Amico d’Infanzia

Amico dinfanzia
Scusa, Marco, ma mi sono innamorato di tua moglie.

Lo disse guardando lontano, come se le parole fossero uscite contro la sua volontà.

Marco rimase immobile. Sul suo volto si lesse una gamma completa di emozioni, e il respiro divenne difficile.

Ti assicuro che non cè stato nulla tra noi, proseguì frettolosamente lamico, Carla nemmeno se ne accorge

Marco taciuto, il tempo sembrava essersi fermato.

E da quando hai deciso che devo saperlo? fu la domanda fredda e piatta.

Siamo amici, rispose laltro, evitando ancora lo sguardo, pensavo mi dessi un consiglio la voce gli tremò, tradendo lagitazione interiore.

Vuoi un consiglio da me? rise amaramente Marco, ti sei infilato nella mia moglie e vuoi che la benedica? Geniale!

No, non è così! Se volessi portarmela, lavrei già fatta. Non dubitare, mi conosci. Ma non posso, sei come un fratello per me.

Fratello? si alzò dal divano, ti ricordi quando hai portato Elisa via da Luigi? Allora pure tu avevi giurato amicizia eterna.

Ah, ti ricordi! Quando è successo? A scuola! Carla è unaltra storia.

Già, unaltra. È mia moglie! Ed è incinta, se non lhai notato. Quindi, togliti dalla nostra vita!

Sul serio? Vieni a tradire la nostra amicizia per una donna? nella sua voce cerano perplessità e rancore.

Per la famiglia. Capisci la differenza, vero? E poi: come farò a incolparti di tradimento?

Non è stato forse tu a cominciare tutto? fu una domanda amichevole dal taglio velenoso. Vai al cinema con Carla, non ho tempo, Aiutala con i lavori, Portala dai suoi genitori. Mi hai messo la tua moglie sul piatto! Io volevo solo essere utile! Capisci?

Esci, spalancò la porta Marco, il suo sangue freddo faceva paura. E non tornare più. Dimentica di noi.

Va bene. Sai, amico, aspettavo una discussione diversa. Ora la mia coscienza è pulita.

Luomo uscì e, appena la porta si chiuse, iniziò a telefonare.

Carla, dobbiamo incontrarci, è importante.

È successo qualcosa? si agitò lei, entra, Sergio è ancora al lavoro. Aspettiamo insieme.

Non posso. Lui mi ha proibito di venire da voi

Come? Perché?

Non lo so. Speravo mi spiegassi.

Non capisco, rispose Carla, confusa, allora incontriamoci al parco

Si incontrarono.

Lei ascoltava senza interrompere, lui raccontava di come Marco fosse esploso allimprovviso, lo avesse accusato di cose incomprensibili, parlasse di rapporti inesistenti tra lui e Carla Non mentiva, ma tralasciava i dettagli cruciali.

Tuo marito pensa che io stia distruggendo la vostra famiglia, concluse, fissando i suoi occhi smarriti.

Ma è assurdo, sussurrò lei.

Marco è solo geloso, disse generosamente, non lo hai mai notato?

Lui vedeva il puzzle che si formava nella sua mente: domande improvvise del marito, insoddisfazione verso le amiche, continue sospetti. Terreno fertile per il dubbio

Cosa devo fare? chiese, con la voce rotta.

Parla con lui. Dì che non ha ragione, che siamo solo amici.

Non mi crederà.

Allora non dire nulla, sfiorò delicatamente la sua mano. Rimani da me stasera. Fagli provare cosa significa stare solo

Carla lo guardava spaventata. Nei suoi occhi lottavano dubbio, paura, risentimento verso il marito e qualcosa di nuovo, pericoloso.

D’accordo, alla fine rispose. Ma conto sulla tua correttezza

Il primo passo fu compiuto.

Tutto il pomeriggio recitava il ruolo dellamico comprensivo. Bevevano tè, ricordavano aneddoti divertenti, e lui colpiva il suo sguardo confuso, ma già incuriosito.

Quando Carla si addormentò sul divano, lui non la svegliò.

La mattina suonò il telefono. Sergio, voce rauca, appena sveglio.

Carla è da te?

Sì, rispose senza battere ciglio, tutto a posto. Ha semplicemente deciso di non tornare più.

