Il marito spedisce la moglie in campagna per farla dimagrire, così da potersi abbandonare senza freni ai piaceri con l’affascinante segretaria.

Il marito ha mandato la moglie in campagna per farla dimagrire, perché aveva perso la testa, così da potersi dedicare liberamente ai piaceri con la sua segretaria.

«Stefano, non capisco cosa vuoi», disse Sofia.

«Niente di speciale», rispose Stefano. «Ho solo bisogno di stare un po da solo, riposarmi. Vai in campagna, rilassati, perdi qualche chilo. Altrimenti sei diventata tutta sbiadita.»

Lanciò unocchiata sprezzante alla silhouette di sua moglie. Sofia sapeva di aver preso peso per via delle cure, ma non disse nulla.

«Dovè questa campagna?» chiese lei.

«In un posto bellissimo», sorrise Stefano. «Ti piacerà.»

Sofia decise di non discutere. Anche lei aveva bisogno di riposo. «Forse siamo solo stanchi luno dellaltra», pensò. «Lasciamolo in pace per un po. E non tornerò finché non me lo chiederà lui.»

Iniziò a preparare le sue cose.

«Non sei arrabbiata con me, vero?» precisò Stefano. «È solo per poco, per farti riposare.»

«No, va tutto bene», rispose Sofia sorridendo.

«Allora vado», disse Stefano, dandole un bacio sulla guancia prima di uscire.

Sofia sospirò profondamente. I loro baci ormai non avevano più il calore di un tempo.

Il viaggio durò più del previsto. Sofia sbagliò strada due volte il GPS non funzionava bene e non cera campo. Alla fine vide un cartello con il nome del paese. Il posto era isolato, le case, anche se di legno, erano ben tenute, con intagli decorativi.

«Qui non ci sono comodità moderne», pensò Sofia.

E aveva ragione. La casa sembrava un rudere. Senza macchina o telefono, si sarebbe sentita catapultata nel passato. Sofia tirò fuori il cellulare. «Lo chiamo subito», si disse, ma ancora non cera segnale.

Il sole stava calando e Sofia era stanca. Se non avesse trovato la casa, avrebbe dormito in macchina.

Non aveva voglia di tornare in città, né di dare a Stefano lopportunità di dire che non sapeva cavarsela.

Scese dallauto. La sua giacca rossa spiccava in modo buffo nel paesaggio del villaggio. Si sorrise.

«Be, Sofia, non ci perdiamo», disse a voce alta.

La mattina dopo, il canto stridulo di un gallo la svegliò mentre dormiva in macchina.

«Ma che baccano?» brontolò Sofia, abbassando il finestrino.

Il gallo la fissò con un occhio solo, poi ricominciò a schiamazzare.

«Perché strilli così?» esclamò Sofia, ma vide una scopa sfrecciare davanti al vetro e il gallo tacque.

Sulla strada apparve un vecchio.

«Buongiorno!» la salutò.

Sofia lo guardò, stupita. Quella gente sembrava uscita da una favola.

«Non badare al nostro gallo», disse il vecchio. «È buono, ma fa un chiasso da squartato.»

Sofia scoppiò a ridere, il sonno svanì allistante. Anche il vecchio sorrise.

«Rimani con noi per un po o è solo una sosta?»

«Per riposarmi, finché durerà», rispose Sofia.

«Entra pure, piccola. Vieni a fare colazione. Conoscerai anche la nonna. Fa delle torte e non cè mai nessuno che le mangi. I nipoti vengono una volta lanno, i figli pure»

Sofia non esitò. Doveva conoscere la gente del posto.

La moglie di Piero si rivelò una nonna da favola grembiule, foulard, sorriso sdentato e rughe gentili. La casa era pulita e accogliente.

«È meraviglioso qui!» esclamò Sofia. «Perché i vostri figli non vengono più spesso?»

Anna alzò le spalle.

«Siamo noi a dirgli di non venire. Le strade sono un disastro. Dopo la pioggia ci vuole una settimana per uscire. Cera un ponte, ma era vecchio. È crollato quindici anni fa. Viviamo come reclusi. Piero va al negozio una volta a settimana. La barca non regge più il peso. Piero è forte, ma letà»

«Queste torte sono divine!» esclamò Sofia. «Non cè nessuno che si occupi di voi? Qualcuno dovrebbe farlo.»

«A che serve? Siamo solo in cinquanta. Una volta eravamo mille. Ma ora se ne sono andati tutti.»

Sofia rifletté.

«Strano. E lamministrazione, dovè?»

«Dallaltra parte del ponte. Con la deviazione sono 60 chilometri. Credi che non abbiamo chiesto aiuto? La risposta è sempre la stessa: non ci sono soldi.»

Sofia capì di aver trovato un progetto per le sue vacanze.

«Ditemi, dove trovo lamministrazione? O mi accompagnate? Non sembra che piova.»

I vecchi si scambiarono unocchiata.

«Sei seria? Sei venuta per riposarti.»

«Lo sono. Il riposo può prendere tante forme. E se piove? Devo pensare anche a me.»

I vecchi sorrisero calorosamente.

Allamministrazione comunale le dissero:

«Ma smettila di tormentarci! Ci fate passare per cattivi. Guarda le strade in città! Chi darà i soldi per un ponte verso un paese di cinquanta persone? Cercate uno sponsor. Per esempio, Rossi. Lo conosci?»

Sofia annuì. Certo che lo conosceva Rossi era il proprietario dellazienda dove lavorava suo marito. Era originario di lì; i suoi genitori si erano trasferiti in città quando lui aveva dieci anni.

Dopo una notte di riflessione, Sofia prese una decisione. Aveva il numero di Rossi suo marito lo aveva chiamato più volte dal suo telefono. Decise di contattarlo senza rivelare il legame con Stefano.

Il primo tentativo fallì, al secondo Rossi ascoltò, rimase in silenzio, poi scoppiò a ridere.

«Sai, avevo quasi dimenticato di essere nato qui. Come va?» chiese.

Sofia si rallegrò.

«Benissimo, tranquillo, la gente è fantastica. Ti manderò foto e video. Luca, ho provato di tutto nessuno vuole aiutare gli anziani. Saresti lunico che può fare qualcosa.»

«Ci penserò. Mandami le foto, vorrei ricordare comera.»

Per due giorni Sofia si dedicò a filmare e fotografare per Rossi. I messaggi furono letti, ma non arrivò risposta. Stava per arrendersi, quando Luca chiamò lui stesso:

«Sofia, potresti venire domani nel mio ufficio in centro verso le tre? E prepara un piano preliminare dei lavori.»

«Certo, grazie, Luca!»

«Sai, è un po come tornare bambino. La vita è una corsa non cè mai tempo per fermarsi a sognare.»

«Lo capisco. Ma dovresti venire di persona. Ci sarò, ne sono sicura.»

Appena riattaccò, realizzò: era lo stesso ufficio dove lavorava suo marito. Sorrise, immaginando la sorpresa che lavrebbe attesa.

Arrivò in anticipo, con unora di anticipo. Dopo aver parcheggiato, si diresse verso lufficio di Stefano. La segretaria non cera. Entrò e, sentendo voci dalla sala relax, si avvicinò. Lì trovò Stefano e la sua segretaria.

Alla vista di Sofia, rimasero sconvolti. Lei si bloccò sulla porta, mentre Stefano si

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