Casa piena di Ospiti Non Invitati: Il Nostro Caotico Rifugio di Famiglia tra Colazioni di Zia Maria, Tornei di Pallavolo a Dicembre e Parenti Sconosciuti da Tutta Italia

Ospiti non invitati a casa nostra

Ma queste brave persone non potrebbero forse vivere altrove? chiese mia moglie. Di alberghi, qui a Firenze, ce ne sono a decine!

Dai, non sono venuti apposta per invaderci! Hanno avuto delle sfortune, e ora stanno sistemando le cose: appena possono, se ne vanno, risposi.

Sì, ma appena qualcuno parte, subito arrivano altri! E poi, ieri ho sentito che un certo Giovanni Benedetti non so nemmeno chi sia vive qui già da due anni!

Sì, ma quanto potrà ancora durare? sbottò Laura, esasperata. È assurdo!

E che succede lì fuori? chiesi pigramente, steso ancora a letto.

Succede che stanno per iniziare delle partite di pallavolo nel giardino! Laura indicò energicamente la finestra.

Che bello! mi stirai soddisfatto.

Parli sul serio? Laura tirò le tende. Non dirmi che ci vuoi andare!

No, meglio rimanere ancora un po a letto, sorrisi. Dovresti farlo anche tu!

Laura si sedette sul bordo del letto:

Ma ti sembra normale organizzare una partita di pallavolo allaperto ai primi di dicembre?

E perché no? Non cè neve, il freddo non è arrivato. È secco, si può benissimo tirare due colpi al pallone.

Questi sfasciano tutte le finestre, sbuffò Laura. Nessuno di loro è professionista, il pallone volerà ovunque!

Al massimo si cambieranno i vetri, allargai le braccia.

Laura scosse la testa, rassegnata. Ma dal piano di sotto ci arrivò la voce:

Ragazzi! La colazione è pronta! Ho fatto i cantucci! Vi coccolerete dopo! Venite, finché sono caldi!

Zia Maria è sempre la stessa! risi.

Guarda che la colazione al marito dovrebbe farla la moglie! sbottò Laura.

Allora preparami il caffè tu! risei.

Ragazzi! Anche il caffè si sta raffreddando! di nuovo la voce dalla cucina.

Ecco qua! Laura indicò la porta. Tra poco zia Maria mi sostituirà anche nel letto!

Su, non esagerare! scherzai. In camera resti tu la regina! Dai, andiamo a mangiare, prima che si freddi davvero!

Laura sospirò e si infilò la vestaglia.

Percorremmo il corridoio fino alla cucina senza incontrare anima viva.

Miracolo! brontolò Laura. Ormai pensavo fosse impossibile stare un po da soli in casa nostra!

A volte capitano delle sorprese! sorrisi. Almeno ci svaghiamo! Facciamo colazione, poi ci guardiamo il torneo di pallavolo. E, stasera, Antonio promette la grigliata!

Fumo, puzza, e bruceranno di nuovo qualcosa borbottò Laura attaccando i cantucci.

Parli della dépendance per gli ospiti? risi. Lhanno già ricostruita! Migliore della vecchia, tre volte più grande!

Certo, così possiamo avere ancora più ospiti! Laura era visibilmente contrariata. Non ricordo nemmeno più i nomi di metà di loro!

Dovrei mettere un cartellino a ciascuno. E anche il grado di parentela, così almeno capisco chi sono!

Tanto finiremmo per confonderci: da… riflettei. Aspetta: la moglie del fratello di tuo marito, e poi chissà!

Laura si mise a contare mentalmente.

Già a metà ci si perde!

A questo punto la conversazione tacque: i cantucci erano davvero eccezionali. Più tardi, di buon umore, Laura domandò:

Paolo, quanto durerà questa situazione?

Cosa intendi, precisamente? finsi di non capire, anche se sapevo bene.

Questi ospiti infiniti, disse Laura. Lo capisco, bisogna essere ospitali, ma qui si esagera!

Ieri, tanto per curiosità, ho provato a contarli: a fatica sono arrivata a venti!

E trenta persone a casa, e nessuno che sembri pronto ad andarsene!

Non era così che immaginavo la nostra vita insieme!

Però questa è la vita familiare! E in un certo senso, anche loro sono famiglia, replicai.

