La Dolcezza di Donka: Un Viaggio tra Amore e Tradizioni all’Italiano

Che nipote hai, Vincenzo Di Matteo, occhi neri come il carbone e denti bianchi come la neve.
Di chi è questa? Non è tua?

Come mai non è mia, è mia, signore. Una sola volta nella vita nasce una tale, già sono passati tanti anni è la nipote di mio figlio Arcadio, e per me sarà la bisnipote.

Ma allora, Vincenzo, tutti i vostri hanno i capelli bianchi Io conosco tutti gli Esposito, siete stati al servizio del mio nonno i vostri antenati servivano con fede e onestà

Sì, signore, servivamo. Il nostro bisnonno era un ufficiale, il nonno, il padre e io… tutti al servizio.

I figli sono partiti in città. Vanni è diventato cocchiere alla signora di Villa del Bosco, una donna ricca che ha messo su figli e nipoti. Sempronio lavora come impiegato in una bottega, ha messo su il proprio negozio. Arcadio, nonno di Graziana, è un veterano dell’esercito, ha scalato i ranghi e ricevuto decorazioni; il principe Giacomo lo ha lodato molto e lo ha tenuto al suo fianco.

Arcadio vive bene, gestisce una piccola azienda agricola. Ha sposato suo figlio Antonio con una ragazza buona; da loro è nata Graziana, una bimba che tutti amano. Nelle nostre famiglie sono rari le femmine, di solito ci sono solo i figli maschi, ma quando nasce una ragazza è sempre come Graziana

Così è, signore

Il vecchio Ettore Esposito sta sistemando le reti da pesca, accanto a lui gira una bambina dagli occhi neri, dita agili, bellezza che non si vede tutti i giorni, una vera meraviglia, quasi non è più una bambina.

Accanto a loro sta il giovane signor Sergio Serafino, che non riesce a staccare lo sguardo da Graziana.

Grazia, vuoi sposarmi?

Sono ancora piccola, signore

Piccola sei ora, ma crescerai, allora verrà il momento

Quando crescerò, lei sarà già vecchio. Che mi vuole? Io andrò con un giovane.

E con chi? Hai già trovato qualcuno?

No, il tempo non è ancora arrivato. La nonna Donata dice che capirò quando arriverà

La bambina sembra già più saggia di quanto dovrebbe, gli occhi seri.

La nonna Donata? Vincenzo, non ho capito chi è questa Donata? Non è la moglie di Arcadio del nostro villaggio? È una Vasilina? Che figura è?

Ah, signore non la ascolti, sta solo raccontando frottole, è ancora una bimba

Posso giocare con il nostro cane, Valet? la piccola si trasforma in una ragazzina, corre lungo il sentiero al fiume, sfidando il cane da caccia di Sergio, chiamato Valet.

Come fa a sapere il nome del cane? Vincenzo?

Non lo so, forse lavete sentito nominare qualche volta

Lho portato qui solo oggi

Signor, è un uomo intelligente, non inventi storie che non esistono, la bambina è già un po

Mentre la bambina correva felice sul ciglio del fiume, il suo spaniel dalle orecchie lunghe la seguiva.

Questa storia ha colpito Sergio Serafino, un giovane appassionato di mistica, di versi, un tipo davvero interessante.

Lautunno successivo si incontrarono di nuovo: Graziana era andata a raccogliere funghi con il nonno, e Sergio passeggiava con Valet.

Sergio, con un libro di poesie in mano, sussurrava versi, mentre Valet, che prima stava ai suoi piedi, correva via con le orecchie tese.

Valet, Valetino sentì il giovane una voce bambinesca.

Si avvicinò al sentiero e vide il cane caduto sulla schiena, che agitava le zampe sotto lo sguardo di Graziana.

Ciao, Graziana.

Buongiorno, Sergio

Sei sola?

No, sto raccogliendo funghi per il nonno.

Andarono insieme verso il vecchio.

Allora, Graziana, non hai cambiato idea? Ti sposeresti con me?

No, signore, il tuo destino è altrove. Dovrai vivere lontano, cercare la tua strada, e ti perderai in nostalgia per la tua terra

Davvero?

È la nonna Donata che dice

Chi è questa Donata?

È una leggenda la mamma diceva

Raccontaci, per favore, perché le ragazze della nostra famiglia nascono così, come Graziana?

