Mio padre, Giovanni, mi raccontò a 72 anni che avrebbe sposato una sua ex compagna di classe.
Quando mi disse che si sarebbe risposato, rimasi senza parole. Sei pazzo, pensai; a quelletà, chi si sposa?
Giovanni era rimasto solo per ventanni, da quando la madre, Maria, era morta. Trenta anni fa avevo lasciato la nostra casa di Napoli per aprire una famiglia a Milano, e da allora ritorno a trovarlo ogni Natale e in estate insieme a mia moglie Sofia e ai nostri due figli, Marco e Lucia. Fortunatamente mio padre è ancora in forma, non si lamenta della salute e continua a occuparsi del giardino e a tagliare la legna per linverno, anche se noi lo aiutiamo quando è necessario.
Laltro giorno mi chiamò al telefono, annunciando che era giunto il momento di portare una donna a casa. Si trattava di una vecchia compagna di classe, Ginevra, con cui era stato molto legato, ma che dopo gli studi si era trasferita a Palermo e non si erano più rivisti. Ora, in età avanzata, avevano deciso di ricominciare insieme. Che ridere, commentai, ma lui non si fermò. Si sposarono qualche mese fa con una piccola cerimonia in famiglia.
Mi chiesi che cosa potesse mancare a un uomo così anziano per spingerlo a un nuovo inizio così improvviso. La verità è che la casa di Giovanni è enorme, con ampi terreni e una fattoria, e la nuova moglie ha numerosi parenti che potrebbero reclamare quel patrimonio. Io e Sofia viviamo in un appartamento di tre locali a Milano, per il quale abbiamo pagato lipoteca per quasi tutta la vita, e abbiamo due figli. Credevo di dover lasciare il nostro piccolo nido ai più anziani e di dare ai più giovani la casa di papà, ma ora non sappiamo chi erediterà davvero quel luogo dove ho passato metà della mia vita.
Da sei mesi non lo visitiamo più; a dire il vero, non vogliamo nemmeno farlo, ora che ha ricominciato a costruirsi una nuova vita. I parenti ci chiamano spesso, dicendo che dovremmo essere felici che papà abbia trovato la felicità. Certo, sarei contento di vedere Giovanni, se non fosse per il timore che Ginevra possa sfruttarlo e che ci ritroveremo a litigare con i suoi parenti per la casa di famiglia.
Non so più cosa fare. Non riesco a ignorare mio padre, ma non ho la forza di fingere che tutto vada bene. Che consigli mi dareste per uscire da questa situazione?
Alla fine, ho capito che lamore non conosce età, ma la saggezza sta nel rispetto reciproco e nella capacità di ascoltare i desideri di chi ci sta vicino, senza lasciarsi sopraffare dallavidità. Solo così potremo mantenere intatta la nostra famiglia, avvolta da comprensione e gratitudine.