Sì, in senso molto ampio, borbottò Laura. Nemmeno tuo fratello, che ce li ha regalati, li conosce tutti! Sono parenti di sua moglie!

Se volessimo trovare definizioni specifiche di parentela, ci sarebbero, ma io non le conosco! dissi. Però sono persone a modo, dai!

Ma davvero non possono sistemarsi in albergo? insistette Laura. Qui a Firenze non cè certo carenza.

Non sono qui per disturbare. Hanno solo dei problemi, ma appena li risolvono, se ne vanno.

E appena qualcuno se ne va arriva qualcun altro. Ieri ho sentito che Giovanni Benedetti lavora nel negozio del paese come contabile! E zia Maria, che ci fa i cantucci, fa le pulizie in tre ville qui vicino, proprio come una cameriera!

Ottimo! sorrisi. Si sono sistemati nel frattempo!

Paolo, se continua così vado a vivere in città! Il mio appartamento cè ancora! Meglio soli che in questa baraonda!

***

Lo ammetto, quando Laura ha accettato di stare con me rischiava. Sono dieci anni più grande di lei, ma anche Laura ormai aveva venticinque anni quando ci siamo conosciuti.

La domanda per tutti era:

Ma perché Paolo non si è mai sposato? Avrà qualcosa che non va?

Però la stessa domanda si poteva fare anche su Laura:

Perché non si è mai sposata prima dei venticinque? Che problema ha?

Ma Laura conosceva bene la sua storia. Si era laureata in architettura, ma il titolo da solo non bastava. Aveva voluto fare esperienza, guadagnarsi una reputazione, e potersi mantenere da sola. Voleva scegliere il compagno di vita e non accontentarsi del primo che capitava!

Aveva lavorato prima nel pubblico, poi nel privato in una società di appalti: più interessante, e decisamente meglio pagata, anche se bisognava spesso trattare con clienti complicati. Ma il lavoro era il lavoro!

Con unattività così intensa, le relazioni serie avevano poco spazio.

Anche io avevo una storia simile, anzi ancora più movimentata. Mio fratello Andrea aveva fondato una società appena uscito dalluniversità. E sera anche subito sposato. Ma, per non dover passare tutta la vita in ufficio, aveva coinvolto me, scaricandomi ogni responsabilità. Io avevo appena finito il servizio militare.

Così dovetti studiare e dirigere lazienda insieme. Diciamolo, sono riuscito a cavarmela, ma la vita privata era pura teoria. Dopo la nascita del figlio di Andrea, quasi non tornavo nemmeno più a casa.

Andrea, ma hai intenzione di lavorare anche tu? gli chiesi una volta.

Paolo, sono stufo del business, disse con aria colpevole. Volevo lavorare con le mani, fare turni regolari. E la sera, a casa con moglie e figlio!

E riuscirai a mantenerti? domandai.

Io e Giulia ci trasferiamo a Trento… tirò fuori dei documenti. Ho intestato tutto a te, la società e i beni! Sei più bravo tu! Lavora tranquillo!

Allora lasciami un conto: ti mando una percentuale degli utili, balbettai, ancora frastornato dalla notizia.

Così, alleggerito ma carico di lavoro, a trentacinque anni mi trovai finalmente con una vita stabile e la voglia di una famiglia.

La simpatia tra me e Laura fu immediata. Svelati i red flags, ci innamorammo. Dopo sei mesi, senza aspettare oltre, ci siamo sposati.

Siamo andati a vivere nell’appartamento di Laura.

Ti amo tanto, ma è molto più comodo per me, si scusò lei. Sono cinque minuti a piedi dallufficio, e odio alzarmi presto!

Nessun problema, dissi. Io non ho mai comprato casa. Ho sempre preferito affittare. Se vuoi, decidiamo assieme dove vivere.

Il mio sogno sarebbe vivere fuori città, disse Laura, ma temo che non mi lascerebbero lavorare da remoto! Qui non va di moda. Anche durante il lockdown volevano tutti in ufficio!

Allora fai valere i tuoi diritti: o telelavoro, o cambio ditta! risi. O, se vuoi, apriamo un nostro studio!

Prima provo a chiedere! rise Laura.

