Ritornai a casa, ma né il marito né le sue cose erano più lì.
Che sguardo mi dai, allora? sorrise Zaira, la exmoglie di Stasio. Stasio ha voluto dimostrarmi, con un gesto, che è un uomo invidiabile. Nientaltro.
Che cosa dice? chiese confusa Alessia.
La pura verità, piccolina replicò Zaira, porgendo una mano come a consolare.
Mia madre, Anna Bianchi, era una donna dal ferro di cavallo, che dirigeva da sola una piccola segheria nei boschi della Val di Chiana. Con la sola figlia, però, la sua voce si faceva dolce, quasi una ninna nanna, e gli occhi le brillavano di tenerezza. Così Alessia crebbe fragile, delicata, piena di fiducia.
Non conobbe mai grandi dolori; andò a una scuola comune e a un liceo musicale, dove si appassionò al pianoforte. Non divenne una grande musicista, ma fu una brava insegnante. Il suo unico desiderio fu quello di trovare un marito, e presto apparve il fidanzato: il simpatico Vittorio, un autista che guadagnava poco più di novecento euro al mese.
Ti guardo negli occhi con amore, ti canto canzoni dolci le diceva, accarezzandole il viso.
Ma a mia madre non gli piaceva per niente.
È un fannullone, un imbranato! dichiarò con decisione Anna.
Mamma, lo amo! gli occhi azzurri di Alessia si riempirono di lacrime.
Va bene, va bene rispose la madre, ma aggiunse: Vivranno con me!
Lappartamento spazioso, con tre stanze, era sufficiente a tutti e il nuovo marito non aveva nulla contro il vivere sotto lo stesso tetto della suocera, che trascorreva gran parte delle giornate al lavoro. Tuttavia, dopo le nozze, Vittorio mostrò il suo vero volto: iniziò a bere, a girare per le strade, a urlare contro la giovane moglie quando la suocera era presente. Cercava di comportarsi rispettoso, ma lo sforzo era vano.
Alessia non voleva vedere i difetti di Vittorio. Nove mesi dopo il matrimonio diede alla luce un figlio, Leonardo, e si rallegrò di aver formato una vera famiglia. Il piccolo cresceva forte, richiedendo molte attenzioni, e Vittorio si irritava sempre di più. Alessia sopportava, sperando in giorni migliori.
La pazienza si infranse quando, improvvisamente, la madre morì, avendo avuto solo un anno di gioia accanto al nipote. Il funerale fu organizzato da Giovanni Serra, un vecchio amico di Anna, avvocato rispettato. In quei giorni Vittorio spariva, e quando tornava trovava nella hall le sue valigie pronte per partire. Tentò di minacciare con cause legali, ma Alessia non reagì.
Grazie a Giovanni, lallontanamento di Vittorio fu definitivo; lavvocato, con la sua esperienza, impedì qualsiasi divisione dei beni. Da quel momento Alessia e Leonardo non videro più il suo exmarito.
Alessia non poteva più gestire la segheria: fu affidata a personale specializzato, assunto dallo stesso Giovanni. Così la famiglia, ridotta a pochi, non aveva più bisogni particolari. Superare la perdita della madre e il divorzio fu un peso enorme: non aveva amiche né parenti. Lunica ancora a cui aggrapparsi era il figlio, che aveva bisogno di cure costanti.
Un giorno, al ritorno dalla clinica pediatrica, un temporale li colse sotto un grande ombrello. Non aveva taxi a disposizione, il traffico era un incubo. Decisero allora di rischiare.
Salite in fretta! unauto si fermò accanto a loro, il conducente, chinandosi, aprì la porta sul retro. Forza, perché qui è parcheggio vietato!
Alessia non pensò al pericolo; riconobbe il conducente, laveva incrociato nei corridoi della clinica, dove portava il suo bambino di età simile a Leonardo. Lo ringraziò calorosamente.
Grazie! esclamò al conducente, che si chiamava Stasio. Puoi darmi il numero?
Stasio, con un sorriso birichino, rispose:
Mi dispiace, ma non frequento donne sposate. e, senza ulteriori parole, si avviò verso ledificio con Leonardo.