Vincenzo, seduto su una tronca, guarda il giovane e sorride.

Sai, Sergio, forse il nostro sangue è legato a un antico accampamento di zingari. Un tempo, in queste terre vicine, si accampò una carovana di zingari. Il signor Bianchi, ricco proprietario, amava i zingari, li ospitava e persino andava a trovarli.

Una zingara, una bambina di straordinaria bellezza, con occhi furbi, labbra rosse, denti bianchi come perle, capelli lunghi avvolti in un foulard colorato, era così affascinante che la chiamavano la stella. Quando ballava, il vento girava intorno a lei, e quando cantava, le lacrime scendevano spontanee.

La chiamavano strega, ma era solo una ragazza speciale. Il signor Bianchi si innamorò di lei e le chiese di dargliela in sposa al padre, ma il padre rispose:

Come posso venderla? È la mia figlia, non un oggetto!

Il signor Bianchi, folle damore, iniziò a lanciare denaro a destra e a manca, promettendo gioielli, vestiti da principessa, carrozze dorate

Vieni con me, ti presenterò allimperatrice, vivrai al palazzo

Non ho bisogno di un palazzo, io corro scalze sui prati, non voglio catene doro!

Il giovane zingaro gli rispose che non avrebbe più potuto volare libero, ma il signor Bianchi non ascoltò e i zingari, vedendo la sua ossessione, fuggirono quella notte. Il signor Bianchi, furioso, li inseguì con i gendarmi, accusandoli di aver rubato i cavalli. Il caos si diffuse e la gente del villaggio temeva per la sua vita.

Allora comparve una ragazza, la stessa zingara, e ordinò ai soldati di lasciarli andare, dicendo che avrebbe camminato da sola verso il suo accampamento, cantando una canzone.

Il signor Bianchi, con gli occhi impazziti, non poteva fare altro che osservare.

Da quel giorno la leggenda di Donata si diffuse tra i vecchi del villaggio, raccontando di una donna che aveva fatto impazzire un nobile per il suo fascino.

Passarono gli anni, il giovane Sergio fu arrestato insieme ai suoi amici durante le purghe del nuovo regime. Vennero rinchiusi nella vecchia villa di ser Serafino, sotto gli ordini di un alto ufficiale.

Una notte, una voce femminile si sentì alla finestra: una ragazza dal volto di luna, luminosa nella luce della luna, chiamò piano:

Sergio Serafino, vieni, siamo solo trenta minuti, poi gli uomini torneranno

Sergio e i compagni scapparono, seguiti dalla ragazza che li guidò verso una grotta nascosta. Lì, la giovane, che era Graziana, li aiutò a trovare una via duscita, a contattare persone fidate e a fuggire allestero.

Graziana, vieni con me, sei più di unamica

Non posso, il mio destino è qui, devi andare

Per favore, come una sorellina

No, Sergio, devo restare e finire il mio cammino, addio.

In esilio, Sergio disegnò il volto di Graziana con una matita e lo mostrò a un pittore, che ne fece il ritratto. Si sposò, amò sua moglie, ma nel cuore portò sempre la dolce immagine di Graziana, pura e intatta.

Solo quando Sergio, ormai vecchio e stanco, fu al capolinea della sua vita, gli altri scoprirono il segreto del dipinto: la donna era la figlia del grande capo che aveva salvato quella notte, una donna che aveva sposato un alto funzionario. Durante le repressioni il marito fu eliminato, poi riabilitato, e i loro figli crebbero: tre figli e una figlia.

La nonna Graziana non visse molto oltre, vide solo il suo primo nipote, e quando la figlia di quel nipote nacque, tutti rimasero stupiti dalla sua somiglianza con la bisnonna.

Nicola, da dove viene la tua Angelica? Sembra di unaltra stirpe

È nostra, di famiglia, risponde Nicola ridendo.

Come si chiama quella bambina strana? È una zingara? Quel collare

Non è un collare, è un monile, e si chiama Donata

E così, caro amico, ti ho raccontato la nostra vecchia leggenda, fatta di amori folli, zingari, guerre e di una piccola Graziana che ha cambiato il destino di tutti noi. Spero ti sia piaciuta, e la prossima volta ti porto anche un pezzo di pane e un bicchiere di vino per brindare a queste storie. Ciao!

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