Non preoccuparti, Slavko! Non essere triste! Almeno hai festeggiato il Capodanno in grande stile!

Niente, Slavko! Non ti preoccupare! Almeno hai festeggiato il Capodanno alla grande!

Eccola, la città natale. Slavko scese dal binario, uscì nella piazza della stazione e si diresse verso la fermata dellautobus. Non aveva avvertito sua moglie che sarebbe tornato quel giorno.

Lumore di Slavko non era dei migliori, perché sapeva di dover affrontare una discussione spiacevole con Anna. Sua moglie lo avrebbe rimproverato ancora una volta, lamentando che fosse un egoista insensibile.

Ma insensibile perché? Lui, tra laltro, aveva voluto farle gli auguri per il Capodanno, ma lei aveva spento il telefono. Si era offesa!

Per tre giorni aveva cercato di chiamarla, ma lei non aveva mai risposto. Allora, anche lui si era offeso e aveva smesso di provarci.

E poi, tra laltro, lei non aveva nemmeno fatto gli auguri ai suoi genitori e a sua sorella, figuriamoci a lui. Glielo avrebbe detto proprio appena messo piede in casa.

Non era solo lui a dover essere accusato, anche lei aveva le sue colpe, quindi doveva rispondere! Come si dice? La miglior difesa è lattacco.

Slavko si tirò su di morale e entrò nel palazzo con un atteggiamento combattivo.

Lappartamento lo accolse nel silenzio.

Ehi! Cè nessuno vivo qui? Annetta, sono tornato! gridò Slavko, ma nessuno rispose.

Guardò in cucina: niente. Poi in una stanza: vuota. Nellaltra: idem. Ma subito notò dei cambiamenti: vicino al muro mancava il lettino del bambino, spariti anche il comò con il fasciatoio sopra e il passeggino che i genitori di Anna gli avevano regalato.

Slavko corse allarmadio: anche la metà dove di solito cerano i vestiti di sua moglie era vuota.

Ma ha perso la testa? Mi ha lasciato? pensò Slavko.

Chiamò la suocera, ma nessuno rispose. Allora provò con Caterina, lamica di Anna. Silenzio. Alla fine riuscì a raggiungere Michele, il marito di Caterina.

Michi, ciao! Passami Caterina, non riesco a contattarla chiese.

Caterina è in campagna con il bambino, abbiamo festeggiato il Capodanno lì. A volte il segnale è pessimo.

Io sono tornato ieri perché oggi ho il turno. Loro si stanno ancora riposando rispose Michele. Perché ti serve Caterina?

Pensavo potesse sapere dovè la mia Anna. Sono appena tornato dai miei e lei non cè. E mancano anche tutte le cose che avevamo comprato per il bambino disse Slavko.

Sentimi bene, tuo figlio sarebbe dovuto nascere da un momento allaltro. Ma tu sei andato dai tuoi per le feste e lhai lasciata sola? si stupì Michele.

Lei non voleva venire. Anche se la data prevista era tra il dieci e lundici gennaio. Saremmo rientrati in tempo.

Congratulazioni, pirla, sei un idiota rise lamico.

Perché? non capì Slavko.

Perché molto probabilmente sei già un uomo libero. Imbecille! Chiama lospedale, probabilmente è lì consigliò Michele.

Dieci giorni prima.

Non capisco, Slavko disse la madre al telefono perché devi stare a casa per le feste? Se Anna non vuole venire, vieni tu da solo. Il parto è previsto tra due settimane, fai in tempo a tornare.

Soprattutto perché quasi tutta la famiglia sarà riunita: zia Vera e zio Sergio arriveranno, Natasha e Vittorio verranno, Olga e Paolo. E noi con tuo padre e Vika e Luca.

Vika ha prenotato per noi delle stanze in un hotel fuori città, immerso nel bosco. Per quattro giorni, dal trenta al due.

La sera del trentuno ci sarà una cena con degli artisti. Ho già pagato per te, poi mi ridai i soldi. Sarai con noi fino allEpifania e poi torni lotto. Giusto in tempo per la data prevista.

Anna non voleva venire:

Slavko, potrei partorire da un momento allaltro. Immagina comè: tutti che festeggiano e io che improvvisamente vado in travaglio. E poi lhotel è fuori città, lambulanza riuscirà ad arrivare in tempo?

No, non vengo da nessuna parte.

Tua madre ha ragione, le donne oggi considerano la gravidanza una malattia e la nascita unimpresa. Lei ha messo al mondo tre figli, quasi mai in maternità e faceva tutto.

Ovviamente, Slavko capiva che Anna aveva un po ragione. Ma immaginò quanto sarebbe stato noioso stare a casa la notte di Capodanno: solo loro due, con una cena modesta Anna aveva già detto che non avrebbe cucinato nulla di speciale. E si sentì triste.

Mentre tutta la famiglia avrebbe ballato, cantato e festeggiato al ristorante.

Alla fine, partì da solo.

Allhotel fu davvero divertente. Verso mezzanotte e mezza, quando il nuovo anno era già iniziato, Slavko uscì in hall per chiamare la moglie, ma lei non rispose.

Va bene allora, ti offendi, ma è anche colpa tua. Potevi essere qui a festeggiare con tutti pensò Slavko.

Il giorno dopo, sua madre gli fece pesare il comportamento di Anna:

La tua Anna non ci ha nemmeno chiamato per farci gli auguri. Vedi come si è offesa? Hai viziato troppo tua moglie, figliolo.

Non capisce cosè una vera famiglia. Ecco perché noi siamo tutti qui insieme e lei è sola lì. Che ci rimanga e ci pensi su.

Ma Anna quella notte aveva altro a cui pensare. Se pensava a qualcuno, era Slavko, non certo i suoceri e la loro numerosa parentela.

I suoi genitori, sapendo che la figlia era sola per le feste, lavevano invitata da loro. Non avevano in programma grandi festeggiamenti.

Suo fratello viveva a Roma, lavorava in unazienda a ciclo continuo e non aveva ferie lunghe, quindi i genitori avrebbero festeggiato il Capodanno da soli.

La sera del trentuno, alle nove, Anna e sua madre stavano apparecchiando quando le vennero le doglie.

Chiamarono lambulanza. La madre andò con Anna, il padre li seguì in macchina.

Quella volta, Anna passò il Capodanno in ospedale, mentre i suoi genitori aspettavano nel reparto. Anna divenne madre di un maschietto

Slavko decise di seguire il consiglio dellamico e chiamò lospedale.

Rossi? Dimessa ieri risposero al centralino.

Dimessa? non ci credeva Slavko. Ma è già nato il bambino?

Sì. Il primo gennaio, a mezzanotte e mezza.

Chi lha portata via dallospedale? chiese Slavko.

Signore, queste informazioni non le registriamo!

Slavko capì che potevano essere stati solo i suoi genitori, quindi Anna e il bambino erano da loro.

Comprò un mazzo di rose e ci andò.

Bussò. Ad aprire fu il suocero.

Dimmi pure.

Buongiorno, sono venuto per Anna disse Slavko.

E perché? chiese il padre di Anna.

Beh, sono suo marito rispose il genero.

Anna! chiamò forte il suocero. Cè un tizio qui che dice di essere tuo marito. Vuoi parlarci?

No, che se ne vada rispose Anna dallinterno.

Il suocero allargò le braccia:

Non vuole. Arrivederci, signore! E chiuse la porta.

Slavko rimase lì qualche

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