Cena
Sergio.
Cinque anni dopo il divorzio Sergio ha deciso di nuovo di cercare una relazione seria. In teoria è un tipo a posto: ha un appartamento a Milano, un lavoro stabile come ingegnere, è una brava persona, si considera gentile e di cuore. Ma non è poi così semplice
Le donne lo trovano attraente, i colleghi lo osservano da tempo e le vicine single lo notano. Lo considerano un ragazzo affidabile, tranquillo, senza cattive abitudini oro, non un maschio da sbandare. Ha anche un figlio, il piccolo Luca, che lo fa sembrare ancora più responsabile Luca lo aiuta nei fine settimana, con lex moglie vige un rapporto civile Tutto sembra puntare a suo favore.
Quando comincia a uscire con due ragazze, le serate vanno alla grande: teatro, cinema, cene ma appena si tocca il discorso serio, Sergio si chiude, evita di mostrarsi, non vuole far emergere la tensione.
– Inutile, ragazze. Ieri gli ho detto che cucino bene, guadagno abbastanza, non sarò un peso, e lui ha capito il suggerimento e se nè andato di corsa, come se avesse dei lavori urgenti
– E io? Ho provato a fare colpo, anche se la bellezza non manca, ho un appartamento, ma appena gli ho chiesto di trasferirsi, è sparito come vento
Un giovane collega ha sentito la conversazione, li ha presi in giro e ha detto:
– A cosa servirà, allora? Perché complicare la vita a un uomo? Conosce già il matrimonio, è meglio da solo! Nessuno lo chiama, nessuno lo fa impazzire, vai al bar, vai a pescare
Cera un fondo di verità in quelle parole. I primi tre anni dopo il divorzio Sergio si era chiesto perché si fosse sposato così presto, si era immerso nei problemi domestici a venticinque anni, come se la vita fosse solo lavoro. Dopo il divorzio ha vissuto un po da ragazzino ribelle: serate nei locali, incontri casuali, porte aperte
Un anno dopo quel ritmo lo stancò, la pace lo chiamò, e alcune brutte esperienze lo colpirono: una truffa, un incidente, e così via. Decise di frequentare donne conosciute, per non avere sorprese, senza legarsi più di due mesi
Andava così, né bene né male. Poi un giorno si rese conto, come se un colpo fosse andato in testa, che Giulia, la sua ex moglie, non era così male. Allinizio la odiava perché dopo il divorzio la vedeva tenere le redini della sua vita, ma col tempo capì che non era né ipocrita né avida, solo cercava il meglio. Volevano cambiare, ma alla fine sono rimasti comerano
Ora ha una casa, un lavoro stabile, Luca è un bravo ragazzo ma, come si dice, la buona fortuna arriva dopo. Non serve a piangere, bisogna costruire la propria vita, non saltare da fiore in fiore come una farfalla.
A quarantanni Sergio appare ancora in forma: i capelli grigi gli danno charme, è allegro ma sente che il cuore non si lega a nessuna di quelle donne. Le amiche sembrano ok, ma nessuna lo tocca davvero, e lidea di una nuova famiglia comincia a farsi sentire.
Allora il suo amico di lavoro, per caso, gli parla della sorella
– Immagina, è arrivata da Roma, tutta di stile, con una macchina sportiva. È stanca della città rumorosa, vuole tornare in provincia. Ha un ragazzo, ma non lo vede ancora. Ha bisogno di un fidanzato decente
Sergio, scherzando, racconta dei suoi tentativi di trovare una moglie e lamico risponde
– Capisco, sembra facile, ma cercare davvero è più complicato. Forse la tua sorella è la risposta
Dicono di organizzare un incontro in un ristorante semplice, Al Fiore. Sergio arriva quindici minuti prima, si mette il cappotto, prende un caffè e osserva lingresso. Il locale è elegante, solo coppie, atmosfera tranquilla.
Ordina due insalate Caesar, pensando di non dover aspettare troppo. Dopo trenta minuti, la ragazza non chiama: ha rifiutato. Unaltra ragazza passa al finestrino, ma sparisce subito.
Sergio pensa Meglio così, non avrei dovuto innamorarmi di una donna così. Ordina una grigliata, apre lapp di musica e sorseggia del vino.
Allimprovviso una giovane donna si siede di fronte a lui, tutta bagnata dalla pioggia, con occhi curiosi. Sergio le porge il cappotto. Lei, lenta, lo toglie. Inizia a parlare:
– Livia, scusa per il ritardo, posso avere delle patate fritte?
Sergio le porta il piatto, le dice che ha ordinato la grigliata per sé. Lei inizia a mangiare linsalata con avidità, inzuppandola di vino, e finisce il piatto in un attimo.
Sergio la osserva: è bella, capelli naturali, senza trucco, figura armoniosa. Nonostante laspetto, è timida, controlla il cameriere, poi si abbuffa di patate, poi si rilassa.
– Dio, è tutto così buono! esclama Perché tutti lavorano così tanto solo per mangiare bene? Non servono auto costose, solo il piacere di una buona cena
Sergio rimane sorpreso dalla sua spontaneità. Lei parla di soldi, di come i ricchi comprano il tonno a duecento euro. Sergio non risponde, ma la sua arroganza lo fa sentire più sicuro.
Alla fine lei si alza, ringrazia, ma perde il telefono. Sergio la chiama, ma lei dice che non ha più il cellulare. Lui, un po sconvolto, le chiede di incontrarsi di nuovo.
– Ti aspetterò domani? dice.
Livia sorride, arrossisce e accetta
Livia è arrivata quasi per caso in città. Le sue amiche lhanno convinta a lasciare il piccolo paese di Umbria per cercare una vita migliore a Milano. Sognava stipendi alti, un lavoro stabile, una casa accogliente.
Ma la realtà è stata dura: lappartamento era caro, le bollette pesanti, il lavoro stagionale in una pasticceria non bastava. Dopo un anno le compagne di stanza se ne sono andate, lasciandola sola, con un affitto enorme e poche risorse. Ha dovuto vendere il suo unico telefono per pagarli, e viveva in un dormitorio universitario, con riso e acqua per cena.
Una sera, affamata, passeggiando per le strade di Milano, vede un ristorante elegante, le vetrine mostrano piatti prelibati. Il suo stomaco brontola e il portafoglio è vuoto, ma il desiderio di mangiare è più forte.
Allimprovviso una donna alta, capelli biondi, tacchi alti, esce da una macchina sportiva, sbatte la portiera e guarda dentro. Lancia un commento sgradevole sullo spettatore: Che schifezza.
Livia osserva, ma poi decide di avvicinarsi al tavolo dove un uomo solitario sta mangiando da solo. Luomo, Sergio, la vede, sorride e le offre del pane.
Sergio la invita a casa sua, le compra della spesa, la accompagna al dormitorio e se ne va, senza chiedere il numero. Livia resta a guardare la porta chiudersi, sentendosi triste ma anche speranzosa: Forse è stato un gesto di gentilezza, non di destino.
Alla fine trova un foglietto nella borsa che aveva ricevuto, scritto con una calligrafia maschile: Ti aspetto domani per cena, al solito posto, alle 19.00. Sergio.





