Stanca di sistemare le cose per mio marito

Mi ricordo, come se fosse ieri, di quella sera in cui ero stanca di dover mettere ordine dopo il marito.
È più facile cacciarti fuori, divorziarci e, solo allora, rimettere a posto la casa! E poi, chissà, magari risposarmi con te esclamò Fiorenza, con la voce che tremava di frustrazione.

Ah, cara, non pensiamo a decisioni estreme! rise Costantino, accovacciato davanti al suo vecchio computer. Io sto seduto qui, non faccio nulla!

Esattamente, non fai nulla! E se non aiuti, almeno non intralci! replicò Fiorenza.

Dove intralcio? chiese Costantino, sorpreso. Mi sono ridotto a un topo che si rannicchia davanti allo schermo, senza nemmeno inviare segnali!

Quella tazza! indicò Fiorenza sul tavolo accanto alla tastiera.

È per il tè! rispose Costantino, alzando le spalle.

E laltra dietro al monitor? la sua voce tradiva irritazione. Ho raccolto tutte le tue tazze fin dal mattino!

È il caffè che non ho finito! sorrise Costantino. Lo finirò, non ti preoccupare! Il caffè freddo è buono quanto quello caldo, anzi, anche di più! Poi, da uomo onesto, lo porterò in cucina!

Sul serio? rimase dubbiosa Fiorenza.

Sul serio, sul serio! confermò Costantino, con un cenno. E lo laverò!

Fiorenza voleva credere, ma lesperienza le diceva che mentiva. Finisci il caffè e ridammi la tazza! ordinò.

Io sto solo bevendo il tè balbettò Costantino, confuso, non voleva mescolare le cose.

Un lungo sospiro uscì da Fiorenza, ma decise di controllare quanti residui di caffè rimanevano nella tazza. Se cerano tre gocce, le avrebbe potute sacrificare.

Costantino, ti stai prendendo gioco di me? scoppiò Fiorenza. La tazza è vuota, il caffè è ormai secco! Cosa intendi ancora berci?

Sul serio? rimase perplesso Costantino. Che secchezza in questa casa! Ieri cera ancora del caffè! Dobbiamo comprare un umidificatore!

Costantino, cosa ci compriamo così riesci a pulire dopo di te? si appoggiò al dorso della sedia dove Costantino era seduto. E cosa fai! gli urlò quasi allorecchio. Costantino! Cosè questo?

È una tazzina dacqua! rispose lui. Non mi fai portare una bottiglia, devo accontentarmi di mezzi!

Perché la bibita è per tutti, non solo per te! replicò Fiorenza. E se metti una bottiglia vicino a te, la finirai per sbaglio! E bere troppo gasato è dannoso!

Ecco perché la tazzina! concluse Costantino.

Fiorenza capì che avrebbe dovuto raccogliere di nuovo le tazze intorno al computer. Il lavoro di pulizia non era finito e aveva ancora molto da fare. Uscendo dalla stanza notò la postura innaturale del marito.

Senza esitazione tornò indietro, afferrò la maniglia della sedia e la spostò insieme a Costantino.

Che profumo di separazione! esclamò con tono minaccioso.

È solo un biscotto, rispose Costantino con linnocenza di chi non capisce.

Non è nemmeno sul piatto, è sul tuo grembo! E le briciole sono già sul pavimento! Io ho appena passato laspirapolvere! alzò la voce di colpo in colpo, Fiorenza si agitava.

Lo rimuovo! ribatté Costantino.

Cercò di togliere il biscotto dal ginocchio, ma il dolcetto scivolò traditore sul pavimento, frantumandosi in mille pezzi.

Costantino strinse gli occhi, sperando in una scopa, in un panno, in un mocio o in un aspirapolvere, ma lesecuzione non arrivò. Aprì un occhio solo.

Fiorenza, seduta sul divano con le mani sulla testa, lagnò:

Sono stanca di tutto, disse con voce dolorosa. Quattro persone vivono in questa casa, due di loro sono bambini!

