Se mia madre non verrà a vivere con noi, chiedo il divorzio!” E così fece…

“Se mia madre non può vivere con noi, chiedo il divorzio!” E così fece

“Se non lasci che mia madre resti con noi, voglio il divorzio”: e lo chiese davvero.

Un uomo che ti giura amore e fedeltà può diventare un estraneo in un istante. Soprattutto quando ti costringe a scegliere tra la tua famiglia e la salvezza della tua anima. Io ho vissuto questa sofferenza.

Quando mi sposai con Marcello, non avevamo una casa nostra. Vivevamo con i suoi genitori, in un appartamento di due stanze, angusto ma sopportabile. Fino al giorno in cui suo padre adottivo tornò a casa e trovò sua moglie, mia suocera, con un amante. Un uomo più giovane, spavaldo, che le sussurrava di orizzonti nuovi e “colline doro”. Ma aveva una condizione:
“Vendi lappartamento. Trasferiamoci in unaltra città. Lì cominceremo una vita nuova.”

Provammo a far ragionare Luisa:
“Ti sta ingannando. Rimarrai senza un tetto.”
Ma lei fece la sdegnosa:
“Siete solo invidiosi. Non vi permettete di giudicarmi.”

Una settimana dopo, eravamo per strada con il bambino in braccio. Lappartamento venduto, noi cacciati via. Marcello lavorava giorno e notte, io ero in maternità e scrivevo articoli di notte per sopravvivere. A malapena riuscivamo a pagare laffitto, ma ci aggrappavamo alla speranza di un futuro migliore.

Volevamo chiedere un mutuo, ma il destino ci regalò unopportunità: morì mia zia, sola, senza figli. Nel testamento, lasciò a me un appartamento in unaltra città. Spazioso, luminoso, con finestre che si affacciavano su un cortile silenzioso. Con i soldi che avevamo messo da parte, lo ristemammo. Per la prima volta dopo tanto tempo, respirai sollievo.

Ma la pace durò poco.

Una sera, mentre lavavo i piatti dopo cena, bussarono alla porta. Sulla soglia cera Luisa, il viso gonfio di lacrime, gli occhi come quelli di un cane maltrattato.
“Figlia mia Marcello mi ha cacciata Ho perso tutto. Mi rimane solo una valigia. Aiutatemi”

Marcello e ci scambiammo unocchiata. Vidi il suo volto intenerirsi. La prese per le spalle, la fece sedere in cucina, le versò del tè. Io rimasi lì, sentendo solo un dolore sordo, un battito che mi lacerava dentro. Sapevo di averla avvertita, di averla supplicata di non commettere quella follia. Eppure non solo non ci aveva ascoltato, ma ci aveva gettati fuori con il bambino quando ancora avremmo potuto salvarci.

Marcello mi guardò:
“Non può stare da sola. Non possiamo abbandonarla. È mia madre.”

Stringevo le labbra:
“Ci ha trattati come spazzatura. E ora vuoi che la accogliamo qui? In questa casa, dove abbiamo appena ricominciato a vivere?”

Luisa non rimase in silenzio:
“Figlio mio, non posso vivere per strada Aiutami Ho capito, non succederà più”

E allora lui pronunciò le parole che mi spezzarono il cuore:
“Se non accetti che mia madre resti con noi, chiedo il divorzio.”

Per un momento, il mondo mi sembrò svanire. Risposi con calma, anche se dentro sanguinavo: “Allora il divorzio è lunica soluzione, perché non vivrò mai con un uomo che mette condizioni al nostro amore.”

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