Papà è vero? mi chiedeva Ginevra, la più grande.
Cosa esattamente? rispose lui a bassa voce, senza osare guardarmi negli occhi.
Che te ne vai da noi e che quella donna aspetta un bambino da te.
Il silenzio calò pesante nella stanza. Anna, la mamma, fissava il vuoto, gli occhi rossi di lacrime. Le due sorelline più piccole, Andreina e Marta, si stringevano luna allaltra, cercando in quellansia un minimo di sostegno.
Sì disse alla fine, sospirando. È vero. La mia vita deve andare avanti.
Andare avanti? scoppiò Ginevra. Con chi? Con una ragazza della mia età? Con quella che ci umilia e prende in giro la mamma? Come fai, papà, dopo ventidue anni di matrimonio? Dopo tutto quello che ha fatto per te?
Lui abbassò la testa, provato, ma non abbastanza da fermarsi. Lara lo aveva già avvolto nella sua giovinezza e nei suoi complimenti. Aveva venticinque anni, quasi come la figlia. Goffa, sfacciata, rumorosa non temeva di dirlo a voce alta:
Io sono il suo futuro. Voi siete solo il passato. Accettatelo.
Anna non rispose. Restava in silenzio perché il cuore non aveva più la forza di lottare. Dopo tutti gli anni damore, le notti insonni, dopo avergli dato tutto, lui se ne andò, lasciandola con il dolore e tre figli.
Passarono alcuni mesi. La tensione non faceva che aumentare. Ginevra, che vedeva Lara umiliare la madre ogni volta, non poté più contenerla:
Non sei nulla! E non sarai mai parte della nostra famiglia!
Lara alzò la voce, afferrò il cellulare e iniziò a girare tutto, minacciando scandalo.
Dopo un paio di settimane arrivò una convocazione al tribunale: il padre aveva sporto causa contro la propria figlia per danno morale alla sua amante.
Come hai potuto, papà? sussurrò Ginevra, di fronte a lui in aula, gli occhi pieni di lacrime. Sono tua figlia ti ho sempre ammirato, mi sono sempre vantata di te E adesso lo fai a me?
Dovevi rispettare Lara rispose freddo, tenendo la mano della sua amante.
La madre sedeva in disparte, mordendosi le labbra finché sanguinavano. Le sorelline piangevano in silenzio. Quella fu lultima volta che lo videro come padre.
Accecato dal desiderio di una falsa giovinezza, aveva perso non solo la famiglia, ma se stesso.
Le figlie rimasero con la mamma. Crebbero in fretta, imparando dal loro dolore che la vera famiglia non è sempre quella con il sangue in comune.
Gli anni passarono. Anna rimase dignitosa, anche nella solitudine. Le ragazze costruirono le loro vite.
Lara se ne andò. Quando ebbe da lui tutto quello che poteva i soldi, la casa, lenergia lo lasciò senza nulla, con un bambino piccolo e senza anima.
Una sera, tornò a casa, vecchio, stanco, con lo sguardo di chi ha perso tutto.
Sulla soglia lo aspettavano le figlie. Lo guardarono a lungo, in silenzio. Nei loro occhi cera la domanda a cui lui non trovò risposta:
«Come hai potuto tradirci, papà? Come hai potuto mettere unaltra persona sopra di noi? Come hai potuto distruggere ciò che avevamo?»
Non rispose. Si limitò ad abbassare la testa.
Nel silenzio tra loro rimase solo ciò che non muore: il dolore e il rimorso tardivo.






