“Facciamo uno scambio di appartamenti. A cosa ti serve un trilocale?” spiegò un vicino.

«Scambiamo gli appartamenti. A che serve una casa a tre stanze?», mi disse un vicino, come se avessimo già concluso il patto.

Io e mia figlia Ginevra viviamo in un elegante bilocale che ho ereditato da mia madre. È un appartamento a tre vani, ciascuno isolato, senza porte interne.

Corridoio ampio, bagno e toilette separati, la cucina è piccola ma affacciata su un balcone enorme. Ognuna di noi occupa una stanza e condividiamo ancora un grande salotto. Siamo contenti, nessuno di noi pensa di trasferirsi presto.

Nel sogno, un uomo di cinquantanni, con la giacca di lana di Milano, si avvicinò al portone e mi parlò come se avessimo già firmato un contratto. Mi rimproverò con tono deciso.

Sa, pensai, vive ancora con sua figlia, vero? Perché non si trasferisce da me e io da lei? Abbiamo due stanze, sono più che sufficienti! A che serve una casa a tre vani? Riflettete: due camere bastano per due persone. Non temete la piccolezza, cè spazio a volontà! Da tempo cerchiamo un appartamento più grande, ma le offerte sono scarse. Il vostro è proprio ciò che ci serve! E non si preoccupi, pagheremo di più, in euro, naturalmente.

Ascoltai il vicino con unattenzione quasi ipnotica. Lo interruppi quando iniziò a parlare di convivenza. Mi chiesi se avesse già deciso tutto per me e Ginevra, se dovevo solo entrare nella sua piccola casa. Che meraviglia!

Credo sia uno scherzo, risposi. E se è serio, da dove trae questa idea che vogliamo una casa più piccola? Pensate davvero che lascierei il mio ampio bilocale per una scatola di latta? Se mai scambierei il mio appartamento a tre vani, non sarebbe per una cosa così. E abbastanza per due? Non ho intenzione di scambiare.

Il vicino mormorò qualcosa: volevamo solo il meglio, che tutti si sentano a proprio agio. Voi nella nostra, noi nella vostra. Non sapete cosa è bene per voi!

Ancora viviamo nel nostro bilocale. Il vicino e la sua famiglia non mi salutano più; la mia ferma resistenza li ha offesi profondamente. Il sogno si dissolve tra le ombre di un corridoio che non finisce mai.

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“Facciamo uno scambio di appartamenti. A cosa ti serve un trilocale?” spiegò un vicino.