Io, comunque, una casa fuori città ce lho, le dissi. Solo che…

Lunica cosa che Andrea mi chiese prima di partire per Trento fu:

Paolo, la famiglia di Giulia se qualcuno di loro avesse bisogno, ospitali pure, ma non farti mettere i piedi in testa!

E che dovrei fare, portarli tutti negli hotel? rimasi perplesso.

Ah, già! Un anno fa ho comprato una casa grande là fuori. Non ci siamo mai stati, ma anche quella ormai è tua! mi salutò con la mano, e partì.

Qualche parente di mia cognata ci abita già, ma cè anche una dépendance nel giardino. Non credo che ci daremo fastidio.

Quando Laura si trasferì nella villa di campagna, non si aspettava certo quella folla. Laccolsero in tanti che quasi si spaventò.

Tutti sorridevano, pronti a offrire aiuto in ogni occasione.

In un mese, Laura sentì storie tristi di ogni tipo: chi si separava, chi fuggiva da un marito padrone, chi era stato sfrattato dai figli, chi veniva tradito e chi tradiva. Alcuni erano lì solo perché a Firenze stavano ristrutturando casa, altri vittime di truffe immobiliari. Cera chi studiava e chi non aveva più niente.

Gli ospiti erano di tutte le età, professioni e culture. Cera pure un professore universitario, mollato dalla giovane studentessa con cui aveva tradito la moglie, e ora aspettava di poter vendere la casa.

Nonostante la confusione, latmosfera restava familiare.

Laura doveva comunque lavorare. Un giorno ebbe difficoltà con un cliente difficile. Proprio mentre stava discutendo online, il signor Vittorio, passando, la sentì: si mise davanti alla telecamera e disse al cliente:

Con tutto rispetto! Le sue obiezioni sono tipiche di chi non conosce la materia. La ragazza ha fatto un progetto ottimo, ci vivrà alla grande! Se insiste con le sue idee, non si lamenti se poi la casa cadrà come un castello di carte.

Il cliente accettò il lavoro di Laura, che chiuse il notebook e chiese come facesse a saperlo.

Tesoro, ho lavorato come architetto per trentasei anni! rise Vittorio. Se hai bisogno, chiedi pure!

Per quanto gli aiuti dei residenti fossero graditi, Laura faticava a sopportare quella perpetua confusione. Non era la vita che sognava in campagna.

Sembrava il mercato di San Lorenzo!

***

Laura, possiamo tornare in città se proprio vuoi, proposi, ma secondo me non hai capito tutto dei nostri ospiti.

Cosa dovrei capire? chiese lei.

Ti ricordi che la dépendance aveva preso fuoco? Ma ora è bellissima: chi credi che labbia pagata?

Bè, penso sia costata parecchio, disse incerta.

Zero! risposi, facendo il gesto con la mano. Lhanno costruita e pagata loro!

Laura spalancò gli occhi.

E pagano anche tutto il resto, divisione di bollette, cibo, utenze! Si autosostengono!

In più, cucinano, fanno pulizie, e sistemano tutto quello che si rompe! Praticamente, viviamo grazie a loro!

Cè chi lavora, chi arrotonda, e laiuto o i consigli di alcuni ospiti sono incredibili!

Ci sono ingegneri, contabili, avvocati, economisti, idraulici, elettricisti, e persino un professore di scienze naturali!

E un architetto, aggiunse Laura, pensando a Vittorio.

E lui le aveva rivelato dei trucchi utilissimi per il suo lavoro.

Ultimamente ho raddoppiato i profitti della mia azienda solo ascoltando i consigli della nostra famiglia allargata! dissi. Vorrei assumerli tutti!

Sai qual è la cosa più buffa? aggiunsi. Nessuno chiede nulla. Vivono qui con noi e basta, come una strana famiglia gigante!

Proprio in quel momento, dalla finestra della cucina entrò un pallone rompendo il vetro. Di corsa arrivò Tommaso:

Vasco è già in città a comprare il vetro nuovo! Tranquilli, in due ore sarà meglio di prima! Scusate! afferrò il pallone e corse via.

Vedi comè? dissi sorridendo.

Forse mi abituerò, disse Laura, ancora un po perplessa.

Ma, dopo un mese, non si sentiva più oppressa dal numero di ospiti. E non li vedeva più come ospiti, ma come membri della stessa grande famiglia.

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