È tuo dovere pagare per me, proprio come fece mio padre. Ho ogni diritto di chiederlo!

«È tuo dovere pagare per me, perché mio padre ha fatto lo stesso. Ho tutto il diritto!»

Alessandra decise di comprare dei calzini. Le servivano.

«Userai tutti i soldi che il tuo padre ti ha inviato, quelli destinati a me?» chiese il figlio.

La madre, Laura, non voleva rispondere davvero al ragazzo. Il padre di Alessandro aveva appena versato gli assegni di mantenimento sul conto della sua exmoglie. Laura lo rimproverò, insistendo che comprasse al figlio labbigliamento necessario, visto che da anni indossava vestiti logori.

«Che vuol dire questo?» incalzò Laura, convinta di aver sentito male. «Perché usi i mantenimenti che mi manda mio padre solo per le cose che ti servono?»

Laura quasi singhiozzò al suono di quelle parole e rimise i calzini sullo scaffale.

«Questo pullover è proprio bello, vado nello spogliatoio a provarlo», pensò Alessandro.

Alessandro prese diversi felpe per vedere quale gli calzasse meglio. Laura controllò il prezzo: cinquanta euro. Sommò tutti i costi e si rese conto che lassegno mensile non bastava: doveva integrare la somma.

«Per me è un colpo di fortuna!» sbottò il figlio, uscito dallo spogliatoio con la felpa in mano, e la sistemò in un cesto insieme agli altri capi.

La cassiera del centro commerciale, al via Viale Napoli, iniziò a impacchettare gli acquisti.

«Sono cinquecento venti euro, per favore», disse.

«Ho solo quattrocento in tasca. Lascia qualche cosa che non ti serve adesso», suggerì Laura al figlio.

«Non voglio lasciare nulla, quindi paga anche con i tuoi soldi, perché non è solo mio padre a dovermi sostenere. Per legge ho tutto il diritto», ribatté Alessandro.

Alessandra prese il portafoglio, estrasse i contanti e li posò sul bancone. «Questo è il denaro per un mese. Fai quello che vuoi. Pagate i vestiti, ma non dimenticate di pagare anche da mangiare. Non ti darò più soldi. Addio», disse con uno sguardo severo, uscendo dal negozio.

Al ritorno a casa, Alessandro era tornato con diverse buste di vestiti firmati da boutique milanesi.

«Sono riuscito a comprare delle scarpe, sono davvero eleganti. Abbiamo ancora qualcosa da mangiare in frigo?»

«Adesso hai delle scarpe in pelle, perché non le indossi a cena?»

«Mamma, parlo sul serio».

«Pensavi stessi scherzando?»

«Meglio chiamo papà, perché tu parli solo sciocchezze».

«Allora buona fortuna», rispose Laura con un sorriso forzato.

Al telefono, Alessandro chiamò il padre: «Papà, posso stare da te per un mese? Perché sei in vacanza? Puoi mandarmi qualche soldo? Non ho nulla» Il padre rispose di rimandare la chiacchierata.

Il figlio, con il volto abbattuto, tornò nella sua stanza; nel frattempo il padre contattò lexmoglie.

«Che cosa è successa tra voi?», chiese.

«Alessandro ha deciso che tutto gli spetta e che dobbiamo prenderci cura di lui», spiegò lex, dettagliando la situazione.

«Certo che ha le palle, ma è meglio nutrirlo, altrimenti muore di fame, e poi tu prendi i soldi degli assegni; se ne resta, glielo dai».

Tre ore dopo la connessione internet di casa sparì e Alessandro sfidò nuovamente la madre.

«Perché dovrei pagare io la bolletta internet? Stai davvero diventando scemi, come dice papà».

«Dal prossimo mese vado a vivere da tuo padre».

«Credi di essere utile in una famiglia con tre figli? Prometto che andrò da lui».

«Va bene, ma sappi che il prossimo mese non riceverai più alcun assegno, perché papà mi ha detto che devo nutrirti, e quel denaro lo sottrarrò dagli assegni».

La madre gli confidò quanto spendeva ogni mese per il loro mantenimento, una cifra ben superiore a quella degli assegni. Alessandro comprese di aver sbagliato, si scusò con la madre e con il padre, e durante le vacanze trovò un lavoro parttime per contribuire un po alle spese familiari.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

11 − 4 =

È tuo dovere pagare per me, proprio come fece mio padre. Ho ogni diritto di chiederlo!