Ma il più grande sporco lo lasciavi tu, uomo adulto, autonomo, non stupido!
Devi dare lesempio! E io mi inciampo sempre, pulendo dietro di te! Tazze infinite in ogni stanza, piatti, piattini! Carte di dolci che magicamente finiscono tra i cuscini del divano!

Briciole sui tavoli! Non è che non ci siano più scarafaggi?

Comprerò dei pennarelli! «Mimì», rispose Costantino con tono apologetico, ma Fiorenza non lo sentì.

Anche quando butti la spazzatura non riesci a metterla nel secchio! È così difficile controllare se è dentro o fuori? Se non è dentro, gettala nel secchio! La schiena non si romperà se ti pieghi a raccogliere!

Fiorenza abbassò le braccia, fissò Costantino negli occhi:

E la barretta di cioccolato che hai dimenticato sotto il cuscino? Quella coperta di lenzuola non te la perdonerò mai! Era la mia preferita!

Costantino arrossì, preso da vergogna e dal gusto amaro di aver causato la sua tristezza.

Fiorenzina! disse. Fiorenzina!

Lira sul volto di Fiorenza si trasformò in determinazione:

Tra una settimana parto in vacanza! Per tre settimane! E ci andremo con i bambini dalla mia mamma! Se al nostro ritorno troverò la casa trasformata in una porcilaia, mi divoro con te! Non posso più sopportare tutto questo! Finché pulisco, devo subito ricominciare da capo!

Costantino guardava la moglie con orrore.

Per favore, almeno metti a posto le tazze e spazza le briciole del biscotto!

Costantino fece subito ciò che Fiorenza aveva chiesto. Non era convinto che lei partisse davvero con i bambini per tre settimane; pensava fosse solo una minaccia. Ma lei partì! Mostrò addirittura i biglietti di ritorno comprati in anticipo. Tre settimane di solitudine orgogliosa lo attendevano, una prospettiva spaventosa.

Lunica cosa che Fiorenza fece prima di partire fu sistemare lintera casa, e poi avvertì:

Se non cambi, potrai chiedere tu stesso il divorzio! Il mio conto della pazienza è finito!

***

Gli uomini hanno una visione bizzarra della pulizia.
Ci sono quelli che mantengono ordine e igiene, e non solo lo chiedono, ma sanno farlo da soli.
Ma la maggior parte degli uomini non mette la pulizia al primo posto. E la pulizia è un concetto elastico.

Una pezzetta di carta, se non ti fa male agli occhi, può restare fino al prossimo grande pulito, o semplicemente finire sotto il divano o la sedia.
La polvere sul televisore si spazza via se il colore è sbiadito o il sole ha illuminato il velo di polvere, così da poterci scrivere messaggi damore.
La sabbia sul pavimento non disturba se indossi pantofole, finché non scivoli.

E piatti, tazze, forchette, cucchiai, pentole e padelle che attendono al lavandino, non ne parlerò.
Che senso ha una lotta per un solo piatto? Meglio raccogliere tutto e trasformarlo in unimpresa erculea, non in una semplice lavata!

Riguardo gli oggetti fuori posto, si può discutere per tutta la vita! Forse loggetto ha cambiato indirizzo? E i pantaloni sulla sedia, lì al loro posto! Ma in armadio si sentono soli e soffrono!

Costantino era proprio dellampia massa maschile con un rapporto strano alla pulizia, e secondo la moglie, quasi suina!

In realtà Costantino sapeva cucinare, riparare e pulire, spesso per puro piacere, a capriccio, con una buona dose di lavoro onesto.

Il primo ostacolo era conciliare desideri e possibilità. Quando voleva lavare il fornello, Fiorenza aveva già messo una pentola sul fuoco. Il nobile impulso veniva soffocato dal ferro.
Poi le sue spinte non erano così frequenti come vorrebbe Fiorenza.
Infine, Fiorenza lo obbligava a muoversi anche quando lui non aveva né voglia né energia; doveva farlo comunque, anche se lumore gli sfuggiva.