Alessia non immaginò di rivederlo così presto; il giorno dopo lo trovò a controllare il cortile.
Non sono sposato, gli porse il certificato di divorzio, firmato soltanto un mese prima.
Alessia, stanca della solitudine, trovò in Stasio un compagno allegro, premuroso, che presto conquistò anche laffetto di Leonardo, che lo chiamò papà. Il piccolo non si opponeva, anzi, lo abbracciava con gioia.
Dopo il matrimonio, Stasio propose di adottare Leonardo.
Ho sempre sognato due figli, disse, e il suo volto si fece più serio.
Alessia accarezzò il suo braccio, sapendo che la exmoglie di Stasio, una ricca signora con un nuovo compagno, gli impediva di vedere suo figlio. Così, in tre mesi, formarono una vera famiglia, sebbene Alessia nascondesse al nuovo marito la reale situazione economica.
La segheria, sebbene piccola, produceva guadagni che condivideva con i soci, ma lei li accantonava per listruzione di Leonardo e per una casa. Nessuno doveva sapere di questi risparmi; fu Giovanni a insegnarle a tenere i conti nascosti, prima di partire verso il mare, da vecchio.
Stasio, sebbene sospettasse qualcosa, non fece alcuna mossa. Ma la serenità durò meno di un anno. Il marito divenne più freddo, rientrava dal lavoro irritato.
È solo la direzione che mi stressa, giustificava.
Non puoi trasferirti in un altro cantiere? chiedeva Alessia. Sei bravo elettricista.
Ci penserò. rispondeva lui, ma poi taceva o, peggio, alzava la voce contro di lei.
Leonardo non era toccato, ma era evidente che il bambino lo irritava. Alessia non sapeva più cosa pensare, finché un giorno, passeggiando nel parco con Leonardo, sentì una voce alzarsi da una panchina vicina, una voce femminile, leggermente beffarda:
Che sciocca decisione di adottare, il ragazzo soffrirà.
Sulla panchina era una donna dai capelli castani, avvolta in un cappotto arancione brillante.
Ci conosciamo? chiese Alessia, sorpresa.
No, ma è facile da rimediare, rispose la donna con un sorriso sornione. Io sono Zaira, lexmoglie di Stasio. Temporaneamente ex
Alessia la fissò intensamente. Leonardo giocava a distanza, ignaro della scena.
Che sguardo mi lanci? ribatté Zaira, con un ghigno. Stasio ha voluto dimostrarmi che è un vero marito invidioso. Nientaltro.
Cosa stai dicendo? chiese Alessia, smarrita.
La verità, piccolina. replicò Zaira, più alta di cinque anni, ma con unaria altezzosa.
Alessia, ancora confusa, rispose:
Non capisco
Ah! Ecco Stasio, ti spiegherà tutto. indicò Zaira verso il sentiero.
Stasio, avvicinandosi, guardò le due donne con unespressione preoccupata.
Stasio, spiega alla ragazza cosa sta succedendo, ordinò Zaira, alzandosi lentamente, accarezzando la testa dellex marito, e poi uscendo dal parco. Ti aspettiamo!
Stasio, ormai stanco, si fermò di fronte ad Alessia.
Non so cosa ti abbia detto Zaira, ma sì, mi sono sposato per farti arrabbiare. esitò, poi aggiunse, più irritato: Mi ha stancata! Chi sei per me? pensava, mentre la sua nuova compagna, la ricca Maxima, lo tormentava. Finì per chiedere il divorzio.
Alessia, con voce rotta:
Perché adottare Leonardo?
Perché tutto sia chiaro. Nuova moglie, nuovo figlio, e io in paradiso! rispose Stasio. Ti avevo notata alla clinica, ho capito subito che saresti stata adatta
Come moglie di cattivo? sorrise amaramente Alessia.
Stasio rimase in silenzio.
E adesso? chiese lei, senza capire perché.
Non lo so, borbottò. Mi sono abituato a voi.
Quel giorno, dopo aver portato Leonardo al giardino, Alessia tornò a casa, dove non cerano né i vestiti né la presenza di Stasio. Soffiò un lungo respiro e compose il numero di Giovanni Serra. Aveva di nuovo bisogno dellavvocato






