Il destino non è mai un caso Dopo la morte della mamma, Agata continua a lottare contro il dolore e la solitudine in una famiglia che non è più la sua, tra un padre risposato con una donna astiosa, una matrigna interessata solo al denaro, fratellastri ostili e un amore messo alla prova, fino a quando la lotta per difendere la casa di famiglia svela segreti, tradimenti e la vera forza dei legami più autentici.

Guarda, ti devo raccontare una cosa che sembra uscita da un film, ma giuro che è la realtà di Agnese, una cara amica mia di infanzia, qui a un paesino delle Marche.

Sono passati ormai quasi quattro anni dalla scomparsa della mamma di Agnese, ma ancora oggi ricorda il vuoto e quella malinconia pesante. Sai quando la casa rimane silenziosa dopo un funerale? Ecco, proprio così. Suo padre, Tommaso, era sfatto dal dolore, e lei aveva le lacrime ormai asciutte, come se non ne avesse più. Il nostro era sempre stato un casale pieno di vita, allimprovviso sembrava muto.

Agnese aveva sedici anni, capiva bene quanto fosse dura per tutti e due: erano sempre stati molto uniti, una famiglia serena, tanto amore. Una sera, Tommaso labbraccia sulle spalle e le dice: Dobbiamo imparare a vivere anche così, tesoro mio. Ci abitueremo, che altro possiamo fare

Il tempo è passato. Agnese si è diplomata in infermieristica e ultimamente ha iniziato a lavorare allambulatorio del paese. Viveva da sola in casa, ormaisuo padre infatti si era risposato lanno prima, con una donna di un paese vicino e ora abitava lì. Agnese non lha mai rimproverato o giudicato, lo sai, no? La vita è vita, e tutti hanno diritto a rifarsi una felicità. Lei stessa avrebbe trovato lamore, pensava, e suo padre era ancora giovane.

Quel giorno, Agnese scende dallautobus vestita elegante, con un vestitino e delle scarpe nuove, perché era il compleanno di Tommaso, lunico genitore che le era rimasto.

Ciao, papà! gli fa con un grande sorriso, abbracciandolo forte nel cortile, mentre gli consegna un regalo. Tanti auguri!

Ciao, amore. Vieni che ho già messo tutto in tavola. E così sono entrati in casa.

Finalmente sei arrivata, Agnese!le fa Caterina dalla cucina, la nuova moglie di suo padreI miei figli hanno già fame! Caterina ha due figli: Rita, che è una dodicenne davvero insopportabile, sempre pronta a punzecchiare, e un maschietto di dieci anni. Agnese stava da loro per la seconda volta in tutto lanno, lo giuro, per evitare proprio le scenate di Rita, che parlava male senza che la mamma la fermasse.

Dopo i brindisi, Caterina le fa mille domande:
Hai un ragazzo?
Sì, ce lho.
E allora, vi sposate?

Agnese si sente a disagio, non ama queste domande dirette.
Vedremo cerca di sviare.

Caterina le sorride finta e saputella: Senti, Agnese, con tuo padre ne abbiamo parlato e abbiamo deciso che non potrà più aiutarti economicamente. Ormai lui deve pensare alla sua nuova famiglia, siamo in tanti. Pensa a trovare un marito che ti mantenga, ormai sei grande e hai pure un lavoro.

Tommaso cerca di intervenire: Aspetta, Cate, io le do una mano, ma non sto mica trascurando voi
Ma Caterina lo zittisce subito: Sei come un bancomat con tua figlia, e noi dobbiamo sempre aspettare!

Tommaso non replicò, solo abbassò lo sguardo. Agnese si sentiva soffocare, si alzò e uscì in cortile, cercando sollievo seduta sulla vecchia panchina. Compleanno rovinato. Poco dopo arriva anche Rita, si siede vicino a lei.

Sei bella, sai? dice Rita, ma Agnese non risponde.
Non arrabbiarti con la mamma, è solo nervosa perché aspetta un bambino. ghigna la ragazzina, maliziosa. Aspetta e vedrai, imparerai a conoscerla! scatteggia via a ridere.

Agnese si alza e lascia la casa: si volta e vede suo padre che la guarda triste dalla porta. Pochi giorni dopo, Tommaso arriva a trovarla con Caterina.

Che sorpresa! Vi preparo un tè, propone lei mentre li fa accomodare.

Caterina si guarda attorno, gironzola per la casa.
Che bella casa, qui in paese ce ne sono poche così.

Lha costruita quasi tutta mio padre, vero papà?
Vabbè, lho fatta per noi, mica chissà che, risponde lui scherzando.

Mi sa che sono stata fortunata a trovarti! ride Caterina. In realtà siamo venuti anche per parlare della casa

Agnese se ne accorge subito: Io la mia quota non la vendo. Sono cresciuta qui, questa casa è importante per me. Li fissava dritto negli occhi, senza paura.

Caterina scatta: Ma guarda che attenta! E tu, Tommaso, non dici niente?

Tesoro, dobbiamo pensarci: la famiglia cresce, questa casa è piccola, tra poco nasce pure il bambino Se vendiamo, ti aiuto a prenderne una più piccola, e se serve ti do una mano col mutuo.

Papà, ma cosa dici?! Non ci credo!

Ormai tuo padre ha unaltra famiglia! strilla Caterina. Qui non è più casa vostra. Tu occupi troppo spazio da sola. Te ne dovrai andare, che tu lo voglia o no.

Non urlate contro di me, si alza Agnese, E per favore andate via.