Il resto, Costantino era un marito amorevole, un lavoratore onesto, guadagnava le sue monete, amava la moglie e i figli, e regalava piccoli extra. Lunica cattiva abitudine era il videogioco, ma Fiorenza lo distraeva quando necessario.

Quando Fiorenza comprava impulsivamente cose inutili, Costantino la rimproverava con un sei donna, è nella tua natura! E quando lei tornava stanca dal lavoro, Costantino la ascoltava, sosteneva i suoi problemi e, anche se non vedeva il volto dei colleghi, li rimproverava a nome suo.

La famiglia era buona, ma un unico ma faceva impazzire Fiorenza: latteggiamento di Costantino verso la pulizia. Se puliva lui, tutto finiva nelle mani sue! Ma a Fiorenza capitava di dover fare tutto, anche con due bambine che giocavano con papà, mentre i problemi cadevano su di lei.

Spinta al limite, Fiorenza decise: o rieducare il marito affinché rispettasse lordine, o salvare i propri nervi senza strappare il cuore di nuovo, ripetendo ancora e ancora la stessa frase: Devi pulire dopo di te!.

***

Una settimana prima del ritorno, Fiorenza chiamò Costantino:

Come va?

Bene, rispose lui.

Hai una settimana! Ti avviso, così se non pulisci, hai ancora tempo.

E la chiamò di nuovo a tre giorni, a due, e infine a uno, per ricordargli che, se non avesse sistemato la casa, il tempo scorreva.

In verità, Fiorenza aveva sentito la mancanza di Costantino più di quanto avesse sperato: non si erano separati mai più di una settimana dal loro matrimonio; ora tre settimane!

Perciò la avvertì per evitare motivi di separazione, anche se era pronta a perdonare anche una casa simile a una porcheria.

Non bisognava litigare o imporre sanzioni, ma né tanto tanto il divorzio.

Quando Fiorenza, lasciati i bambini al parco, condivise le sue impressioni del viaggio dalla nonna con gli amici, salì in appartamento:

Signor Bianchi, che sorpresa! esclamò felice.

E tu, Fiorenza, no! rispose Costantino, serio. È come nella barzelletta!

Quale barzelletta? chiese Fiorenza, incerta.

Ho vissuto da solo tre settimane! Ho usato una sola pentola e una sola padella, che lavavo prima di cucinare. E un solo piatto, una sola forchetta e un solo cucchiaio, anchessi lavati prima di mangiare! Due tazze, una per il tè, laltra per il caffè! Li pulivo solo quando erano sporchi! Lacqua, la bibita e i succhi li bevevo in bottiglie che buttavo al lavoro! È una tua idea, da tutti questi anni! Prima del tuo ritorno ho semplicemente passato laspirapolvere per tutta la casa! E voilà, ordine e pulizia!

E cosa vuoi dire con questo? chiese Fiorenza, diffidente.

Che il disordine non lho creato io! affermò Costantino con sicurezza. E per tua informazione, a casa vi piacciono i dolci! Tu e i bambini!

Quella barretta di cioccolato che ancora mi rimproveri, è stata nascosta da te quando eri a dieta! Ed io ho taciuto diplomaticamente!

Ma tu lasci sempre interviene Fiorenza, afferrando un rametto di paglia immaginario.

Se non ti intromettessi nei miei spazi, non avremmo problemi!

Il giorno dopo la casa tornò al solito caos, ma Fiorenza iniziò a pulire con la consapevolezza che Costantino non era lunico responsabile del disordine.

Sono i bambini, forse rifletté ma sono i bambini! Dobbiamo coinvolgerli nella pulizia, perché se spargono, sono i primi a essere rimproverati; se riordinano, è la mamma a ricevere i complimenti.

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