Soffrire per Amare: Un Viaggio alla Scoperta del Vero Sentimento

STAREAMARSI

Ginevra balzò sullo scalino dellaereo e, con la voce rotta dal pianto, urlò:
Edoardo! Ti amerò per sempre! Tornerò, vedrai!

Poi tornò al suo posto, si sedette e scoppiò in lacrime amare. Accanto a lei era Alessandro, suo marito, che fissava il finestrino senza dire una parola. Solo Dio sa cosa attraversava nella sua mente, ma Alessandro non avrebbe mai voltato lo sguardo contro Ginevra, né con una parola dura. Sulle ginocchia di Alessandro cullava la loro bambina di due anni, Cecilia, che non capiva perché la mamma piangesse a dirotto e il papà non la consolasse.

Laereo partì verso Roma.

Nella cabina erano seduti parenti e cugini di Ginevra e Alessandro, tutti in fuga verso la loro terra promessa, pronti a non tornare più.

A Milano, Ginevra aveva conosciuto Edoardo alluniversità. Credeva che fossero destinati a sposarsi, che il loro amore diventasse giorno dopo giorno più forte e più ardente. Ma un pomeriggio la madre annunciò il trasferimento a Roma: Abbiamo trovato per te un pretendente degno della nostra famiglia, disse, seppellendo il sogno di Ginevra.

Ginevra rise per mascherare lo shock, ma poco dopo arrivarono i parenti con luomo scelto. Appena vide Alessandro, fuggì di corsa tra la folla. Il pretendente non la colpì affatto, ma i parenti decisero comunque il matrimonio: Sarà una coppia perfetta!.

La madre, intuendo il turbamento della figlia, la supplicò:
Ginevra, dobbiamo partire! Dopo potrai stabilire la tua vita con chi vuoi. Dai, guarda Alessandro: è tranquillo, intelligente, ti sta bene. Lascia che il tempo faccia il suo corso.

Ginevra raccontò tutto a Edoardo. Lui scrollò le spalle:
Non puoi andare contro la famiglia, Ginevra. Accetta, è la tua sorte.

Ginevra lo giudicò un codardo, un uomo che si arrende senza combattere. Spinta dalla disperazione, accettò di sposare Alessandro.

Seguì un periodo di lacrime, addii, di piatti rotti e di rimproveri, ma Alessandro la trattava con dolcezza, perdonava ogni suo gesto, consapevole che lamore di Ginevra per Edoardo non si poteva spezzare. Doveva conquistarla giorno dopo giorno.

Quando nacque Cecilia, Ginevra si tuffò nella maternità, trovando lì un rifugio temporaneo, senza però dimenticare Edoardo.

I parenti finirono le pratiche per il trasferimento; i bagagli furono imbarcati. Edoardo, sotto mentite spoglie, comparve allaeroporto per salutare Ginevra. Mentre la vedeva salire sullaereo, la riconobbe in lontananza, con un mazzo di fiori in mano, e la chiamò. Senza esitare Ginevra si diresse verso lo scalino, Edoardo lanciò un enorme bouquet di margherite; il vento le strappò i petali, che si dispersero sulla pista.

Laereo guadagnò velocità, le margherite danzarono sul cemento.

Roma, la nuova dimora. Una vita nuova, ricca di ostacoli, di lingua da imparare, di usanze da adottare, di caldo da sopportare, di lavoro da cercare. Passarono anni prima che Ginevra e Alessandro potessero finalmente tirare un sospiro di sollievo.

Alcuni nonni, ormai vecchi, finirono per lasciare questo mondo; Ginevra diede alla luce altre due figlie, Arianna e Carmela. Alessandro rimase al suo fianco come un angelo custode, curando la casa, provvedendo a tutto, senza mai allontanarsi.

Insieme attraversarono tutta lEuropa, scoprendo città, sapori, culture diverse.

Nel giorno del loro cinquantesimo anniversario, davanti a figli e nipoti, Ginevra dichiarò, con voce rotta dallemozione, il suo amore eterno per Alessandro. Lui, con gli occhi lucidi, rispose che ancora non riusciva a credere alla felicità infinita che gli era stata concessa.

La madre di Ginevra aveva ragione: Starsiamarsi.

Quando la migliore amica di Ginevra, tornata da Milano, la interrogò: Edoardo, non lhai dimenticato? Ginevra, sorpresa, rispose: Edoardo? Mi ricordi chi è?….

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