– Ma che bambino a quarantun anni! – urlava il marito a Nastia. – Alla tua età si diventa nonne! Nastia, non fare sciocchezze. I libri per bambini

“Ma che bambino a quarantuno anni!” gridava il marito a Viola. “Alla tua età si diventa nonne! Viola, non fare sciocchezze. Capisco che te ne freghi della nostra opinione, ma hai pensato a questa bambina? Non voglio ballare al suo matrimonio con la flebo sottobraccio! E se ci succedesse qualcosa mentre è ancora piccola? Decidi tu, altrimenti ti mando via!”

Viola e suo marito, Marcello, erano sposati da vent’anni. Si erano sposati giovani, lei ancora universitaria. Per tutti questi anni, Viola aveva creduto che Marcello fosse la sua roccia, il suo sostegno. Mai avrebbe immaginato che un giorno si sarebbe voltato contro di lei.

Di recente, la famiglia era scoppiata in un gran litigio: Viola aspettava un altro figlio, inaspettatamente. Marcello era totalmente contrario.

“Viola, sei impazzita? Vuoi diventare madre a questetà? Abbiamo già tre figli meravigliosiLorenzo alluniversità, e Matteo e Luca alle medie. Non ti bastano? E poi, cosa penseranno i ragazzi? Che i genitori sono fuori di testa?”

“Marcello, ho sempre sognato una bambina,” ribatteva Viola. “Se Dio ci manda questa vita, perché non dovremmo accoglierla?”

“E se fosse un altro maschio? Ci proviamo per il quinto?” sbuffava Marcello.

“Ma sono sicura che sarà una femmina.”

Neanche i figli la sosteneva. Quando scoprirono della gravidanza, i gemelli Matteo e Luca dissero che non avrebbero condiviso la stanza con nessuno. Anche Lorenzo espresse i suoi dubbi:

“Mamma, non hai paura alla tua età? E se ti succede qualcosa?”

“Tutto andrà bene,” lo tranquillizzò Viola. “Non sono poi così vecchia!”

La stessa situazione, in realtà, si era già verificata anni prima. Quando Viola aspettava i gemelli, Marcello non era entusiasta. Lorenzo aveva tre anni e mezzo, i soldi scarseggiavano, e vivevano con i suoceri, litigando spesso con la suocera. Ma quando i medici annunciarono i gemelli, tutto cambiò. La suocera diede a Marcello i soldi per lanticipo di un appartamento, e lui divenne più premuroso. Per miracolo, Matteo e Luca erano bambini tranquilli, e Viola riusciva persino a dormire. Lorenzo, felice di avere compagnia, aiutava con i fratellini.

Anche questa volta, Viola sperava che tutto si sistemasse come per magia. Ma già alla terza settimana, iniziarono i guai: si sentiva male al lavoro. Da più di dieci anni faceva la manicurista, abituata agli odori di smalti e oli, ma ora la nausea era insopportabile. Le medicine non aiutavano, dovette smettere di lavorare e passava le giornate a letto, senza nemmeno la forza di lavare i piatti.

Con Viola a casa, le entrate diminuirono. Marcello, infermiere al pronto soccorso, faceva doppi turni. Lorenzo passò ai corsi serali e di giorno lavorava in un negozio di elettronica. Ogni sguardo in casa era pieno di disapprovazione. Anche i suoi genitori la criticarono: “A questa età è rischioso avere un bambino.”

Le vicine bisbigliavano alle sue spalle. Viola si sentiva insicura.

Al secondo trimestre, fece unecografia. Il medico fissava il monitor con aria grave, dicendo numeri allinfermiera. Dopo mezzora, Viola osò chiedere:

“Dottore, è maschio o femmina?”

“Una femmina. Ma cè un problema: un difetto del tubo neurale. Potrebbe nascere disabile.”

Viola scoppiò in lacrime. “Non si può fare niente? Qualche medicina?”

Il medico distolse lo sguardo.

Tornata a casa, trovò Marcello in cucina.

“Sono stata dallecografista,” disse. “È una femmina, ma cè un problema al tubo neurale.”

“Che significa?”

“Potrebbe nascere disabile. Il medico ha suggerito di interrompere, ma io non posso.”

“Sei pazza! Domani andiamo dal dottore, prenderò io il foglio!”

“No. Non ci vado.”

“Allora non contare su di me!” urlò Marcello, tirando fuori una borsa. “Non ti seguo in questa follia!”

“Mi lasci? È tua figlia! Come puoi essere così indifferente?”

“Mia madre ebbe un figlio malato, visse solo sei mesi. Non lo sopporterò ancora!”

Marcello uscì sbattendo la porta.

La madre di Marcello, Rosa, lo vide arrivare con la borsa.

“Cosè successo? Vi siete lasciati?”

“Sto per chiedere il divorzio! Viola vuole tenere questa bambina malata, senza ascoltarmi!”

“Figlio mio, la madre e il bambino sono una cosa sola. La decisione è sua.”

“Ma tu avresti tenuto Ivan se avessi saputo che era malato?”

“Certo! Speravo fino allultimo. E poi, lecografia può sbagliare. Quellappartato nella vostra clinica non fa mai errori?”

Marcello ricordò che lanno prima, alla vicina Caterina avevano diagnosticato un difetto cardiaco al bambino, nato poi sano. Decise di portare Viola in una clinica privata.

“Preparati,” le disse tornato a casa. “Andiamo in una clinica privata.”

Lecografista li visitò subito. Dopo unattenta osservazione, sorrise.

“Tutto è perfetto. La bambina è sana. Volete sentire il cuore?”

Marcello scoppiò in lacrime. Viola chiese del precedente referto.

“Ci dissero del difetto al tubo neurale.”

“È tutto chiuso, la bambina sta benissimo.”

Il peso cadde. Marcello abbracciò Viola.

La piccola Diana nacque sana. Allospedale cerano tutti, persino chi aveva cercato di dissuadere Viola.

“Assomiglia a te,” disse Rosa a Marcello, tenendo la nipotina. “Guarda che occhi azzurri! Sono fiera di te.”

Marcello adorava Diana e passava ogni momento con lei.

“Finalmente guardi la TV con me,” scherzava Viola.

“Più tardi,” rispondeva lui. “Io e Diana abbiamo cose da fare!”

Anche i fratelli, che allinizio protestavano, organizzarono turni per portare la sorellina a spasso. Viola sapeva che se la sarebbero cavata benissimo.

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