Dopo che se ne andarono, Agnese si sentiva tradita e disperata. È vero che suo padre poteva rifarsi una vita, ma non a costo di portarle via la casa dove aveva vissuto la sua mamma La quota di sua madre non lavrebbe mai venduta.

Poco dopo arriva Marco, il suo ragazzo. Quando vede Agnese, quasi non la riconosce.

Ciao bella, che ti è successo? Sei bianca come un lenzuolo!

Lei si butta tra le sue braccia, piangendo tutto quello che aveva dentro, lui la ascolta e la consola. Gli racconta tutto. Marco, che lavora nei Carabinieri, sa mantenere la calma e la rassicura.

Tuo padre è un bravuomo, ma si vede che Caterina gli ha fatto il lavaggio del cervello. Non preoccuparti, parlo io con un avvocato a Macerata e vediamo come aiutarti. Tu non cedere.

Tommaso nel frattempo, appena tornato a casa, non riesce a star tranquillo. Allinizio con Caterina andava tutto bene, ma adesso lei sembrava ossessionata dai soldi, voleva più spazio e insisteva per vendere la casa. Tommaso iniziava a pensare di aver commesso un errore. Poi Caterina gli disse che era incinta e lui rimase molto confuso.

Quella sera Tommaso avrebbe voluto chiamare Agnese, ma poi sente Caterina al telefono.
Non vuole saperne di vendere, diceva arrabbiata, bisogna fare noi. Parlo ancora con lui, e se serve ci penso io.

Appena finisce la chiamata, Tommaso chiede: Con chi parlavi?
Caterina finge: Una mia amica.
Ma stavi parlando della casa!

Lei si siede, finta malinconica: Una mia amica conosce un agente immobiliare, potrebbe trovarci subito un acquirente. Fidati, Agnese sarà solo contenta dei soldi che prenderà.
E il ci penso io cosera?
Ma no, parlavo del garage, magari vendiamo anche quello, risponde, mentendo spudoratamente.

Tommaso si lascia convincere, il dubbio si placa per un attimo.

Agnese invece, una sera tornando tardi dal lavoro, mentre aspettava Marco che quella sera era stato chiamato durgenza, si incammina verso casa da sola. Sta quasi aprendo il cancello che una macchina si ferma di colpo vicino a lei. Un uomo grosso scende e la spinge dentro allauto, che parte veloce. Agnese è terrorizzata.

Chi siete? Cosa volete da me? Forse avete sbagliato persona
Nella macchina scoppiano a ridere.
Nella vita non esistono coincidenze, piccola. Se fai tutto quello che diciamo, né tu né tuo padre avrete problemi, dice tranquillo il tizio.

Ma cosa centra mio padre?
Devi firmare quei documenti, tra due giorni avrai i soldi della vendita, e dovrai lasciare la casa. Gli acquirenti ci sono già.

Non se ne parla, è illegale! Andrò dai Carabinieri, non firmerò mai niente!
A queste parole, uno le dà un pugno e Agnese sente il sangue in bocca.

Non ci fai paura, né tu né il tuo fidanzatino. Se non firmi, la paghi cara. Poi magari sarà proprio il tuo Marco a indagare sulla tua scomparsa

La macchina si ferma fuori paese, luomo le mette davanti dei fogli con una torcia.

Firma, e stai attenta a non sporcare di sangue. Domani li portiamo dal notaio.

Proprio in quel momento dietro di loro appaiono le luci blu di una pattuglia, seguite da un’altra macchina dei Carabinieri. Il guidatore cerca di scappare, ma dalla fretta fa confusione e finisce fuori strada.

Sai cos’era successo? Marco aveva chiesto a un suo collega di dare unocchiata a Agnese, sapendo che tornava tardi dal lavoro. Lo aveva visto che la trascinavano via in macchina, ed aveva subito chiamato Marco che ha fatto mobilitare tutti i colleghi.

Alla fine, si scopre che quelluomo che laveva rapita era lamante di Caterina, e in realtà era anche il padre del figlio che portava in grembo. Insieme avevano architettato tutto per mettere le mani sulla casa di Tommaso, che lei sognava di vendere per farci un bel gruzzoletto, e la figlia era solo dintralcio. Tommaso? Lavrebbero messo da parte dopo…

Col passare dei mesi tutto è tornato al suo posto: Tommaso ha divorziato, è tornato a vivere a casa sua. Ha aperto una piccola officina che va pure bene. E la sera si ritrovano spesso tutti insieme a tavola: lui, Agnese e Marco. Adesso quella casa vale il doppio.

Papà, non ti preoccupare, non sarai mai solo, scherza Agnese.

Ma dimmi, ti vedo raggiante ti sposi?
Sì Tommaso, le ho chiesto di sposarmi e lei ha detto sì! ride Marco, le fa locchiolino, abbiamo già fatto le carte, tra poco la festa!
Anche quando andrò a vivere con Marco continueremo a venire qui, saremo sempre vicini a te, gli assicura Agnese.

Tommaso si lascia andare, guarda una foto della moglie e si commuove: Perdonami, figlia mia, ne ho fatte di sciocchezze, ma adesso andrà tutto bene.

Papà davvero, adesso va tutto bene. E andrà sempre meglio, vedrai.

Che storia, eh? Un abbraccio forte, e che la vita ti dia sempre il meglio!

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Il destino non è mai un caso Dopo la morte della mamma, Agata continua a lottare contro il dolore e la solitudine in una famiglia che non è più la sua, tra un padre risposato con una donna astiosa, una matrigna interessata solo al denaro, fratellastri ostili e un amore messo alla prova, fino a quando la lotta per difendere la casa di famiglia svela segreti, tradimenti e la vera forza dei legami più autentici.