Alle dodici anni Ginevra dovrà sottoporsi a un intervento. È semplice, programmato, dura unora di anestesia, le operazioni non sono complesse e potrà tornare a casa lo stesso giorno. Anche se sarebbe stato bello accompagnarla, lei non insisteva, sapeva che Luca era occupato. A quel punto cera proprio linaugurazione della nuova filiale a Torino.
Andrà tutto bene le disse ti chiamerò appena sarà finita.
Dopo averle dato un bacio sulla guancia, le mise in borsa alcuni sacchetti di cibo per i gatti che vivevano nel seminterrato e svoltò la porta.
Luca si sistemò la cravatta, si controllò ancora una volta nello specchio, afferrò la cartella del progetto sul tavolo e si diresse al lavoro.
Il ruolo di amministratore delegato di una ditta che aveva portato al vertice del mercato richiedeva tutta la sua energia. Lui la dava, minuto dopo minuto, senza riserve, convincendosi che era per loro, per Ginevra, persino per i gatti del seminterrato che lei nutriva ogni giorno.
Non è che non gli piacciano i gatti; è solo che il suo hobby gli sembrava inutile, privo di senso, una stranezza da tollerare come i difetti di una persona amata. Perciò, ogni volta che Ginevra voleva portare a casa i gatti randagi, Luca rispondeva con un secco rifiuto. Non ha senso, non serve a nulla, gli diceva. Propose allora di adottare un gatto di razza orientale, un animale che avrebbe conferito un certo prestigio. I gatti del seminterrato, invece, non gli suscitavano alcun interesse e, stanco di spiegarglielo, Ginevra smise di insistere.
Operazione semplice programmata nulla di speciale dovevo andare con lei!!! ripeteva Luca per tutta la settimana, mille volte, forse anche diecimila. Quando correva verso lospedale, lasciandosi alle spalle tutto, afferrava il bordo della camice bianca, tremava per il dolore del medico, lacerava il progetto che lo teneva lontano da lei e, inginocchiato accanto al letto, premendo la fronte contro la sua mano, implorava di non lasciarla, di tornare, di aprire gli occhi, di pronunciare almeno una parola.
Ma lei rimaneva in silenzio. Nessuno dei due immaginava che quellintervento programmato, quellora di anestesia, potessero trasformarsi in un coma.
Facciamo tutto quello che possiamo le diceva il medico.
Non state facendo nulla! urlava Luca, impotente, mentre pagava il trasferimento di Ginevra in una stanza privata.
Cè una possibilità, bisogna attendere cercava di rassicurare linfermiera.
Dove sta quella possibilità? gridava lungo tutto il corridoio, quando dopo una settimana la donna ancora non si era ripresa.
Luca provò di tutto: consulti con i migliori specialisti, musicoterapia, lunghe conversazioni, riempì la stanza di fiori. Quasi non andava più al lavoro, voleva stare accanto a lei in ogni minuto libero. Pregava, implorava, prometteva, addirittura ricattava. In preda a una disperazione fulminea, la baciava, ricordando la buffa favola della Bella Addormentata, e ogni giorno cadeva più in basso nella rabbia, nella furia di demolire tutto ciò che lo ostacolava.
Una sedia rovesciata, un vaso rotto, una borsa lanciata con furia e i sacchetti di cibo sparsi sul pavimento. Non aveva potuto nutrire i gatti, quegli stessi gatti inutili che, a lui, suscitavano solo antipatia mascherata da indifferenza.
Porco! Dio, che porco! borbottava Luca.
Se potesse tornare indietro, cancellare tutto, sarebbe stato pronto a strisciare in ginocchio accanto a lei per salvare quei gatti, portare a casa gli animali e persino amarli, solo per
Il picco dadrenalina svanì allimprovviso, lasciandolo esausto di fronte al caos che aveva creato. Con le mani tremanti raccolse i sacchetti colorati dal pavimento, pronto a portarli al seminterrato tra dieci minuti.
Si chiama felinoterapia, ma non esistono casi documentati di aiuto in situazioni come la nostra osservò seriamente il dottore, curioso di vedere Luca trascinare nella stanza la sesta gabbia per animali.
Allora saremo i primi disse Luca, liberando gli animali dalle gabbie.
Sono i suoi gatti. Capite? I suoi! E darei tutto al mondo per dirglielo, solo per
Avviserò il personale.
Grazie, avrei dovuto farlo prima Capite? Io
Non si deve mai perdere la speranza. Tutti impariamo dai propri errori, non dimenticatelo.
Non lo dimenticherò Non dimenticherò mai più.
Alle dodici ore Ginevra subì lintervento. È semplice, programmato, unora di anestesia, operazione veloce e dimissione lo stesso giorno. Questa volta non insiste sul fatto che Luca debba stare al suo fianco, ma non può trattenere il sorriso quando lo vede, dopo aver allentato la cravatta, indossare la sesta imbragatura per i gatti che scappano via.
I suoi gatti, quelli del seminterrato, il cui peso laveva fatta risvegliarsi un anno fa, lottando per un respiro, senza capire cosa accadesse.
Sette occhi che la traforavano, sei respiri di sollievo quasi impercettibili e un grido di gioia infinita che non dimenticherà mai. Forse è per questo che, ora, mentre deve ripercorrere lesperienza, non prova più paura. E vedendo il marito esausto, con i peli dei gatti attaccati alla camicia, la guarda con rimprovero, lei sorride ancora più ampia. Poi ride di gusto dei passanti che la osservano. Un uomo elegante, in completo costoso, circondato da sei gatti di razza, tutti con un sottile guinzaglio, che miagolano in coro Miao?! uno spettacolo per i deboli di cuore.
Intervento. Semplice. Programmato. Unora di anestesia, operazione veloce e dimissione lo stesso giorno. E se non smetterete di mordere tutto, la prossima volta resterete a casa! commenta a bassa voce un uomo serio, seduto nel cortile dellospedale, circondato da gatti, con un bouquet di rose leggermente rosicchiato ma ancora bello.
Luca guarda lorologio, aggiusta i sei guinzagli colorati, controlla che le imbracature non si siano allentate e poi osserva la finestra della stanza dove Ginevra sta svegliandosi dallintervento. Presto potranno entrare. Finalmente potrà lamentarsi dei sei gatti fannulloni che, senza di lei, non lo ascoltano più.
E potrà dirle quanto la ama, promettendo di amarla sempre, anche quando lei passerà giorni al rifugio per gatti, il cui edificio la sua azienda ha finanziato mesi prima.
Un pazzo, sì ma quando ricorda il giorno in cui ha aperto gli occhi, capisce che finché Ginevra è al suo fianco, nulla è più importante nella sua vita. E così continuerà a realizzare quei capricci apparentemente frivoli che la rendono incredibilmente felice.
Finché il tempo è ancora dalla nostra parte, non è mai troppo tardi per cambiare.