Il silenzio calò. Immaginò il volto di Sergio e provò una strana soddisfazione.

Dille Sergio esitò, come a cercare le parole, che la porta è chiusa. Per sempre.

Riportò il ricevitore.

Carla si svegliò sentendo la loro conversazione:

Che è successo?

Sergio non vuole più vederti. Ha detto che hai fatto la tua scelta.

Scoppiò in lacrime. Lui la stringeva, pronunciava parole di consolazione, ma non sentiva nulla. Perché piangeva per una felicità ormai perduta, quando laveva distrutta così facilmente?

Una settimana dopo Carla raccolse le sue cose.

Vado da mia madre, disse senza guardarlo, ho bisogno di stare sola, riflettere.

Certo, rispose lui, annuendo, vai

Carla partì, lasciandogli un addio:

Non credo più né a te, né a lui, né a me stessa accanto a voi

***

Rimase solo in un appartamento vuoto. Il silenzio opprimeva, ribaltando i pensieri.

Il piano, così chiaro e raffinato, si incrinò. Doveva farla oscillare tra loro! Voleva tormentare Sergio, trattenerla, gustare la sua umiliazione. Ma lei se ne andò e rovinò tutto!

***

Si lasciò cadere sul divano, fissando il soffitto. In mente tornavano immagini dinfanzia.

Sergio, il fortunato! Sempre a segnare il gol decisivo, superare gli esami senza studiare, attirare gli sguardi delle ragazze. Tutto gli veniva facile!

Linvidia si accumulava negli anni, silenziosa, acida, finché divenne odio.

Poi la vita li divise. E una casuale ricomparsa.

Sergio era ormai un imprenditore di successo, moglie bella, un bambino in arrivo. Il suo sorriso sereno, la sua sicurezza nel futuro, risvegliarono una vecchia rabbia non detta. Non sopportava più vedere quellorgoglio, voleva strappargli anche solo un frammento di felicità, per un attimo! Non aveva immaginato che sarebbe stato così facile

***

Il telefono ruppe il silenzio. Numero sconosciuto. Una voce annunziò un incidente. Carla era finita in un sinistro sulla strada per la madre

Rimase immobile, attonito, incapace di muoversi. Non era più un piano astuto, né vendetta. Era un disastro!

***

Sergio, informato dellaccaduto, accorse al pronto soccorso e vi rimase giorno e notte.

Rinvenuta, Carla, tra lacrime e dolore, gli raccontò tutto: come le avevano convinta che il marito fosse geloso senza motivo, come lavevano invitata a parlare solo per dargli una lezione. Sergio stringeva la sua mano.

A lui non importava più lincidente. Era felice che la moglie fosse viva, capì di aver rischiato di perderla per sempre.

Qualche giorno dopo, Sergio tornò a casa per cambiarsi. Allingresso lo aspettava lamico dinfanzia, pallido, gli occhi sconvolti.

Come sta? sussurrò.

Sergio, stanco, con lo sguardo spento, rispose pensando alla perdita del bambino:

È finita.

Lamico impallidì ancora di più, convinto che Carla non ci fosse più.

Non volevo! il suo flusso di parole precipitò in un fiume di disperazione. Sono stato geloso di te per tutta la vita! Tu avevi tutto, io nulla! Lho visto felice e non ho più potuto reggere! Ho pensato di di farti soffrire, di distruggere la tua famiglia! Non immaginavo che lei se ne sarebbe andata, che tutto sarebbe finito così! Non volevo la sua morte!

Sergio lo ascoltò in silenzio, poi disse:

Non mi aspettavo nulla di buono da te. Ma mi hai sorpreso, ti sei confessato. Ti senti meglio?

Scusa, uscì un suono ruvido, non avrei mai voluto che arrivasse a questo punto

Dovresti riflettere di più, lo interruppe Sergio. Si dice che aiuti. Addio.

Sparì nellandrone.

Lamico rimase solo, incerto su quale strada prendere, e dopo un lungo momento iniziò a camminare lentamente verso il suo futuro.

La lezione che ne nasce è che linvidia e il desiderio di possedere la felicità altrui, se lasciati crescere nellombra, non solo rovinano gli altri, ma distruggono anche chi li nutre. Solo guardando dentro sé e coltivando gratitudine, si può trovare pace senza ferire gli altri.

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