Mamma, parla con papà ogni sera!

Mamma, devo parlarti come una donna a unaltra donna, sussurrò la piccola Rosalba, i sei anni, fissando la madre con uno sguardo serio.

Maria annuì, il viso contratto, e rispose: Va bene, di cosa vuoi parlare?

Di cosa? chiese Rosalba, sorpresa. Di uomini.

Allora di chi dobbiamo parlare. Gli uomini sono esseri viventi, intervenne la madre, cercando di correggere la figlia.

Perché è così? chiese la bambina, confusa. Beh, se già parli di persone, allora parla di loro.

Brrr sbuffò Rosalba, insoddisfatta. Non ho ancora detto nulla e già mi hai confusa

Scusa, dimmi tu. Che cosa succede?

Non è quello che ti preoccupa, è invece questo! ribatté Rosalba, questa volta a correggere la madre. Ho paura per nostro padre.

Cosa gli è successo?

Mi sembra che la notte lo stai prendendo un po troppo seriamente.

Non capisci? la madre tremò per il sudore freddo, la tensione si fece tagliente. Tesoro, non dormi la notte?

Certo che dormo, rispose Rosalba, il volto sincero.

Eppure continuo a sentire le tue domande che lo infastidiscono: Basta, è tardi, è ora di andare a letto, spegni il portatile! Mamma, lui lavora sul portatile. Guada i soldi per te e per me. Per me per i giochi, per te per la spesa. Perché lo disturbi?

Certo che lo disturbi. In questo caso hai ragione. Prometto di cambiare. Sono tutte le tue domande? È finita la nostra chiacchierata?

Naturalmente, rispose Rosalba, annuendo.

Andrò a riscaldare qualcosa. Papà tornerà presto dal lavoro.

La bambina corse verso la finestra, cercando di scorgere Marco tra le luci di Milano, mentre il vento della sera soffiava tra le persiane.

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