O accogli mio fratello nel tuo appartamento, o fai le valigie e vattene immediatamente!” gridò il marito.

O tu fai entrare mio fratello a casa nostra, o fai le valigie e te ne vai! gridò il marito.

Vittoria aveva fatto due ore di straordinario al lavoro. Due nuove clienti si erano prenotate con lei su raccomandazione di amiche.

Vogliamo venire solo da lei, Vittoria! Lei è senza dubbio la migliore parrucchiera della città! quelle parole lavevano fatta sorridere per tutto il tragitto verso casa.

Forse era davvero arrivato il momento di aprire un suo salone. Smettere di aspettare il “momento giusto” e agire.

Con questi pensieri, Vittoria era arrivata davanti al palazzo senza quasi accorgersene. Nellingresso, sentì voci sconosciute provenire dal loro appartamento. Aprì la porta di scatto e si bloccò sulla soglia, sorpresa. Nel corridoio cera uno zaino logoro, scarpe sporche sul pavimento e dallingresso arrivava un forte odore di alcol.

Vittoria, riconosci il parente? Federico è tornato! il marito sbucò dalla cucina con un sorriso strano.

Il fratello minore di Paolo era seduto sul divano in cucina, fissando il vuoto. Lo stesso Federico che, quattro anni prima, aveva lasciato casa per andare a vivere con una ballerina di un locale notturno.

Ciao, disse il cognato senza nemmeno alzare lo sguardo.

Mamma, chi è? sussurrò la figlia, appena rientrata dalla lezione di danza.

È tuo zio Federico, il fratello di papà, rispose Vittoria, cercando di mantenere la calma. Probabilmente non lo ricordi. Eri troppo piccola quando se nè andato.

Ma perché è così strano? chiese Alice, abbassando la voce.

Vai in camera, tesoro. Ne parliamo dopo.

Vittoria entrò in bagno e aprì il rubinetto. Aveva bisogno di un momento per riprendersi. Nello specchio, vide il suo viso stanco. Si passò una mano tra i capelli: era ora di toccare le radici, ma ora aveva ben altro a cui pensare.

Quattro anni prima, quando Federico se nera andato, aveva visto quanto fosse stato difficile per Paolo. Per un mese non aveva parlato con i genitori, incolpandoli di aver allontanato il fratello. Poi, sembrava essersi rassegnato, smettendo di menzionare Federico e ignorando le rare telefonate. Ma ora tutto era cambiato.

Il marito la seguì in camera, esitò un attimo, poi mormorò:

Rimarrà da noi. È necessario. Almeno per un po. Ha bisogno di sostegno. Federico sta molto male. Lei lo tradiva, perciò hanno divorziato. Non può tornare dai genitori.

E hai deciso da solo? Senza neanche chiedermelo? Senza discuterne con me? Vittoria si girò verso di lui. Non ti sembra una mancanza di rispetto?

Cosa cera da discutere? È mio fratello, non ha nessun altro posto dove andare.

Per lamor del cielo, Paolo, abbiamo una figlia adolescente! Hai visto in che stato è? Pensi sia normale che lo veda ogni giorno in quelle condizioni? Federico

Proprio per questo ha bisogno di aiuto. La famiglia! per la prima volta quella sera, Paolo la guardò negli occhi. Non posso abbandonarlo, Vittoria. Non posso!

Quanto durerà?

Quanto sarà necessario. Deve riprendersi.

E Alice? Ci hai pensato a lei? È a unetà delicata

Basta! il marito alzò la voce, cosa che non faceva mai. È mio fratello. Il mio fratello minore. Non lo lascerò solo in questo momento.

Vittoria aprì la bocca per rispondere, ma si fermò. Cera qualcosa nella sua voce che la fece trattenere. In quattordici anni insieme, non laveva mai sentito così duro.

Va bene, si voltò verso la finestra. Ma digli di non bere in casa. E che trovi un lavoro.

Paolo non rispose e uscì in silenzio. Attraverso il muro, Vittoria sentì che parlava a bassa voce con il fratello in cucina. Molto piano. Probabilmente perché lei non sentisse.

Era passata la mezzanotte quando finalmente tutto tacqu

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