Fingiamo di Non Essere a Casa per Sfuggire alle Visite dei Nipoti

Fingiamo di Non Essere a Casa per Evitare le Visite dei Nipoti

Non avrei mai immaginato di dire ad alta voce: «Non voglio che i nipoti vengano a trovarci». Persino a me fa vergogna questo pensiero. Ma ogni storia ha due facce, e forse, ascoltando la nostra, capirete perché mia moglie ed io ci nascondiamo nel nostro stesso appartamento.

Ho 67 anni, mia moglie, Ludovica, ne ha 65. Siamo diventati nonni presto: nostra figlia, Bianca, aveva appena 30 anni quando è diventata madre per la prima volta. Nacque la piccola Ginevra e fu come se unondata di giovinezza ci travolgesse. Correvamo col passeggino ai Giardini di Villa Borghese, la accudivamo con dolcezza, compravamo giocattoli, la viziavamo. Eravamo così felici che scherzavamo: «Siamo nonni giovani, ma così ci godiamo tutto». Al tempo, sembrava davvero una benedizione.

Poi arrivò la seconda bambina unaltra femminuccia, Isabella. Lamammo allo stesso modo, la portavamo nel weekend, aiutavamo come potevamo. Bianca non chiedeva eravamo noi a insistere. Amiamo i nostri figli e nipoti. Ma poi arrivò il terzo parto gemelli. E improvvisamente, tutto cambiò.

Con i due maschietti, Leonardo e Tommaso, la casa si trasformò in un caos. Non più weekend tranquilli, ma un vero e proprio asilo nido. Urla, corse, pianti continui un disordine senza fine. Ci siamo stancati. Non di amare, ma di sfinimento. Io ero stato operato al cuore, e a Ludovica i medici avevano proibito di sollevare pesi. Ma Bianca sembrava ignorarlo. Telefonava dicendo: «Stiamo arrivando», senza chiedere se fosse il momento giusto. A volte si presentavano senza preavviso, come se fosse un obbligo imposto.

Un giorno, vedendoli avvicinarsi al portone, mi avvicinai a Ludovica e sussurrai: «Fingiamo di non esserci». Lei annuì in silenzio. Spengemmo le luci, rimanemmo immobili. Bussarono, suonarono il campanello, provarono persino ad aprire con le chiavi ma ci nascondemmo come bambini spaventati.

Quando se ne furono andati, Ludovica pianse. Non di gioia di amarezza. «Come siamo arrivati a questo?», chiese. E io non seppi rispondere.

Amiamo i nostri nipoti, ma non siamo un centro anziani con asilo nido gratuito. Vogliamo vivere i nostri giorni in pace, stare a volte solo noi due, leggere un libro, andare alla Scala. Non siamo obbligati a fare da babysitter a tempo pieno.

Bianca si è offesa quando ha scoperto che eravamo a casa e non abbiamo aperto. Ha detto che siamo diventati egoisti. Ma mi chiedo: è egoismo desiderare un po di silenzio e rispetto per il nostro tempo?

Scrivo questo non per giustificarmi. Solo per ricordare: invecchiare non è una condanna. Anche i nonni hanno diritto a riposo e confini. Amare i nipoti non significa farsi calpestare. È prendersi cura di loro, senza smettere di prendersi cura di noi.

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