Ho ricevuto una valigia preparata dalla moglie con tutte le mie cose

Ho ricevuto dalla moglie la valigia già impacchettata con tutti i suoi averi.
Non dire sciocchezze! mi ha esclamato.

Fu allora che Lia, per la prima volta, pensò a una videocamera. Non si limitò a pensarci: la installò in tutta la casa, ma tenne il tutto segreto, promettendo a se stessa un sorpresa. E la sorpresa si rivelò proprio come aveva immaginato.

«Che fortuna che si sia sposata con Vittorio e non con quel goffo Silvano Colletti!», rifletté dolcemente, accoccolata sul divano mentre il pancione le spuntava. «Se fosse andata con lui, adesso vivrebbe in un vecchio condominio fuori dalla tangenziale di Roma».

Nel giudizio di Lia, Colletti non era capace di molto. Non a caso tutti lo chiamavano sempre Silvano e non Sas. Come si dice, chi si chiama così, lo sarà.

Chi mai vorrebbe chiamare il grande condottiero Garibaldi Silvano Macedone? Nessuno! Sarebbe come chiamare Lenin Beppe: una bestemmia per gli appassionati di storia. Invece Silvano Bazzan suonava quasi naturale.

Il film intitolato Operazione Y e le avventure di Alessandro sarebbe stato un fiasco se avesse portato quel titolo; Silvano invece aveva più fascino.

Silvano e Vittorio erano amici fin dal liceo; entrambi erano innamorati della simpatica Lia, e spesso i tre passeggiavano insieme. Silvano perdeva sempre contro il carismatico e arguto Vittorio, ma non se ne accorgeva; quella perdita non ostacolava la loro amicizia, perché Silvano sapeva benissimo come essere un buon amico.

Alla fine del liceo Lia scelse finalmente Vittorio. Il terzo, colui che doveva ritirarsi, fu Silvano, e Colletti finì per essere il secondo nella classifica dei cuori infranti.

Tre mesi dopo lingresso alluniversità, Vittorio la lasciò: si era innamorato di una compagna di corso. Allora Lia chiamò Silvano, chiamandolo per la prima volta Sas.

Il fedele Colletti arrivò subito, le tenne compagnia e la aiutò a superare la depressione. Non cera nulla di più tra loro; Silvano rimase solo un amico, ma per lui bastava stare accanto alla persona che amava.

Con larrivo della primavera Lia si innamorò di nuovo: Vittorio fu definitivamente dimenticato. Il nuovo pretendente era Arturo, uno studente del suo stesso ateneo, di qualche anno più grande; si erano incontrati nella biblioteca universitaria, dove ancora oggi si trovano libri cartacei e non solo ebook.

Silvano sparì di nuovo dalla scena, relegato in secondo piano, mentre tutti i pensieri di Lia erano concentrati su Arturo.

Silvano, che dopo il liceo aveva scelto lIstituto di Architettura e Urbanistica, passava le giornate a martellare e a segare pezzi di metallo, disse:
Se studio ancora un anno, avrò una professione! si vantava, provenendo da una famiglia numerosa dove il denaro era sacro. E poi, se voglio, potrò iscrivermi alluniversità!

Lia trovava noioso il giovane, ben cucito ma poco avventuroso. Desiderava amore e abbracci, ma non con lui. Presto il suo desiderio si avverò.

Il professore Temistocle, un po più grande di lei, le aprì le porte del mondo dei sentimenti. La loro relazione fiorì così in fretta che parlarono di sposarsi: era tutto così bello insieme!

Un anno dopo, Arturo stava per laurearsi, Lia era al secondo anno; perché non sposarsi subito? Temistocle avrebbe ottenuto il diploma e avrebbero celebrato il matrimonio.

Proprio allora il telefono squillò: era Silvano. Stasera cè lincontro di excompagni. Vieni, Lia?

Lia accettò, pensando: Perché no? Farò vedere a Vittorio che cosa ha perso. Voleva vantarsi al suo ex che il suo matrimonio era imminente.

Silvano, ormai impiegato in una prestigiosa ditta di costruzioni, guadagnava bene. Lui e Vittorio continuavano a frequentarsi.

Silvano le comunicò che il suo ex, adesso libero, avrebbe partecipato anchegli allincontro. La serata fu fissata per il primo sabato di febbraio. Lia preparò con cura il suo look: un vestitino carino, sopra un cappotto di pelliccia, e Silvano la portò in auto con la sua auto personale.

Quando Lia vide il suo vecchio amore, capì di essersi illuso: nulla era passato davvero. Cera solo un fuoco sommerso, in attesa del suo momento, e quel momento era arrivato.

Anche Vittorio fu felice di rivederla: era più bella di quanto ricordasse, ma Silvano non le aveva parlato di questa evoluzione. Vittorio non notò nulla, e per Silvano Lia rimase sempre la più bella, perché lo era già di suo stesso.

Lia e Vittorio si scambiarono uno sguardo, poi senza parlare si avviarono verso casa sua, dove recuperarono tutti i momenti perduti. Silvano rimase di nuovo il terzo.

Il matrimonio con Arturo fu annullato: ad agosto, ormai incinta, Lia si sposò con Vittorio, il quale le fece la proposta.

