Il mio desiderio: una lista di sogni e speranze da realizzare

La lista dei miei desideri

Il corridoio era ingombro di scatole. Lorenzo, arrossato dallo sforzo, sistemava unaltra di esse sul ripiano alto. Una polvere grigia si depositava sulla sua testa ormai calva, come brina.

E a che serve conservare tutto questo? È solo spazzatura, brontolava, scendendo dal traballante scaliniere.

Non è spazzatura, rispose fermamente Loredana, senza alzare la voce. Era seduta sul pavimento, aprendo una vecchia valigia piena di fogli. È memoria.

Memoria, sbuffò Lorenzo. Con questa memoria mi cade la schiena. Alla fine la getterai via lo stesso, fra un anno. Non cè più spazio.

Loredana non rispose. Le dita le scivolarono sulla copertina consunta di un vecchio album di cuoio. Lo aprì.

Guarda, disse, quasi a prescindere dal suo lamento. La scolara di prima elementare. Ti ricordi?

Lorenzo si avvicinò a malincuore. Su una foto ingiallita, al sole, una bambina con fiocchi bianchi fissava lobiettivo.

Mi ricordo, borbottò più dolcemente. Piangevi perché il grembiule ti graffiava.

E questo è il campo estivo dei pionieri

Campo Montecatini, confermò Lorenzo, guardando oltre la spalla di Loredana. È lì che hai portato quella conchiglia. Quella che ancora è sparsa da qualche parte qui.

Riprese a rovistare tra le scatole, ma senza più lentusiasmo di prima. Loredana girava pagina dopo pagina. Gioventù, università, il loro matrimonio Lorenzo in un giubbotto enorme, lei in un abito di pizzo da madre. Giovani, lisci, felici. Sorridevano davanti alla macchina fotografica, ignari di quello che li attendeva fra ventanni: quellappartamento angusto, il suo continuo brontolio, il suo silenzioso rancore per una romantica rimasta solo sulla carta.

Attenta! esclamò allimprovviso Loredana.

Lorenzo colpì con la spalla una piccola scatola di cartone e il suo contenuto si sparse sul pavimento. Mentre brontolava e riponeva i libri, Loredana raccolse dal linoleum una piccola scatola rivestita di velluto. Sollevò il coperchio.

Dentro, su una stoffa di cotone, cera la medesima conchiglia del campo, alcuni distintivi ormai sbiaditi, un ramoscello di mimosa secco e un foglio di quaderno piegato in quattro.

Cosè questo? chiese Lorenzo, finita la pulizia.

Loredana aprì il foglio. Una scrittura infantile e precisa recava: La lista dei miei desideri. 1. Diventare medico. 2. Suonare la chitarra. 3. Andare a Parigi. 4. Sposarsi per grande amore.

Lo porse a lui senza parlare. Lorenzo lo lesse, si addolcì, poi sbuffò:

Eh, non sei diventata medico. Non suoni nemmeno la chitarra. Parigi? Nemmeno un sogno. E lamore si fermò, massaggiandosi la schiena dolorante. Non sei diventata dottoressa, ma ora la mia schiena fa il vecchio, per colpa di questi tuoi archivi.

Loredana gli strappò il foglio dalle mani, fissò il punto quattro, poi guardò suo marito: il suo volto stanco e impolverato, le mani che avevano appena sollevato scatole pesanti per liberare spazio nel suo armadio.

Sposarsi per grande amore non significa vivere in una romantica perpetua, Lorenzo. Significa che quando a un uomo la schiena gli fa male, la moglie gli fa un massaggio, e lui a sua volta lava i piatti.

Piegò con cura il foglio, lo rimise nella scatola e chiuse il coperchio.

Va bene, sospirò. Forse hai ragione. Alcune cose possiamo davvero sistemare.

Mise la scatola da parte, nella pila delle cose più preziose che non saranno mai gettate via. Si avvicinò a Lorenzo, lo abbracciò e poggiò la guancia sul suo mento irto di barba.

Grazie, sussurrò. Per tutto.

Lorenzo rimase immobile per un attimo, poi accarezzò goffamente i suoi capelli.

Dai, non esagerare Che cosa cè di nuovo? rimase in silenzio. Mi farai comunque il massaggio alla schiena?

Lo ricorderò, sorrise Loredana, appoggiandosi alla sua spalla.

Capì che Parigi e la chitarra erano rimasti lì, su quel foglio ingiallito. Ma in quel corridoio polveroso, tra i ricordi, cera la vita vera: la cura, il sostegno, il piccolo gesto quotidiano. Quella era una felicità che non si può fotografare né incollare in un album; è semplicemente esistenza, e basta.

In fondo, la vera ricchezza non sta nei desideri rimasti su carta, ma nella capacità di prendersi cura luno dellaltro, giorno per giorno.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

20 − 5 =

Il mio desiderio: una lista di sogni e speranze da realizzare