: loro e i loro due figli. Il figlio, Matteo, studente al quarto anno del liceo, e la figlia, Sofia.

Sofia aveva appena finito luniversità, trovato lavoro e iniziato a vivere da sola. Affittava un appartamento vicino al suo ufficio. Anche se Lucia aveva cercato di dissuaderla, dicendole che cera spazio per tutti a casa, Sofia voleva provare a vivere per conto suo.

“Perché spendere soldi per un affitto?” chiedeva Lucia. “Qui hai la tua stanza, viviamo tutti insieme, perché andartene? Quando ti sposerai, allora sì che lascerai casa.”

“Mamma, ti voglio tanto bene, io e papà, e so che non mi cacciate, ma voglio provare a essere indipendente. E poi, non te la prendere, ma cucini così bene e fai torte così deliziose che ho paura di diventare una palla. Tu sei magra, mangi e non ingrassi, io purtroppo non ho preso da te! Devo stare attenta alla linea, e come posso farlo vivendo con voi? È impossibile resistere alle tue golosità.”

Lucia sorrise guardando la figlia. Sofia non le somigliava affatto. Lucia era bassa e magra, quasi mingherlina, tanto che a volte la scambiavano per unadolescente. Il suo aspetto era semplice, non si curava molto dellestetica: quasi niente trucco, i capelli spesso legati in una coda, vestiti modesti. Sofia, invece, era una vera bellezza, figlia di suo padre.

Alessandro era un uomo imponente. Alto, ben proporzionato. Con gli anni aveva preso qualche chilo, ma era inevitabile, con le torte di Lucia. In gioventù era stato molto bello, e anche ora, a quarantotto anni, rimaneva un uomo affascinante.

Lucia sapeva che, accanto a lui, non sembrava nulla di speciale. Era abituata ai pettegolezzi alle sue spalle, ma non ci faceva caso perché sapeva che, per suo marito, era la donna più bella del mondo.

***

Quando Lucia incontrò Alessandro, aveva ventanni, lui ventidue.

Quel giorno di settembre, la studentessa Lucia stava andando al compleanno della sua amica e compagna di corso, Valentina. Aveva già preparato il regalo, ma prima di arrivare decise di comprare anche un piccolo mazzo di fiori.

Nel negozio di fiori cera solo un giovane che stava scegliendo un bouquet. La commessa, una ragazza gentile, gli proponeva diverse opzioni, guardandolo con interesse. Lucia lo osservò e capì perché: era bellissimo.

“Con quel viso dovrebbe fare il cinema,” pensò. “Forse è un attore?”

Intanto, il giovane la notò e le si rivolse.

“Signorina, quale bouquet preferisce? Questo con le rose rosse, o quello con le peonie?”

Lucia si sentì in imbarazzo, non si aspettava che quel bel ragazzo le parlasse, ma rispose comunque:

“Io sceglierei le peonie, anche se molte ragazze preferiscono le rose.”

“Alla tua ragazza piacciono questi fiori?” chiese la commessa.

“Alla mia ragazza?” ripeté lui. “No, li prendo per una persona che non conosco nemmeno.”

“Davvero?” fecero insieme Lucia e la commessa, sorprese.

“Un amico mi ha trascinato al compleanno della sua cugina, non potevo presentarmi a mani vuote,” spiegò. “Ma cè così tanta scelta che mi sono perso.”

“Se prendi le rose, non sbagli, piacciono a tutte,” disse Lucia.

“Anche a te?” chiese il giovane, senza motivo.

Lucia arrossì. Abbassò lo sguardo e rispose:

“A me piacciono soprattutto i fiori di campo, ma anche le rose sono belle.”

“Che strano,” disse lui. “Anche a me piacciono i fiori di campo. Mia madre, quando va in campagna, ne porta sempre un mazzetto. Hanno una bellezza speciale. Sembrano semplici, ma se li osservi bene, sono meravigliosi.”

Il giovane comprò le rose e uscì dal negozio, sorridendo a Lucia.

“Che bel ragazzo, vero?” disse la commessa. “Quel sorriso vale tutto! Sembra un attore.”

“Anche a me è venuto in mente,” rispose Lucia.

Era ancora sorpresa quando, alla festa di Valentina, lo vide di nuovo. Si chiamava Alessandro, ed era lamico di Arturo, il cugino della festeggiata.

Alessandro rimase stupito nel rivederla. Per tutta la sera la guardò e le sorrise. Lucia ricambiava timidamente. A un certo punto, lui si sedette accanto a lei e iniziarono a parlare.

Di cosa avessero discusso, Lucia non lo ricordava più. Ma sapeva che Valentina, vedendoli insieme, si era arrabbiata.

Il giorno dopo, alluniversità, Valentina la ignorò.

“Cosa cè che non va?” chiese Lucia, dopo le lezioni.

“Non lhai capito?” sbottò Valentina. “Arturo aveva portato Alessandro per me! Voleva presentarc

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