Ora aspettava il primo figlio; lecografia mostrò che sarebbe stata una bambina.

Vittorio si rivelò un ottimo marito: subito dopo il matrimonio passò al turno di notte e divenne corriere, una professione molto richiesta e ben pagata.

Lia concluse gli esami di terzo anno con lode, grazie al sostegno economico dei genitori. Era una vita comune di una famiglia felice.

Nacque così la piccola Luna. Il tempo passava, avvicinandosi il periodo in cui Luna avrebbe iniziato la scuola materna.

Decisero di non mandarla in asilo: Chi sa cosa succede in quelle strutture! Così assunsero una tata, perché le nonne erano ancora giovani e lavoravano, e i nonni non erano più in grado di cambiare pannolini.

Le candidate furono selezionate con cura; alla fine scelsero Agnese, ventidue anni, studentessa universitaria a distanza e tata parttime, con ottime referenze. Agnese non era particolarmente attraente, ma per Lia era perfetta: Meglio così, non voglio complicazioni.

Agnese chiese una paga leggermente inferiore al consueto, così il puzzle si completò.

Lia iniziò i corsi, Agnese iniziò il lavoro. La tata si affezionò subito a Luna, che la seguiva a mano e accettava di stare con lei. Quando Luna si sentiva male, Agnese reagiva prontamente, facendo piangere o piangere il bambino, così i genitori erano tranquilli.

Un giorno, mentre L

ia faceva il bagnetto, notò una irritazione sul sederino di Luna, impossibile da ignorare. Decise di non dire nulla ad Agnese, temendo che potesse peggiorare la situazione. Oggi esistono infinite creme e lozenges; Lia risolse il problema da sola.

Poi la piccola ebbe un rash, e fu necessario chiamare il pediatra: era una dermatite allergica. Luna era allergica a certi alimenti, ma la tata ne era stata avvisata e tali cibi non erano mai presenti a casa.

Agnese, sotto giuramento, assicurò: Giuro sulla mia vita che non le ho dato nulla!. Era laureata in infermieristica, quindi sapeva come comportarsi.

Il marito intervenne: Non dire sciocchezze! Facciamo gli esami per gli allergeni e vediamo, non stressarti.

Allora Lia, per la prima volta, pensò di nuovo alla videocamera. Non solo la pensò, la installò ovunque. Ma, per qualche ragione, non lo disse a Vittorio: Sorpresa!. E la sorpresa fu davvero una sorpresa.

Si scoprì che la piccola Luna era praticamente lasciata a sé stessa, perché appena la madre andò a lezione, iniziò il vero divertimento. Vittorio e Agnese si dedicavano alle loro faccende nella camera da letto, mentre la bambina correva di stanza in stanza, dato che la casa ne aveva tre oltre alla camera da letto.

In assenza di Lia, nel salotto e nei divani cerano snack vari, soprattutto patatine, il cibo preferito di Vittorio. Anche Agnese le mangiava. Così Luna finì per assaggiare quelle patatine.

Quando Lia tornò a casa, tutto era stato pulito a meraviglia. Scoprì anche che Agnese era stata lamore universitario di Vittorio al primo anno, la stessa ragazza che lui aveva lasciato per Lia. Quando la lasciò, Agnese prese i documenti e divenne tata.

Il modo in cui tutti questi legami si erano intrecciati rimaneva un mistero, forse non del tutto casuale. Forse il marito aveva suggerito la candidata, e il soprannome Agnese era stato dato da Vittorio quando scherzava.

Alla fine, la casa apparteneva ai genitori di Lia, quindi i due amanti furono esclusi dalla proprietà. La tata ricevette parole gentili miste a qualche espressione colorita, ma il marito le fece anche un regalo: una valigia piena di cose. Lia non voleva più perdonarli.

Se ne andarono entrambi, insieme. Vittorio non provò nemmeno a scusarsi, certo che il suo comportamento non fosse reprochabile: tutto è volere di Dio.

Lia si sentì nauseata, i colpi della realtà la colpirono nuovamente. Allora ricordò il goffo e leale Silvano: era lui il solo a poterla aiutare.

Silvano arrivò subito, portando con sé le solite battute sgangherate che la facevano sorridere. Ma questa volta non poté venire: Non ce la faccio, Lia! Devo andare allostetrica, è nato il mio bambino, scusa!. E chiuse la chiamata.

«Un figlio? Che figlio? Quale moglie? Lui la ama ancora, Lia!», pensò sconvolta. Ma il fatto era che il suo compagno di classe Colletti aveva appena avuto un erede, e lui non aveva più tempo per lei.

Che cosa voleva davvero? Che un uomo adulto la aspettasse fino al pensionamento? Vittorio, recentemente promosso, dirigeva ormai un reparto.

Lia provò una profonda amarezza, quasi un tradimento: tutti lavevano lasciata, il marito, lamico che credeva fosse un fratello. Quale sconvolgimento!

Il pensiero finale che emerse fu questo: la vita ti mette alla prova, ma le persone sincere, anche se appaiono secondarie, sono quelle che ti tengono in piedi. Lamicizia e la lealtà sono i veri pilastri su cui costruire la felicità.

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