Mi venne in mente in quel momento che forse la nostra era una famiglia un po strana.
“Che fortuna averti,” disse Alessandro, abbracciando sua moglie.
“E io sono felice di averti accanto!” rispose Ornella.
“E con chi altro dovrei stare?” rise lui. “Solo con te, ovviamente. Sei il mio destino. La donna più bella del mondo.”
Ornella non rispose. Baciò il marito sulla guancia e si affrettò in cucina a tirar fuori dalla forno la crostata.
Quel giorno, i coniugi Bellini festeggiavano le nozze dargento. Avevano deciso di celebrare in modo semplice, solo con la famiglia stretta: loro due e i loro figli. I Bellini avevano due figli: un maschio, Matteo, studente di liceo, e una femmina, Giulia.
Giulia aveva appena finito luniversità, trovato lavoro e iniziato a vivere per conto suo, affittando un appartamento vicino allufficio. Anche se Ornella aveva cercato di dissuaderlaa casa cera spazio per tuttiGiulia desiderava la sua indipendenza.
“Perché spendere soldi per un affitto?” chiedeva Ornella. “Qui hai la tua stanza, viviamo felici insieme, perché andartene? Aspetta almeno di sposarti, allora potrai lasciare la casa.”
“Mamma, ti voglio bene, a te e a papà, e so che non mi cacciate, ma voglio provare a vivere da sola. E poi, non te la prendere, ma cucini così bene e fai dolci così deliziosi che ho paura di trasformarmi in un elefante. Tu sei magra, mangi e non ingrassi, io purtroppo non ho ereditato questo! Devo stare attenta alla linea, e come posso farlo vivendo con voi? È impossibile resistere alle tue prelibatezze.”
Ornella sorrise guardando la figlia. Giulia non le somigliava affatto. Ornella era piccola e magra, quasi minuta. Da dietro, la scambiavano ancora per unadolescente. Il suo aspetto era molto semplice, e non si preoccupava di abbellirsi: poco trucco, i capelli spesso raccolti in una coda, vestiti modesti. Giulia, invece, era una vera bellezza, somigliando al padre.
Alessandro era un uomo notevole. Alto, ben proporzionato. Con gli anni aveva messo su un po di peso, inevitabile con i dolci di Ornella. Da giovane era stato bellissimo, e anche ora, a quarantotto anni, era ancora molto attraente.
Ornella sapeva che, al suo fianco, non faceva una gran figura. Si era abituata ai sussurri alle sue spalle e non ci badava più, perché sapeva una cosa: per suo marito, lei era la donna più bella del mondo. La più desiderata.
***
Quando Ornella conobbe Alessandro, lei aveva ventanni e lui ventidue.
Era un giorno di settembre, e la studentessa Ornella stava andando al compleanno della sua amica e compagna di corso, Viola. Aveva già preparato un regalo, ma mentre si dirigeva da lei, decise di comprare anche un piccolo mazzo di fiori.
Nel negozio di fiori dove entrò, lunico cliente era un giovane che stava scegliendo un bouquet. La commessa, una ragazza gentile, gli proponeva varie opzioni guardandolo con interesse. Ornella lo osservò e capì il motivo: era molto bello.
“Con un viso così dovrebbe fare cinema,” pensò. “Forse è un attore?”
Intanto, il giovane la notò e le si rivolse:
“Signorina, quale bouquet le piace di più? Questo, con le rose rosse, o questaltro, con le peonie?”
Ornella si confuse. Non si aspettava che quel bel ragazzo le parlasse, ma rispose comunque:
“Io sceglierei le peonie, anche se la maggior parte delle ragazze preferisce le rose.”
“E alla sua ragazza piacciono quali fiori?” chiese la commessa.
“Alla mia ragazza?” ripeté il giovane. “No, questi fiori non sono per la mia ragazza. Non conosco nemmeno quella per cui li sto comprando.”
“Davvero?” si stupì la commessa, scambiando unocchiata con Ornella.
“Un amico va al compleanno della sua cugina e mi ha convinto ad accompagnarlo,” spiegò il ragazzo, notando la sorpresa sui loro volti. “Non posso presentarmi a mani vuote, così ho pensato a un bouquet. Ma cè così tanta scelta che mi sono perso.”
“Se prende le rose, non sbaglia. A tutte le ragazze piacciono le rose,” disse Ornella.
“Anche a lei?” chiese il giovane, senza motivo.
Ornella sentì arrossire. Abbassò gli occhi e rispose:
“Preferisco i fiori di campo, ma anche le rose mi piacciono. Credo piacciano a tutti.”
“Che strano,” disse lui. “Anche a me piacciono i fiori di campo. Mia madre, quando va in campagna, ne porta sempre un mazzetto. Lì vicino cè un prato pieno di fiori. Hanno una bellezza speciale. Sembrano semplici, ma se li guardi bene, sono meravigliosi.”
Il giovane comprò le rose e uscì dal negozio sorridendo a Ornella.
“Che bel ragazzo, vero?” disse la commessa. “Quel sorriso vale tutto! Sembra un attore.”
“Anche a me è sembrato,” rispose Ornella.
Comprò un piccolo mazzo di crisantemi, salutò la commessa e si avviò a festeggiare Viola.
La sua sorpresa fu grande quando, a casa dellamica, vide quel bel giovane del negozio. Scoprì che si chiamava Alessandro e che era venuto con lamico Tommaso, cugino della festeggiata.
Alessandro fu altrettanto sorpreso di rivedere la ragazza con cui aveva chiacchierato al negozio. La guardava e le sorrideva. Ornella ricambiava timidamente i sorrisi. A un certo punto, lui si sedette accanto a lei e iniziarono a parlare.
Di cosa avessero parlato, Ornella non lo ricordava più, dopo tanti anni. Alessandro le aveva fatto domande, lei aveva risposto, lui aveva raccontato qualcosa, lei lo ascoltava
E non capiva perché le stesse accanto, perché le sorridesse e le prestasse attenzione. Notò gli sguardi di Viola e capì che lamica era arrabbiata.
Quando iniziò la musica e gli invitati ballarono, Viola si avvicinò ad Alessandro e lo invitò a ballare. Lui guardò Ornella con aria colpevole e accettò.
Poi tornò da lei. E quando Ornella decise di andare a casa, si offrì di accompagnarla.
Il giorno dopo, alluniversità, Viola la ignorò completamente.
“Che cosa ho fatto di male?” chiese Ornella.
“Davvero non capisci?” sbuffò Viola. “Tommaso aveva portato Alessandro per me! Voleva presentarcelo. Lo avevo visto nelle sue foto e mi piaceva. E tu hai rovinato tutto! Hai flirtato con lui tutta la sera. E poi te lo sei portato via E fai pure la timida!”
“Io non ho flirtato con nessuno,” si rattristò Ornella. “Non so nemmeno come si fa. Non ho pensato a niente del genere. E lui mi ha accompagnata da solo. Non glielho chiesto io.”
“Ma certo, come no! E che ci ha trovato in te?” borbottò Viola andandosene.
Ornella si sentì male. Aveva davvero rubato il ragazzo allamica? Era una perfida seduttrice? No, non poteva essere.
Lei, Ornella, che i ragazzi non la notavano mai. Lei, con un aspetto così ordinario, aveva attirato lattenzione di un bel ragazzo come Alessandro? Viola gli sarebbe stata perfetta: bella, vivace, brillante.





