Misteri e Magia: Esplorando l’Inspiegabile nel Cuore dell’Italia

22 ottobre 2023

Oggi mi son svegliata con la febbre alta, come se una nube nera avesse avvolto il mio corpo dallalba. Solo un giorno prima ero al cimitero di San Lorenzo, dove mio marito, Stefano, mi aveva chiesto di ripulire la tomba della sua nonna. Mentre lui ricercheva la lapide, Valentina notò una storma di corvi appollaiati su un vecchio cancello arrugginito. Sentendosi osservata, si voltò verso il monumento di ferro; nella foto in bianco e nero appoggiata al fianco cera una vecchia donna coperta da un fazzoletto. Improvvisamente una voce maschile, severa come un prete, ruppe il silenzio:

Che cosa fissi? Sistemati!

Senza capire il perché, Valentina iniziò a spazzare su quella tomba straniera. Ma gli sconvolgimenti non furono finiti. Quando Stefano trovò finalmente la lapide della nonna, il marmo lucido che la sostituiva lo lasciò senza parole: la foto era cambiata, la vecchia signora era stata sostituita da una giovane donna dal sorriso sereno.

Non riesco a spiegarmi! balbettò Stefano, incredulo. Chi può aver fatto una cosa del genere? Non ci sono parenti rimasti, tutti son sepolti.

Non ho idea di come sia possibile mormorai, il dolore mi attanagliava le mani.

Le mani di Valentina pulsavano di un dolore insopportabile. Il pensiero che qualcuno avesse sostituito la lapide della cara nonna di Stefano non mi lasciava tregua.

Forse è unallucinazione o una stregoneria? chiesi a mio marito.

Vai dal medico mi consigliò Alessandro, il fratello di Stefano. Io non capisco più nulla di quel monumento.

Al pronto soccorso la situazione degenerò. Il chirurgo mi propose iniezioni articolari, ma le rifiutai. La radiografia non mostrò nulla, e con una ricetta mi mandarono in farmacia a prendere pomate e antidolorifici. Il dolore alle mani si somigliò a una stanchezza cronica, la pressione scese, e sembrava che nel mio corpo non rimanesse più alcun organo sano. I giorni passarono così, i medici non trovarono nulla e io iniziavo a prepararmi allultimo viaggio.

Una vicina, Vittoria, entrò nella mia stanza per chiedere sale.

Tesoro, che ti è successo? mi domandò, preoccupata. Sei molto pallida.

Le raccontai delleco di quella voce maschile, dellobbligo di ripulire la tomba estranea e del monumento che era mutato allimprovviso.

Una voce? Il monumento e la foto sono cambiati? commentò la signora, accigliata. È il custode del cimitero, quello che ti fa prendere a carico la malattia di altri. Forse ha fatto un patto, o forse ha accettato un riscatto.

Come? scoppiò in singhiozzo la mia voce.

Magia nera! sussurrò Vittoria. Devi andare in chiesa a pregare.

La chiesa non mi ridiede sollievo. Lintero anno successivo è stato un tormento di una malattia senza nome. Dovetti lasciare il lavoro, e ogni passo nella mia piccola casa diventava una fatica. Dopo Pasqua, nel giorno della commemorazione, Stefano mi propose di visitare i defunti:

Puoi farlo?

Proverò risposi, cercando di non cedere al timore.

Sei il custode del cimitero! singhiozzò la donna gravemente ammalata, implorandomi. Accetta il mio dono! Non voglio morire! Ho figli, un marito! Reprendi le malattie altrui!

Il pianto mi travolse; sembrava che gli spiriti di tutti i defunti mi osservassero, mentre negli occhi di Stefano nella foto comparve una scintilla di compassione.

Prendi i soldi e vattene! sussurrò nella mia mente, come uneco. Vai con Dio! Colui che ti ha mandato avrà la sua giusta pena.

Perché piangi sulla tomba di un altro? mi chiamò Stefano, agitato. Andiamo!

Il monumento della nonna di Stefano era tornato comera, la vecchia signora ritraeva un volto triste e mesto.

Accidenti! urò Stefano, terrorizzato.

Voglio vivere! gridai di nuovo, implorando il custode. Proteggimi!

Il giorno seguente mi svegliai totalmente guarita. Nella testa girovagavano i ricordi di quel giorno strano. Capivo ormai chi, tra i parenti, aveva scatenato quel male: la sorella di Stefano, gelosa fin dal primo incontro, era caduta malata e poco dopo era morta. Non voglio credere a quello che è successo, ma il cuore mi dice che la vendetta ha lasciato il suo segno.

Oggi, mentre scrivo, sento un peso sollevarsi. Forse è solo il ricordo, ma lanima sembra più leggera. Spero che il futuro mi riservi solo pace.

Lia.

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