Contro la volontà di mia moglie ho invitato a casa mia la madre, solo per poter vedere la nostra neonata.
Mia madre è un vero incubo quando si tratta di comunicare. Non rispetta mai i limiti altrui. Non le cade a cuore la ragione per cui non gradisce mia moglie; la sua antipatia nasce solo dal fatto che io lho sposata e non ha potuto accettare il mio allontanamento.
Tre settimane fa Livia ha dato alla luce una piccola Ginevra.
Mia madre insisteva per stare presente nella sala parto, ma Livia voleva che fossi solo io. Così, mentre Livia era in travaglio, la madre è rimasta nella hall dellospedale San Giovanni a Roma, urlando a tutto il corridoio che meritava di assistere alla nascita della sua nipotina.
Ogni volta che la madre varcava la soglia di casa nostra, si aggrappava a tutto, criticando Livia per quello che definiva una cattiva casalinga. Aggiungeva anche che Ginevra sarebbe stata una pessima madre.
Dopo queste lagnanze Livia ha perso la pazienza e mi ha dato un ultimatum: i piedi di mia madre non poseranno più un passo nella nostra abitazione. E lho capito, perché nessuno vuole essere umiliato nella propria casa.
Quando finalmente siamo tornati a casa con la bambina, i nonni volevano incontrarla. Livia ha permesso alla suocera di venire una sola volta, ma a patto che tenesse la bocca chiusa. La madre ha promesso di rispettare la richiesta, ma non appena ha varcato la soglia è scoppiata in una pioggia di commenti:
Qui è così sporco. Se volete vivere così, vivete così. Ma per rispetto, almeno pulite un po.
Livia, ormai al limite, le ha comunicato che non aveva più diritto di visita e che potrà vedere il bambino solo se noi lo permetteremo.
Sono passate quasi due settimane: i nonni hanno conosciuto Ginevra, anche mio padre è venuto a trovarla. Però la madre non è mai più apparsa e Livia non vuole più incontrarla. Non usciamo di casa con la bambina, perché fuori fa troppo freddo.
Laltro giorno Livia aveva una visita medica e io sono rimasto a casa con la figlia. Ho colto loccasione per invitare di nuovo la madre a vedere il neonato. È venuta, e le ho detto che avremmo avuto solo due ore prima che Livia tornasse. Lei ha rifiutato di andarsene, per quanto io abbia cercato di convincerla.
Livia è tornata, ha trovato la madre che coccolava Ginevra. In un attimo è scoppiata in un crollo nervoso: mi ha urlato contro e le ha chiesto di uscire dalla casa.
Nel profondo del cuore ho detto a Livia di stare zitta e calmarsi, perché quella era la nostra casa e il nostro bambino; se volevo che la madre li vedesse, non poteva impedirlo né espellerla.
Livia ha finito per cacciarci fuori, me e mia madre. Ora non vuole parlare con nessuno di noi. Io vivo con i miei genitori. Spero solo che Livia si calmi presto.






