Dopo dieci anni di matrimonio, se ne è andata con un altro uomo. Un anno dopo è tornata, incinta e distrutta
Era partita con un amante dopo un decennio di vita coniugale. Un anno più tardi si è presentata sulla mia soglia, gravida e a pezzi
Ho conosciuto la mia moglie, Aurélie, quasi dodici anni fa. Allepoca ero ancora studente allÉcole dIngénierie di Lione e vivevo in un dormitorio universitario. Lei era appena arrivata da un piccolo villaggio della Bretagna, smarrita, sola, estranea a quel mondo rumoroso. Non ci siamo avvicinati subito; allinizio non lavevo nemmeno notata, era molto riservata e rimaneva isolata con i suoi libri, quasi senza parlare.
Col tempo però le cose sono cambiate. Dopo qualche mese abbiamo iniziato a chiacchierare, prima timidamente, poi ogni sera senza riuscire a fermarci. Lei mi confidava i suoi dubbi, io condividevo i miei sogni per il futuro. Presto ci è stata assegnata una stanza per coppie: la direttrice del dormitorio ci ha dato fiducia, vedendo che eravamo seri. Così è cominciata la nostra vita insieme.
Avevo sempre chiaro cosa volevo: essere un uomo forte, un pilastro, capace non solo di erigere muri ma di riempirli del calore di una casa. Le dissi apertamente: «Non lavorerai fuori. Una donna deve occuparsi della casa e dei figli. Se un uomo non può provvedere ai propri, non è un vero uomo». Lei non protestò. Cucinava, puliva, mi aspettava la sera. Eravamo davvero una famiglia.
Negli anni sono salito di grado. Ho iniziato in unimpresa di edilizia, sono diventato capo cantiere e poi ho avviato la mia attività. Abbiamo comprato una casa in periferia, due auto una per me e una per lei. Vivevamo come avevamo sognato. Tutto, tranne i figli. Gli anni passavano e la casa rimaneva silenziosa. Abbiamo consultato decine di medici, speso migliaia di euro, affrontato esami su esami senza risultati. Nascondevo il dolore, anche lei taciava, ma il suo sguardo era vuoto. Un giorno abbiamo smesso di lottare. Se il destino non ci concedeva quella felicità, forse non era il momento.
E poi tutto è crollato. Allimprovviso, senza preavviso, senza alcuna spiegazione.
Sono tornato più presto quel giorno per evitare il traffico. Nellallora non cera nessuna auto, il cancello era spalancato. Strano. Ho aspettato. La serata è sembrata interminabile, poi è arrivato un SMS da un numero sconosciuto:
«Scusami. Non riesco più a vivere nella menzogna. Cè unaltra. Torna a casa sua e io vado via con lui. Ti ho tradito, ma forse un giorno capirai»
Il mondo è sprofondato sotto i miei piedi. Mi sono ritrovato a sedermi a terra, nella casa che avevo costruito per due, ma dove ora ero solo. Solo Théo, il mio migliore amico e socio, mi ha tirato fuori da quel baratro. Mi ha impedito di cadere nellalcol o di abbandonare tutto.
Col tempo ho ricominciato a respirare. Ho visto foto di Aurélie online, davanti a montagne. Viveva da qualche parte nelle Alpi. Non riuscivo a cancellarla dalla mente. Ogni cosa intorno a me parlava di lei. Ho pregato per il suo ritorno, e luniverso ha ascoltato.
Un anno dopo, allo stesso giorno, è suonato il campanello. Ho aperto e quasi sono crollato. Era lei. Magra, devastata, vestita di stracci logori. E quel ventre enorme: era alla fine della gravidanza.
Aurélie è scesa in ginocchio, piangendo, implorandomi perdono. Il suo amante laveva cacciata via; lei, a sua volta, lo aveva tradito e lui laveva scaraventata fuori. Non le rimaneva nulla: né denaro, né tetto, né speranza. Tranne me.
Potete giudicarmi, definirmi debole, sostenere che avrei dovuto chiuderle la porta in faccia. Ma sapete una cosa? Non ce lho fatta. Perché, nonostante tutto, lamavo ancora. Perché anche nella sofferenza volevo riaverla al mio fianco. Perché sapevo che tutti hanno diritto allerrore. E se non lavessi perdonata, avrei perso me stesso.
Sono passati gli anni. Abbiamo ora un figlio quello che credevo non avrei mai avuto. Lo amo come se fosse di sangue mio, perché lo è: per scelta, per amore. E amo ancora Aurélie, anche se la cicatrice al cuore non svanirà mai.
Non le ho mai fatto rimproveri, né le ho ricordato il passato. Perché amare davvero significa scegliere di restare, nonostante tutto.





