Caro Diario,
nonostante lopposizione della mia moglie ho invitato a casa nostra la madre, Maria, per farle conoscere la nostra neomamma.
Maria è un caso disperato quando si tratta di comunicare. Non rispetta mai i limiti altrui; non le è mai piaciuta mia moglie, non per un motivo preciso, ma semplicemente perché ho sposato lei e lei non ha potuto vedere il mio allontanamento. Tre settimane fa mia moglie, Ginevra, ha dato alla luce una piccola bambina, Livia.
Maria ha insistito per stare presente nella sala parto, ma Ginevra voleva che fossi solo io a stare al suo fianco. Così, mentre Ginevra lottava con le contrazioni, Maria si è sistemata nella hall dellospedale di Roma, gridando a tutti i piani che meritava di assistere alla nascita della nipote.
Ogni volta che Maria mette piede in casa, si aggrappa a tutto e critica Ginevra, accusandola di essere una cattiva casalinga. Aggiunge anche che Livia crescerà senza una buona madre. Dopo queste accuse Ginevra ha perso la pazienza e mi ha dato un ultimatum: Maria non metterà più piede sotto questo tetto. E io lho capito, perché nessuno ama sentirsi umiliato nella propria dimora.
Quando finalmente siamo tornati a casa con la piccola, i nonni volevano conoscerla. Ginevra ha accettato che la suocera, Teresa, potesse venire una volta, a patto che tenesse la bocca chiusa. Maria ha promesso di rispettare la regola, ma appena ha varcato la soglia è iniziata a piombare commenti:
Che sporco è qui! Se volete vivere così, fate pure, ma per rispetto mio almeno pulite un po!
Ginevra, esasperata, le ha detto di non avere più diritto di visita, consentendole di vedere Livia solo se noi lo volessimo. Sono passate quasi due settimane; i genitori di Ginevra hanno fatto visita a Livia, così come mio padre, Luigi, ma Maria non è ancora tornata e Ginevra non la vuole più vedere. Non usciamo più di casa con il bambino perché fuori fa freddo e piove.
Ieri pomeriggio Ginevra aveva un appuntamento dal medico, io ho rimasto a casa con Livia e ho colto loccasione per invitare di nuovo Maria a vedere la nipote. Le ho detto che avremmo avuto solo due ore prima del ritorno di Ginevra, ma lei non voleva andarsene, per quanto io abbia cercato di convincerla. Quando Ginevra è tornata, ha trovato Maria che cullava Livia. Lì è scoppiata in un nervoso crollo, ha urlato contro di me e ha chiesto a Maria di andarsene.
Nel mio cuore ho detto a Ginevra di calmarsi, ricordandole che era la nostra casa e il nostro figlio, e che se volevo che Maria lo vedesse non poteva impedirlo né cacciarla via. Alla fine Ginevra ha allontanato Maria e me dal nido; ora vivo di nuovo da Luigi. Spero che presto Ginevra ritrovi la serenità.
Ho imparato che il rispetto reciproco è la base di ogni convivenza; senza di esso, le tensioni si trasformano in barriere insormontabili.






